Reality show: lo sfornasogni


«Darci un taglio», si dice così, «Nuovo taglio, nuova vita». C’è chi si taglia i capelli. C’è chi inizia una dieta. C’è chi fa spazio nell’armadio, buttando via le cianfrusaglie. C’è anche chi decide di alzarsi ogni mattina all’alba per andare a correre. C’è anche chi invece non mette alcuna sveglia. 
Qualcuno scrive. Qualcuno prepara una torta. Qualcuno si iscrive ad un corso di ballo. Altri decidono di imparare una nuova lingua. Altri si impegnano al massimo nello studio, al lavoro. 
Altri mollano tutto. Basta poco per farci pensare di voler cambiare vita e spesso, si trova la forza di dare un taglio al passato iniziando con piccoli gesti simbolici.

La nostra vita è però ormai dominata da un continuo fluire di informazioni, idee e messaggi subliminali mandati a ripetizione dalla “scatola magica” chiamata televisione che ogni italiano medio possiede in numero quasi pari al numero degli spazi di casa e tenendone accese anche più di una nello stesso momento. La televisione da sempre ha influenzato le vite degli abitanti del nostro Paese, e con la sua diffusione è però cresciuto anche il suo potere persuasivo fino a raggiungere punte mai raggiunte, con l’avvento dei reality show.
 E allora ecco che per cambiare vita non bastano più i piccoli gesti simbolici, ecco la generazione reality.

Migliaia di persone che fanno ore ed ore di coda con qualsiasi condizione atmosferica per tre minuti che potrebbero, a loro modo di vedere, cambiargli la vita. 
La reality-proposta è allettante per chiunque: sii te stesso e diverrai una piccola star nel giro di mesi o perché no, per i più fortunati, settimane o giorni. 
Ormai è una decina di anni che la tv italiana sforna bei ragazzotti che si accaparrano qualche calendario facendo esercizi mirati per mostrare i bicipiti nelle varie Case o Isole, fanciulle disinvolte che si guadagnano passerelle in kermesse comiche o calcistiche con il solo accavallare le gambe, improbabili personaggi caricaturali o meno le cui abitudini e i cui gesti diventano il tormentone di una stagione televisiva rendendoli veri e propri fenomeni da baraccone, persone all’apparenza distinte e con professioni di prestigio che si giocano carriera e famiglia per prove o nomination, giovani stralunati che si “trasformano” in iene per il mero gusto di apparire.

Ma cosa accade quando finisce l’estate e iniziano le nuove edizioni dei programmi? 
Cosa succede quando le “serate” in discoteca si esauriscono? Quando le ospitate si riducono a zero? Più si arriva in alto più ci si fa male quando si cade. Dieci edizioni del Grande Fratello vogliono dire circa 250 partecipanti, persone che hanno creduto di poter dare una svolta alla loro vita mettendosi davanti ad una telecamera ventiquattro ore su ventiquattro. 
Questi alla domanda su cosa li abbia spinti a provare ad entrare in un contesto del genere, raccontano di sognare fughe dalla monotonia, di aspirare a diventare attori, qualcuno mormora di voler provare un esperienza nuova e mettersi a nudo, c’è chi dice di farlo per bisogno di denaro e chi per dimenticare una storia d’amore finita male. 
Qualcuno è diventato famoso per davvero. Una minima percentuale di questi fortunati a lungo termine ha veramente fatto strada: Luca Argentero su tutti.

Ma gli altri? Gli altri fanno quello che possono e farebbero pure l’impossibile. 
In Inghilterra, India e Usa si sono consumati, in passato, numerosi casi di suicidi da depressione post-reality e di questo appena un anno e mezzo fa, si era interessato Enrico Lucci del programma Le iene il quale era andato ad intervistare alcuni ex concorrenti ed ex depressi del Grande Fratello italiano, il format di reality show più famoso al mondo.

Il quadro uscito dalle varie testimonianze è allarmante: c’è chi come Mario Ferretti, vincitore dell’ottava edizione del programma, ora titolare di un agriturismo comprato proprio con i soldi della vincita, afferma di aver trovato rifugio nell’alcool. Salvo Veneziano invece, uno dei protagonisti della prima edizione racconta di essersi sentito «come Gesù Cristo» e di aver addirittura scialacquato sedici milioni di lire per un giro sopra Roma in elicottero, di aver mollato moglie e figlioletta.

Francesca Cipriani, partecipante della sesta edizione ed ex pupa de La Pupa ed il Secchione, incalzata da Lucci sul fatto che lei sia tra quelli che «ce l’hanno fatta», non cogliendo la provocazione risponde «Ce la sto facendo». Esistono, inoltre, casi disperati come quello di Paolo Mari, cacciato in diretta per aver dato in escandescenze, il quale si è sottoposto ad un ricovero psichiatrico il cui unico risultato è stato farlo arrivare a pesare 105 kg e a vivere come un barbone. Ora fa l’idraulico per 60 euro a prestazione. La lista dei delusi è fitta, ma la perla arriva dalla bocca di Simona Salvemini: «L’idea di tornare a fare la commessa… sto male, non ce la faccio; l’idea di svegliarmi alle sette, alle otto, come le persone normali per andare a lavorare… io ho paura».

2 Commenti

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  1. Anonimo

    “…fanno quello che possono e farebbero pure l’impossibile “. Questa attenta e amara analisi , ci dà l’occasione di riflettere che la partecipazione ai reality show ( privi,il più delle volte , di una forza umanizzatrice e di cultura ) di ragazzi/e ,sia deleteria per il loro benessere psicofisico .angela

  2. Vanessa Pepoli

    Sono dell’idea che reality come il Grande Fratello sarebbero anche interessanti da vedere per capire come si possono comportare o reagire i diversi tipi di persone davanti in differenti situazioni. Sarebbe da vivere coma una sorta di studio sociologico. Il problema è che ormai è tutto mediatico, anche gli stessi protagonisti del reality vanno li per avere poi una fama al termine del programma e si comportano all’interno “dell’esperimento” in funzione di cosa penserà il pubblico da casa e per rimanere all’interno il più possibile. Il fatto che questa sorta di esperimento sia sotto gli occhi di tutto il mondo e a votazione fa annullare il vero scopo che ha “il grande fratello” da cui prende il nome appunto il programma. Il GRANDE FRATELLO ci guarda ci osserva e ci studia… non decide se metterti in nomination o mandarti nel tugurio o nell’isola del naufrago! BUON PROSEGUIMENTO E CONGRATULAZIONI PER L’ARTICOLO

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