Le malattie tropicali: pericoli per il viaggiatore… e non solo


Le malattie tropicali sono infezioni causate da protozoi, virus o batteri. Diffuse in aree geografiche dal clima particolarmente torrido e umido che ne favorisce lo sviluppo, esse costituiscono un insidioso pericolo per chi si trova ad intraprendere un viaggio in queste zone, ma rappresentano anche un’emergenza sanitaria per le popolazioni autoctone.

Tra le infezioni tropicali più diffuse, la malaria è una delle patologie più difficilmente sradicabili, soprattutto nell’Africa Sub-Sahariana. Qui si verifica il maggior numero di decessi, in particolare tra i bambini sotto i cinque anni di età. Le associazioni come Medici senza Frontiere, Unicef e Amref sono impegnate ormai da decenni nei Paesi più colpiti dalla malattia per contrastarne lo sviluppo, fornendo servizi di diagnosi e terapia soprattutto alle popolazioni più povere.

Nonostante gli innumerevoli sforzi, il fenomeno della malaria costituisce una vera e propria emergenza mondiale: essa rappresenta infatti la terza causa di morte tra le malattie infettive, provocando il decesso di un bambino ogni 40 secondi.

Anche in Italia sono stati registrati alcuni contagi, ma si tratta di casi d’importazione: fino agli ’50-’60, infatti, l’infezione era causata da focolai che si sviluppavano all’interno del territorio nazionale, mentre dal 1970 in poi l’infezione è stata associata ai flussi migratori dalle regioni di attuale diffusione.

Chi volesse recarsi nelle zone in cui la malaria è endemica deve eseguire una stretta profilassi, che va iniziata qualche giorno prima della partenza e prolungata fino a 4 settimane dopo il rientro. Occorre inoltre informarsi su quale schema terapeutico sia il più appropriato in base alla destinazione: i plasmodi (microrganismi responsabili dell’infezione) sono infatti diventati resistenti ad alcuni principi attivi utilizzati per contrastare la malattia in diverse aree geografiche. Di conseguenza il trattamento rischia di essere inefficace.

L’infezione malarica si contrae attraverso la puntura delle zanzare del genere Anopheles: durante il pasto ematico, l’insetto inocula nel sangue dell’ospite il plasmodio, parassita che completa il suo ciclo vitale all’interno dei globuli rossi dell’individuo infettato. Dopo qualche giorno l’infezione diviene sintomatica con la comparsa di febbre, brividi, dolori addominali e anemia. Se non trattata adeguatamente la malattia può generare serie complicanze, causate dalla diffusione dell’infezione ad altri organi. Encefalopatia, insufficienza renale, squilibri idroelettrolitici, edema polmonare e ipertermia sono condizioni che mettono in pericolo la vita dell’individuo affetto.

Un altro pericolo infettivo che deve mettere in allarme il viaggiatore è il virus della febbre gialla, infezione che analogamente alla malaria viene trasmessa attraverso la puntura di particolari zanzare presenti nelle zone dal clima tropicale. Tale infezione è diffusa in Sud America e nell’Africa Sub-Sahariana: una volta contratto, il virus si replica interessando specialmente il fegato.

Da questa caratteristica deriva il suo nome: infatti l’infezione provoca un danno diretto alle cellule del fegato e induce un aumento della bilirubina, conferendo alla cute una tipica colorazione giallastra (ittero). La malattia determina inoltre un interessamento sistematico dell’organismo manifestandosi con febbre, cefalea, dolori muscolari, nausea e senso di prostrazione.

Nel 20% dei casi l’infezione può avere serie conseguenze, espressione del coinvolgimento degli organi vitali, come insufficienza epatica e manifestazioni neurologiche, talvolta fatali. Considerata la pericolosità della malattia, molti Paesi richiedono un certificato di vaccinazione contro il virus della febbre gialla per chi si reca nelle zone a rischio.

Una vaccinazione non richiesta per i viaggi internazionali ma fortemente raccomandata per chi si reca in zone di diffusione è quella contro la febbre tifoide. L’infezione si contrae attraverso l’ingestione di acqua o cibo contaminato dal batterio Salmonella Typhi, che nei paesi in via di sviluppo è particolarmente diffuso. Essa è caratterizzata da dolori addominali, febbre, nausea, prostrazione e diarrea, talora con perdita ematica. Se non curata la malattia è letale nel 10%  dei casi, con coinvolgimento principale di bambini, anziani e individui con stato immunitario compromesso.

La vaccinazione antitifica non conferisce però una protezione assoluta: infatti l’efficacia protettiva è stimata all’80%. Per questo è importante adottare serie misure igieniche al fine di prevenire il contagio, evitando l’ingestione di acqua o cibi di provenienza dubbia. Medesime considerazioni valgono per altre malattie infettive diffuse nei Paesi in via di sviluppo, come epatite A e colera.

Informarsi è fondamentale per chi ha intenzione di recarsi in zone dove queste malattie sono diffuse: attraverso il proprio medico di base o l’Ausl di residenza è possibile ottenere informazioni relative alle vaccinazioni internazionali obbligatorie e consigliate. Perché la salute è un bene da preservare, anche in vacanza.

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