Orgoglio cristiano, pregiudizio romano


Orgoglio e pregiudizio. Due sentimenti apparentemente vicini che comunicano all’interno di una stessa sfera semantica considerata il più delle volte negativa, ma che nonostante ciò proviamo per un momento ad applicare al mondo cristiano-cattolico, per cercare sia una loro conciliazione con l’ambito di nostro interesse, sia nuove riflessioni su certe situazioni che la Chiesa cattolica sta vivendo in queste settimane.

Di recente, come sicuramente molti avranno fatto, mi è capitato di riflettere circa gli ultimi avvenimenti che stanno scuotendo la Santa Sede. Si parla di corruzione, scandali, veleni, giochi di potere, ecc…Insomma tante “belle” cose che, al di là delle solite esagerazioni mediatiche e sterili campagne diffamatorie anticlericali, favoriscono e corroborano senza dubbio la sfiducia di credenti e non verso la Chiesa tutta.

A parte facili sarcasmi (concedetemeli), tutta questa vicenda pone a mio avviso seri interrogativi su cosa stia realmente succedendo a Roma…ma non solo. Ogni credente con un minimo di senso critico, libertà ed onestà intellettuale, nonché conoscenza di alcune dinamiche ecclesiastiche, (insomma per intenderci non il cattolico medio italiano) avrebbe potuto già da tempo sospettare di una realtà che solo adesso, attraverso la divulgazione di documenti riservati e testimonianze dirette, si sta rivelando per quello che è: una vera e propria corte rinascimentale, come ha recentemente espresso il “non allineato” teologo Hans Kung.

Gli scandali, o meglio i retroscena vaticani come il caso Boffo, il caso Viganò, i documenti sullo Ior, gli intrecci e sotterfugi politici con lo Stato Italiano, la questione dell’ICI e i veleni all’interno della Curia romana (G. Nuzzi, Sua santità. Le carte segrete di Benedetto XVI, Milano, Chiarelettere, 2012) che sono emersi in queste settimane, non solo rappresentano ormai un dato incontrovertibile, ma a mio avviso dovrebbero suscitare riflessioni profonde ed allarmanti. Infatti, nonostante ci si concentri soltanto su corvi, spie e traditori come se fosse una scadente commediola di spionaggio, bisognerebbe porre l’attenzione su cosa in realtà le carte uscite dal Palazzo Apostolico dicono. Esse non ci parlano solo di scandali, congiure, cricca e politica ecclesiastica “all’italiana”, ma evidenziano che tutte queste dinamiche sono il frutto conseguente di un sistema di governo della Chiesa (non mi azzardo a dire ecclesiologia) che presenta, per stare sobrio con le parole, gravi rischi e controindicazioni.

Presupponendo questo, il dibattito si dovrebbe spostare quindi sull’organizzazione della curia romana e su una Chiesa che storicamente ha cercato di accentrare tutto il potere nella figura del suo sommo capo con annesso seguito curiale-cardinalizio. Tralasciando le ultime patetiche esternazioni del Segretario di Stato vaticano card. Tarcisio Bertone, il quale vedrebbe tutte queste vicende solo come una “violazione della privacy del Santo Padre” fatta da “attacchi feroci, dilanianti e organizzati”, una riflessione seria dovrebbe portare, a mio avviso, tutto il mondo cattolico a ripensare nell’immediato la struttura ed il potere della curia romana, mentre in un futuro prossimo e con i giusti tempi riprendere quel duro lavoro di sensibilizzazione laica e clericale verso un’ecclesiologia più collegiale e conciliarista, che tanto ci si sforzò di far riaccettare durante l’ultimo concilio ecumenico dopo secoli di assoluto primato papale. Si badi bene: ciò che è e che può fare la curia romana oggi è la necessaria conseguenza di un’ecclesiologia che dall’XI secolo in poi ha sempre più incentrato sul soglio pontificio ogni sorta di possibile potere temporale e spirituale. Se da una struttura ecclesiastica orizzontale fondata sulla comunione di chiese, tipica dei primi secoli, si è passati ad una struttura fortemente verticale e gerarchizzata, lo si deve ad una serie di contingenze storiche e teologiche che hanno portato nelle mani del pontefice un potere assoluto, anzi un’infallibilità sempre più ordinaria.

Queste idee, che potrebbero essere interpretate come parole di un eretico eterodosso che vuole la distruzione della Chiesa, sono lucidamente espresse da buona parte dei più grandi teologi cattolici del XX secolo, Yves Congar prima di tutti. Egli, già membro della Commissione teologica al Vaticano II e creato poi cardinale da Giovanni Paolo II, nei suoi diari del concilio esprimeva tutta la sua amarezza e dura condanna verso un’ecclesiologia ultramontanista basata tutta sull’assoluta primazialità papale, nonché verso la curia romana: espressione di una Chiesa fuori dal mondo, autoreferenziale e ierocratica (Y. Congar, Diario del Concilio, Milano, San Paolo, 2005).

Il problema quindi non è tanto della presenza o meno di scandali o cricche, ma è ben più intrinseco e strutturale: ovvero di una forma di governo della Chiesa universale che, accentrando in tal modo il potere, rischia di attrarre ai suoi vertici non certo la pars melior humani generis del mondo clericale, anzi.

Ciò che in queste settimane sta emergendo dalla fuoriuscita delle carte segrete vaticane è solo la punta dell’iceberg di un sistema di governo che crea inevitabilmente i rischi in cui incorre ogni sistema di potere accentratore ed assoluto: cupidigia, corruzione, arrivismo, ecc…

Di conseguenza, l’augurio e la speranza di ogni onesto cristiano dovrebbe essere la ripresa con vigore della strada teologico-ecclesiologica tracciata dal Vaticano II, dando maggior forza decisionale e pastorale al collegio episcopale e riformando profondamente la curia romana, in modo che si riesca a trasformare un giustificato pregiudizio in un sano orgoglio, per una Chiesa veramente santa, povera e confessante (Y. Congar, Puor une Eglise servante et pauvre, Paris, Editions du Cerf, 1963).

2 Commenti

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  1. Luigi

    Prima verifichiamo se e quanto sono vere le cose dette, e quanto marcio c’è nel sistema, poi ne ragioniamo e prendiamo provvedimentidato che le indagini sono ancora in corso. In generale poi ho notato la tendenza a sparare sulla Chiesa in modo grossolano, superficiale e semplicistico, appena emerge qualcosa di strano. Ma anche qui, capisco come gli scandali degli ultimi anni non aiutino. Bisognerebbe però ricordare che si è innocenti, e non colpevoli, fino a prova contraria, e che anche le accuse che vengono mosse spesso sono solo mere calunnie. Per dire, viene venduta la storia che la Chiesa non paga l’ ICI, come fosse suo privilegio esclusivo. Non si sottolinea mai però che nessuna associazione senza scopo di lucro (circoli ARCI compresi, quindi)o che si occupa di beneficenza la paga.
    In conclusione: è vero, il sistema andrebbe rivisto. Ma non sono solo i suoi errori che stanno facendo allontanare la gente dalla Chiesa. Anche le illazioni e le superificialità di un’ informazione orientata in maniera negativa o sensazionalistica contribuiscono (mi riferisco nello specifico a Nuzzi, le cui affermazioni bisognerebbe verificare). Ma questo nessuno lo sottolinea mai.

    • Nicola Naccari

      Caro Luigi, prima di tutto grazie per il tuo intervento! Mi fa piacere vedere una persona interessata e sensibile a queste cose. Guarda, io sono d’accordo con te circa la teoria sulla prudenza: è sicuramente giusto non sparare accuse sterili e diffamatorie senza conoscere i fatti. Ogni persona onesta dovrebbe sapere ciò, e nonostante tutto non si aspetta altro che attaccare indiscriminatamente la Chiesa in modo ignorante ed infantile. Però questo non dovrebbe offuscare un sano giudizio critico in favore di posizioni apologetiche, radicalmente confessionali ed ottuse. Per ciò che riguarda il fatto in sé, le carte e i documenti che Nuzzi usa nel suo libro sono tutti documenti autentici, tanto è vero che da parte del Vaticano non è arrivata nessuna smentita. Poi qui non è tanto importante, a mio avviso, fare un processo o una caccia alle streghe su chi sia un santo e chi sia un diavolo. Le illazioni della stampa hanno sempre avuto il tempo che trovavano…ma, invece di cercare sempre cause esterne senza responsabilità per gli errori che si commettono, tipico atteggiamento ahimé italiano, forse sarebbe il momento di fare un esame di coscienza e rivedere alcuni principi strutturali del sistema!! Insomma un sano senso critico per dare il giusto peso alle cose e non barricarsi sempre dietro atteggiamenti di vittimismo. Quest’ultimo atteggiamento lasciamolo fare ai politici..il cristianesimo suggerirebbe di agire in modo alquanto diverso secondo me!!

      p.s. Sull’ICI sono d’accordo con te!! C’è da precisare solo che gli immobili ecclesiastici sul suolo italiano sono decisamente cospicui, assolutamente non paragonabili con qualsiasi altro ente o istituzione!! Detto ciò, facciamo pagare l’ICI a tutti così nessuno si sentirà perseguitato o privilegiato!

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