Oltre il 38°parallelo


La menzogna diventa verità e passa alla Storia.”
(G.Orwell, 1984)
Ricordo che dopo aver letto il famoso libro di Orwell rimasi scioccata. Per qualche tempo ho creduto che qualcosa di simile fosse possibile. Del resto, non era tanto diverso dai regimi totalitari che la storia aveva già conosciuto in passato.
Poi ho pensato che nel XXII secolo non fosse realizzabile una situazione di quel tipo. Il Grande Fratello esiste sì, ma solo su canale 5. Ora devo ricredermi.

Mi è capitato per le mani un libro, “Dossier Corea” di Geri Morellini, e io, che ignoravo la situazione di questa remota – in tutti i sensi – regione del mondo, sono rimasta scioccata.  Non credevo che nel 2012 fosse possibile tutto ciò.

La Corea del Nord occupa la metà settentrionale della penisola coreana. Confina a nord con la Cina, mentre a meridione è separata dalla Corea del Sud dalla zona demilitarizzata coreana, un’area “cuscinetto” stabilita come tale alla fine della guerra di Corea, nel 1953.  Secondo la costituzione è uno Stato Socialista, ma in realtà è una dittatura totalitaria con a capo attualmente Kim Jong-un, figlio del famoso Caro Leader. Quest’ultimo morì lo scorso dicembre e dopo la cerimonia funebre il governo si è occupato di punire tutti coloro che non hanno dimostrato sufficiente dolore per l’accaduto o che non hanno partecipato attivamente ai “pianti di massa”, spendendoli in campi di lavoro forzato.

Amnesty International stima che oltre 200 mila persone siano rinchiuse in tali campi lavoro, o meglio tombe di massa. Sono luoghi in cui i detenuti vengono torturati in celle apposite, in cui si lavora più di 15 ore al giorno spesso senza indumenti, con una misera razione di farina di grano, in condizioni disumane e degradanti. Una notevole percentuale di queste persone segregate non sa neanche di quali reati sia stata accusata.
La sera si tengono lezione obbligatorie di ideologia del regime, e si ha il permesso di dormire solo dopo aver memorizzato tutte le regole etiche esposte.

Questo paese è un non-luogo. È completamente escluso da ogni tipo di contaminazione, in una condizione di isolamento totale. Il regime controlla le menti dell’intero popolo e l’isolamento dal mondo esterno è la base su cui sopravvive.  Geri Morellini scrive: «La tv mostra del mondo soltanto immagini di guerre e tragedie da più di 50 anni, e per questo la popolazione si è convinta che la Corea del Nord sia l’unico luogo pacifico della terra». La popolazione viene spinta a credere che la Corea del Nord sia uno dei paesi più sviluppati al mondo, e che la felicità dei suoi cittadini abbia provocato invidia ovunque, specie in Corea del Sud.

«La gente è davvero convinta che il muro di 240 km che corre lungo il 38° parallelo sia stato costruito per impedire ai sudcoreani di andare a vivere nello splendido Nord, che le condizioni di vita nel resto del mondo sono spaventose».

(Tiziano Terzani)

Nessuno è libero di muoversi dentro al paese e la polizia è organizzata con un sistema di spionaggio capillare. Il controllo sui cittadini è totale: lo stato ne conosce ogni aspetto e ogni momento della vita. Le radio personali sono proibite e nessun nordcoreano può parlare liberamente con uno straniero in quanto è un reato punito con il carcere. Internet è praticamente inesistente. Lo Stato vigila sui contatti e sulle frequentazioni delle famiglie, ascolta le conversazioni telefoniche e controlla la partecipazione alle attività politiche. La propaganda è ovunque: la radio è diffusa nelle fabbriche e nei punti di ritrovo e gli unici libri disponibili sono quelli scritti dai due Leader o testi di materiale divulgativo. Per quanto riguarda l’educazione, fin dall’asilo gli studenti subiscono un vero e proprio lavaggio del cervello.
Nell’ottobre 2006 la Corea del Nord comunicò al mondo intero di aver effettuato un primo test nucleare. Da quel momento, ogni pressione sul paese è considerata una dichiarazione di guerra.

 

Fonti: “Dossier Corea, viaggio nel regime più isolato del mondo” di Geri Morellini

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