Donna, dignità e bellezza: tre domande
Bellezza: «Gli occhi che splendono, si vedono. Se noi fossimo capaci di leggere proprio dagli occhi vedremmo tanta gente anche al potere che gli occhi o li ha spenti o li ha velati»*.
Il 13 febbraio scorso in 230 città italiane si è scesi in piazza per rivendicare la dignità delle donne. Sdegno rabbia e grida hanno fatto da protagonisti per dire basta a una quotidianità in cui ci sono: «lavoratrici senza lavoro, e madri senza sostegno pubblico, e professioniste la cui eccellenza non le esime dalla precarietà, e giovani donne che non possono fare figli perché senza sicurezze per il futuro, e donne che nessuno protegge dallo sfruttamento, dai maltrattamenti, dall’ amore assassino dei loro uomini».
La manifestazione è stata testimonianza di un risveglio di coscienze generalizzato: sia chi c’era sia chi non c’era è stato costretto a interrogarsi sul ruolo interpretato attualmente dalla donna. Tutto utile in questo senso, tuttavia spesso si mettono in atto rivendicazioni senza effettivamente fermarsi e pensare al significato di ciò che si sta chiedendo presi, legittimamente, da insofferenza e stanchezza.
Telecamera e microfono alla mano siamo scesi tra la folla della piazza di Savignano sul Rubicone e abbiamo posto ai presenti tre semplici domande: «Che coso sono per te donna, dignità e bellezza?». Il risultato è un racconto di volti e occhi, di uomini e donne, tutti bellissimi nella loro naturalezza, che scrivono il significato di tre parole attorno a cui ruotano parte delle attuali rivendicazioni.
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*Dal video : “Se non ora quando, three questions”
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