La Maschera dell’Antigone, e la Grecia delle rivolte


«Su certe cose non si può fingere.

Non tutto il reale può diventare arte»

 

E se fosse l’arte a diventare reale, anzi “Il Reale”, “Il Mondo Fuori”?

È quello che prova a fare la compagnia teatrale Motus, con il progetto Syrma Antygones, che include l’opera, Alexis: una tragedia greca. Lavoro che è viaggio, reportage, teatro, ed attraverso la figura di Antigone indaga sui giovani della rivolta in Grecia.

Non più Tebe, quindi, ma Exarchia. Exarchia, ad Atene, è il quartiere della rivolta. Sede del politecnico Universitario, fu qui che, nel ’73 prese vita la rivolta al regime dei Colonnelli. Da sempre patria di gruppi della scena antagonista, è ancora oggi la prima linea da dove partono le manifestazioni e gli scioperi contro l’attuale governo. Camminando per le sue strade, si vedono muri completamente dipinti, da graffiti, scritte, stencil di ogni colore. Messaggi in tutte le lingue, lanciati al mondo come un molotov, al di là del muro dell’informazione filtrata dalla stampa, vogliono solo esplodere, e chiedere:

 

Che dunque indugi? Delle tue parole

niuna m’è grata, e mai non mi sarà

grata: anche a te, cosí, piacer non possono

le mie. Ma donde mai gloria piú fulgida

acquistare potrei, che al mio fratello

dando sepolcro? E lode a me darebbero

tutti costoro, se terror le lingue

non rinserrasse: privilegi ha molti

la tirannide; e questo anche fra gli altri:

che dire e far ciò ch’essa vuole può.

 

Gli artisti della compagnia sono andati in giro per questi palazzi, con una telecamera in mano, e una domanda:

– chi è per te Antigone?È ancora una figura viva, che ha qualcosa da dire?

Sul palco, Antigone è Silvia Calderoni, in T-shirt e jeans rosso acceso, rosso sangue.

E l’Alexis del titolo? È il fratello a cui dare sepolcro.

Alexis era un ragazzo di quindici anni, ucciso il 6 dicembre 2008 ad Atene, da un membro in servizio del corpo di polizia. La sua morte, nonostante si sia cercato inizialmente di farla passare come un incidente. In seguito, anche grazie alle testimonianze dei presenti supportate da un filmato dell’accaduto, l’agente è stato condannato per omicidio premeditato.

Dopo la tragedia le rivolte hanno scosso la città- materialente, gli edifici dell’università hanno subito danni impressionanti, tanto da costringere il rettore a dimettersi- e ci sono state manifestazioni anche a Londra, Berlino e Torino.

 

Seppellire un fratello.

 CREONTE (Ad Antigone):

Di’ tu, che il capo chini al suol: confessi

d’aver compiuta l’opera, o lo neghi?

ANTIGONE:

L’ho compiuta: confesso, e non lo nego.

CREONTE (Al custode):

Andar tu puoi dove ti piace: libero

sei della grave accusa.

(Ad Antigone)

E in breve tu

di’, senza ambagi: il bando che vietava

di far ciò che facesti, era a te noto?

ANTIGONE:

Certo. E come ignorarlo? Esso era pubblico.

 

L’opera teatrale vede Alexis come un «Polinice con la maglietta dei sex pistols». Il suo corpo giace sulla scena, privo di vita dopo il colpo di pistola. Silvia-Antigone attacca alla manica della felpa scura di Alexis nastro adesivo americano- rosso- e lo srotola lasciando spazio solo al rumore di colla e plastica che risuona, ne srotola una lunga striscia e a passi indietro ne attacca un’ estremità in platea, tra gli spettatori. Perché anche loro sono dentro. Se il teatro vuole stare di fuori, tra le strade del mondo, così dev’essere anche per chi guarda. Neppure gli spettatori sono esclusi.

La scena in cui Silvia-Antigone, piange sul corpo del fratello morto, è una perla di intensità e bravura che da sola sostiene tutto lo spettacolo.

Questo personaggio della tragedia greca, l’eroina simbolo della libertà di pensiero al di sopra di ogni legge, della giustizia del cuore prima che sulla carta, fa emergere una domanda, che è rivolta al pubblico, è rivolta a tutti:

«Ma noi cosa stiamo facendo? Dove stiamo andando?»

Non c’è neanche un grammo di retorica, il lavoro di Motus non scende a compromessi con estetismo neppure un secondo.

È un teatro che vuole essere di responsabilità. Cerca di coinvolgere le persone fisiche in tutto e per tutto. A partire dalla sua nascita, cioè dalla ricerca sul campo- ad Exarchia-  attori e registi cercano il dialogo diretto con i ragazzi, con la loro vita, per entrare dentro l’anima ferita dei quartieri, per chiedere loro che cosa vuol dire la protesta, per chiedergli cosa sta succedendo.

La stessa opera è portata sul palco come un dialogo col pubblico. E come tale finisce, con l’invito a chi sta in platea, a salire e saltare con Antigone, per non archiviare la questione, per continuare a chiedersi che cosa è giusto?

Il pericolo reale non sono certo i lacrimogeni. Sono le ore di lavoro di chi governa. Perché se chi esercita il potere su di una nazione non spende queste ore per  servire il suo popolo, le spende allora per l’arricchimento personale. Che sempre si traduce in cecità, violenza. Da una parte e dall’altra della barricata.

 «Non possiamo fingere che il fuori non esista»

Presentando l’opera, Motus ha dichiarato:

«Siamo stati sul luogo di questa morte a distanza di più di un anno dai fatti, quando l’evento è stato completamente dimenticato dalla stampa macina-tutto, quando non si parla più di quello che è accaduto in quei giorni, perché tutto il progetto “Syrma Antigónes” riflette sul “Too late”, sull’essere presenti troppo tardi: ma è davvero troppo tardi? Quale azione possibile? Sono domande che come artisti ci poniamo, prima di ogni spettacolo, non potendo continuare a far teatro facendo finta che “il fuori” non esista perché troppo assorbiti dalla nostra esausta ricerca formale. Fare teatro in connessione alle oscillazioni del reale è fiondarsi nella velocità dell’accadere per mettersi all’ascolto. Il fuori fugge il tempo e lo spazio teatrale come un animale selvatico e va inseguito, a rischio di smarrire la strada.»

Alexis: una tragedia greca sta facendo il giro dei teatri di tutto il mondo. L’interprete principale, Silvia Calderoni, per la stagione 2008/2009, ha ricevuto il premio Ubu, categoria miglior attrice under 30, considerato il più importante riconoscimento italiano per il teatro.

Le prossime date sono il 7-8 febbraio, a Nantes; il 12-13 aprile, a Uppsala; il 17 aprile all’Aquila; il 19-20 aprile a Scandicci; il 15 maggio a Lons-le-Saunier; il 18-20 maggio a Dijion; il 3-5 giugno a Montrèal.

Il sito della compagnia, con video, foto, approfondimenti è: www.motusonline.it

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