Servizio Civile Nazionale: un futuro è possibile?


Costituzione, articolo 52: difesa della Patria.

E tu pensi: ok, servizio militare. E hai ragione. E poi pensi: esercito, guerra e finita lì. E ti sbagli.

La Corte Costituzionale ha stabilito, con  la sentenza n.164 nel 1985 di distinguere tra “difesa con le armi” e “difesa dal contenuto non predeterminato”, diversa dall’annientamento fisico del nemico.

Difendere la Patria italiana significa anche, e soprattutto, tutelarne i valori comuni, che ne costituiscono il fondamento democratico.

Tutela garantita dal Servizio Civile Nazionale. Chi è in servizio è chiamato volontario, ma ottiene una retribuzione (433 euro mensili per progetti in Italia,  circa 800 euro per progetti all’estero) per permettere a chiunque, prescindendo dalla situazione economica, di impegnarvisi. La retribuzione è segno dell’importanza che lo Stato attribuisce a questa opportunità, fondamentale tanto per il volontario quanto per la comunità in cui presta servizio.

L’Italia è uno dei pochi Paesi che offre questa possibilità.

Di cosa si tratta?

Lo dice la legge 230/98, art 1. «I cittadini che, per obbedienza alla coscienza, nell’esercizio del diritto alle libertà di pensiero, coscienza e religione riconosciute dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e dalla Convenzione internazionale sui diritti civili e politici, opponendosi all’uso delle armi, non accettano l’arruolamento nelle Forze armate e nei Corpi armati dello Stato, possono adempiere gli obblighi di leva prestando, in sostituzione del servizio militare, un servizio civile, diverso per natura e autonomo dal servizio militare, ma come questo rispondente al dovere costituzionale di difesa della Patria e ordinato ai fini enunciati nei “Principi fondamentali” della Costituzione».

L’obiettivo è coinvolgere i giovani nella difesa della Patria con metodi non violenti, per mezzo di servizi di unità sociale, a beneficio di tutta la società civile.

Come funziona?

–          Si accede tramite bando, emanato dallo Stato, una volta all’anno.

–          Ci sono due requisiti: avere tra i 18 e i 28 anni, ed essere privi di condanne penali.

–          Si può scegliere tra tantissimi progetti di Enti e Associazioni coinvolte in differenti ambiti suddivisi, nel sito del Governo italiano, nei settori di assistenza, protezione civile, ambiente, patrimonio artistico e culturale, educazione e promozione culturale, servizio civile all’estero.

 

Qual è il problema?

I fondi, ovviamente, che vengono progressivamente ridotti. Il timore è addirittura quello della sua eliminazione, cosa che significherebbe negare un diritto dei cittadini. Nel 2010 sono stati stanziati 170 milioni, mentre per il 2011 ne sono previsti solo 113 milioni e così per i due anni successivi, fino al 2013. La conseguenza? Dai 51.000 giovani impegnati nel servizio nel 2007, si scende ora a 19.000.

Il cuore della questione, portato alla luce dalla Conferenza delle Regioni il 18 novembre 2010 consiste nei: «[…] ritardi sull’avvio dei giovani selezionati nel bando scaduto il 4 ottobre scorso».

I ragazzi selezionati nel 2010 inizieranno il servizio solo: «[…] nei primi mesi del 2011, immobilizzando così 97 dei 113 milioni del Fondo per il 2011». L’Ufficio Nazionale Servizio Civile non ha chiarito le intenzioni per il prossimo anno e il rischio è quello che le regioni debbano gestire tutte le candidature con i soli 11 milioni rimasti, sufficienti appena per le spese di funzionamento.

Qui puoi trovare qualche esperienza di volontari all’estero:

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