E questo dove lo butto? DifferenziamoCi!


Ogni nostra azione produce inquinamento: anche leggere un giornale o bere una Coca-Cola. Ora pensiamo che, ogni giorno, nel mondo vengono impresse milioni di pagine, costruite milioni di bottiglie di plastica o lattine d’alluminio. Tradotto: milioni di alberi abbattuti, milioni di litri di petrolio consumati, milioni di kg di CO2 immessi nell’atmosfera.

Ognuno di noi produce circa 30 kg di plastica ogni anno: se questa plastica fosse completamente riciclata, in un comune di 100.000 abitanti, si risparmierebbero 10.000 tonnellate di petrolio e carbone.

Per produrre 1 kg di alluminio, occorrono 15 kwh di energia elettrica; per produrre un kg di alluminio riciclato, servono invece 0,8 kwh: in Italia, ogni anno, vengono consumate 1 miliardo e 500 mila lattine.

Per produrre una tonnellata di carta vergine occorrono 15 alberi, 440.000 litri d’acqua e 7.600 kwh di energia elettrica: per produrre una tonnellata di carta riciclata bastano, invece, 1.800 litri d’acqua e 2.700 kwh di energia elettrica.

La lampadina non funziona più e devi sostituirla? Non gettarla senza pensarci, è un rifiuto speciale e se viene disperso nell’ambiente può inquinare molto.

In un mondo che produce sempre più rifiuti, non sappiamo cosa fare per liberarcene: eppure la Terra ha provveduto, per miliardi di anni, a smaltire “da sola” i rifiuti prodotti, senza arrecare danno all’ambiente.

L’uomo è comparso sulla Terra cinque milioni di anni fa e fino a quando è vissuto in piccoli gruppi ha mantenuto l’equilibrio naturale delle risorse. Sorte le prime città, l’economia della maggioranza delle famiglie era fondata sull’arte del “non spreco”. Nel secondo dopoguerra è nata la “civiltà dei consumi”, e da quel momento la quantità di scarti è aumentata vertiginosamente: materiali organici, vetro, carta e prodotti nuovi come le plastiche e i materiali delle industrie chimiche e siderurgiche.

Oggi la crescita demografica e l’esplosione dei consumi costituiscono un serio motivo di preoccupazione: come valorizzare i rifiuti che produciamo e come rifornirsi di energia senza compromettere le riserve naturali sono due dei problemi più rilevanti del nostro tempo.

La raccolta differenziata è il modo migliore per preservare e mantenere le risorse naturali, a vantaggio nostro e delle generazioni future.

In Italia, la diffusione delle buone pratiche sul riciclaggio ha prodotto, negli ultimi 15 anni, importanti risultati. Lo stesso purtroppo non è avvenuto per la riduzione della produzione di rifiuti. Il Nord, tradizionalmente più eco-friendly, continua la sua cavalcata verso la riduzione delle materie di scarto, mentre il Sud fa più fatica a decollare, nonostante le eccezioni (come Salerno e Palermo).

La situazione dovrà necessariamente migliorare per scongiurare altre multe o denunce da parte dell’Unione Europea. Ad oggi, infatti, i risultati raggiunti attraverso la raccolta differenziata rappresentano un importante passo in avanti per raggiungere livelli accettabili che ci pongano al passo dei Paesi più avanzati. Non mancano le iniziative lodevoli, ma per il futuro immediato è necessario riorganizzare e qualificare i servizi di raccolta, sviluppando contemporaneamente la sensibilità degli utenti sul tema con adeguate campagne informative.

«La strada per avviare il ciclo dei rifiuti di tutto il Paese verso gli standard europei è ormai tracciata», dichiara il responsabile scientifico di Legambiente, Stefano Ciafani. «Entro il 2013 occorre varare un programma nazionale di prevenzione ed entro un anno si deve raggiungere il 65% di raccolta differenziata da avviare a riciclaggio. Per raggiungerli, bisogna promuovere politiche di prevenzione, raccolta domiciliare e tariffazione puntuale in tutte le città italiane, completare la rete impiantistica per il recupero e minimizzare lo smaltimento in discarica. Solo così riusciremo a voltare pagina una volta per tutte rispetto all’immagine del Paese delle emergenze rifiuti che ci ha contraddistinto più volte negli ultimi anni anche a livello internazionale».

Questa è la “vecchia” lezione che dobbiamo imparare: produrre oggetti e beni che possano essere assorbiti dall’ambiente, una volta terminato il loro utilizzo. Fino a che ciò non sarà possibile dobbiamo abituarci a riusare, riutilizzare e valorizzare i rifiuti, dalla carta alla plastica.

Se ogni azione umana causa inquinamento, perché non scegliere di inquinare meno?

 

Per maggiori informazioni:

Il Rifiutologo
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2 Commenti

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  1. Miriam Kisilevsky

    Il nostro piccolo progetto “Facciamo Girare i Tappi” a Genova cerca di mettere insieme l’esigenza di riciclare, la formazione ai bambini delle scuole, perchè si abituino già da piccoli e la solidarietà nei confronti di persone in grave difficoltà socio-economico.Difficile impresa, ma importante per le famiglie prive di reddito che continuano a sperare anche grazie a questo piccolo aiuto economico. Siamo sulla pagina:riciclo tappi non solo parole. Grazie! Miriam Kisilevsky

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