Carta d’identità


Le ruote toccano l’asfalto e anche il moto più incredibile si arresta.

Scendo dalla scaletta e attraverso la pista. La mia compagnia aerea è olandese. L’autobus su cui salgo è tedesco. La musica che passano alla radio è inglese.

Scendo. Le porte automatiche sono il mio comitato d’accoglienza. L’attesa davanti al nastro.

La mia valigia è francese.  Il mio couscous è marocchino. Il mio cellulare è finlandese. Il mio libro è russo.

Magari mangio qualcosa.

Il mio tè è indiano. Il mio orologio è svizzero. La mia bistecca è argentina, la mia birra è irlandese. La mia ginnastica è giapponese, le mie vacanze sono egiziane. Il mio kiwi è neozelandese, il mio caffè è brasiliano.

Un muro di persone che aspettano come me.

I miei numeri sono arabi. La mia scrittura è latina. La mia democrazia è greca. Il mio Dio è ebreo. La mie banconote sono americane, il mio portafoglio è cinese.

Neanche uno sguardo arriva dall’altra parte del vetro.

«Carta d’Identità per favore».

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