Architettura in vacanza


È iniziato l’inverno e come ogni anno durante i giorni di ferie ho l’opportunità di raggiungere le Dolomiti, dove posso approfittare della neve per rilassarmi e soddisfare la mia voglia di sciare.

Il contatto, anche se non frequente, con quei luoghi quasi magici porta ad ammirare le meravigliose creazioni della natura e a confrontarsi con le grandi diversità che contraddistinguono le persone che abitano quegli spazi.

L’architettura in questi casi è sicuramente uno dei primi elementi a colpire l’occhio dell’uomo: costruzioni e ambienti particolari caratterizzano infatti la vita degli abitanti del luogo.

Uno dei più lampanti esempi di architettura alpina sono i rifugi in alta quota. Osservando questi edifici, che possono essere di qualsiasi dimensione, torna alla mente la definizione di “cattedrale nel deserto”.

I rifugi più importanti, come delle grandi chiese, spadroneggiano nel campo visivo del visitatore e sfruttano la quinta scenica del grande panorama delle Dolomiti. Sembra che vogliano quasi volersi imporre come “dominatori” della cima, ma in realtà sono architetture in piena sintonia con la natura del luogo.

Il materiale principale utilizzato è il legno, elemento di cui le Alpi sono ricche, mentre i vuoti (cioè le finestre) sono quasi interamente composti da un vetro che nei casi più rilevanti è piuttosto riflettente e fa da specchio al panorama mozzafiato.

Gli interni spesso rispondono alle aspettative esterne: una distesa di legno caldo condito da forti profumi e sapori avvolge il visitatore, trasmettendo serenità e tranquillità che permettono di affrontare la sfida dell’imminente discesa a valle.

Le sensazioni che si possono provare in questi luoghi sono uniche, di natura diversa ma simile a quelle che si prova nel passare una serata in un ristorante in riva al mare. Può sembrare un paragone azzardato, ma entrambe le situazioni offrono al fruitore momenti che rimangono impressi nella mente.

Ma è possibile rivivere l’effetto quasi magico delle architetture di montagna anche all’interno dei centri storici nelle città, non solo sulle cime innevate. Passeggiando per le vie di un paese o città, infatti, ci si trova di fronte elementi unici che permettono di contestualizzare la propria posizione esatta.

Particolari finiture, come il tetto d’oro nella piazza di Innsbruck o gli infiniti negozi di articoli natalizi e caffetterie sotto i portici rappresentano un’identità del luogo rimasta invariata nel tempo.

Per non parlare dei possibili elementi di contrasto formale all’interno dello stesso contesto urbanistico. Proprio a fianco della principale Basilica di Ortisei, contornati dalle fiabesche case tirolesi, ci si scontra ad esempio con il nuovo circolo artistico e culturale della Val Gardena. Costruito con le caratteristiche dell’architettura contemporanea, presenta al suo interno temi compositivi che possono richiamare il miglior stile razionalista dei primi anni ‘30 del ‘900.

L’attenzione al particolare e alla funzionalità tecnologica dell’edificio, arricchisce inoltre in maniera eccezionale la struttura. Gli infissi sono composti da una cornice in legno cui viene applicato il vetro tramite un sistema di facile montaggio; il tutto è contornato da una cornice in acciaio, molto probabilmente prefabbricata e semplicemente montata in cantiere.

La sporgenza di parte del cornicione e di alcune finestre è un chiaro richiamo al sistema delle Bay Window, tema molto frequente nelle architetture nordiche, senza contare la ripresa del perimetro del contesto che simboleggia un grande rispetto del luogo in cui l’edificio è collocato.

Ogni territorio ha un’architettura di appartenenza e qualsiasi occasione che per osservare e fruire accresce nello spettatore la possibilità di imparare. Il rispetto del luogo, le radici di provenienza, il poter stupire con materiali naturali quanto innovativi e la capacità di creare un ambiente caldo e accogliente accomuna le architetture delle Dolomiti: un luogo tanto geograficamente vicino quanto lontano dalla mentalità sempre più cosmopolita e internazionale che ci accomuna.

4 Commenti

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    • Lorenzo Sarti

      Grazie ad entrambe per i complimenti!
      Devo dire che la giornata che ho passato ad Innsbruck è stata un pò sfortunata date le pessime condizioni climatiche quindi non mi sono goduto troppo le bellezze offerte, ma come hai detto tu Chiara quel tetto è particolare e per quanto possa deludere le aspettative (in effetti non è altro che un tetto giallo e anche un pò sporco) caratterizza in maniera emblematica la piazza e determinati avvenimenti storici della città Tirolese. Ha un valore simbolico forte.
      Chiara cosa ti ha colpito in positivo e anche in negativo di Innsbruck? Io l’ho trovata, nel suo genere, proprio una città molto graziosa e piacevole da vivere (fatta eccezione per il freddo gelido!)
      Ciao,
      Lorenzo

      • Chiara Tadini

        Si esatto, mi ha colpito molto il fatto che fosse sporco…Comunque Innsbruck mi è piaciuta tantissimo, architettonicamente parlando. Ho fatto tantissime foto agli edifici, erano tutti molto particolari! Anche il centro commerciale di vetro mi è piaciuto tantissimo, anche se stona con il resto del centro cittadino più “datato”.
        Concordo col freddo gelido, città molto carina ma visitabile per intero in un solo giorno!
        A presto!

  1. mara sarti

    anche io devo dire bell’articolo!
    conosco molto bene quei luoghi magici e sereni e, devo dire che l’articolo li descrive perfettamente.
    le Dolomiti sono magiche, piene di racconti fiabeschi e presenze fantastiche.
    delle Dolomiti ,io dico sempre, non ti puoi stancare, ogni volta che ci torno, sono talmente belle che mi stupiscono……..
    l’architettura è così come descritta da Lorenzo,
    possente, precisa, anche tecnologica ma sempre…
    ……con garbo ed eleganza.

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