Domani a quest’ora, di Emma Straub – Infinite possibilità, ma un unico domani


Domani a quest’ora, romanzo scritto dall’americana Emma Straub, ha come protagonista Alice.

Alice ha un lavoro che la soddisfa. Al suo rientro a casa c’è Matt, il suo fidanzato, e al telefono troverà sempre la sua amica d’infanzia Sam. Una vita normale, una vita fatta di quotidianità e routine. Ma c’è qualcosa che stona. E quel qualcosa in realtà è un qualcuno di molto importante per lei che giace in un letto di ospedale, senza forze. Suo padre Leonard. La sua roccia, il suo confidente più caro, con il quale poteva parlare di tutto.

Ma non adesso. Non più. Entrambi aspettano l’inevitabile. Non importa quante volte Alice vada al suo capezzale, non importa cosa sia successo sul lavoro o a casa. Il destino è lì, ad aspettare.

Domani a quest'ora: la copertina del romanzo di Emma Straub

La copertina di Domani a quest’ora (Credits: NeriPozza)

Il giorno del suo quarantesimo compleanno, Alice – dopo aver rifiutato una proposta di matrimonio ed essersi ubriacata – si risveglierà nel suo letto. Ma il suo corpo avrà 16 anni e sarà di nuovo il 1996, quando la vita era diversa e soprattutto quando Leonard era nel pieno della sua vitalità.

Come è possibile? Sarà il primo di innumerevoli viaggi nel tempo che Alice farà, sempre diretta verso il suo passato, alla ricerca affannosa di colmare quel vuoto nel petto che la sta divorando.

Domani a quest’ora e le infinite possibilità

Domani a quest’ora apre le porte sul futuro e sui viaggi nel tempo. Quante cose vorremmo cambiare se solo potessimo tornare indietro sapendo quello che sappiamo oggi? Quante scelte sbagliate potremmo evitare conoscendone l’esito? Molte, troppe.

Ogni scelta, ogni viaggio nel tempo sottrae ad Alice delle energie, ponendola sempre di fronte all’inevitabile malattia del padre. Come è possibile?

Le nostre scelte però ci hanno permesso di essere le persone che siamo adesso, in questo stesso istante. I nostri sbagli ci hanno fatto cambiare direzione e regolare il tiro. Certo sarebbe bello se si potesse rimediare a un torto fatto o se si potesse evitare un madornale errore. Ma servirebbe davvero? Ci aiuterebbe davvero a essere migliori o soddisfatti di noi stessi e della vita che stiamo vivendo? Domani a quest’ora offre un punto di riflessione forte al lettore. Piano piano, si arricchisce di elementi, di sfumature, diventando sempre più nebuloso.

Il meraviglioso rapporto padre-figlia nel romanzo di Emma Straub

Emma Straub, con delicatezza, cerca attraverso la sua protagonista di elaborare la morte prematura del padre, avvenuta durante la pandemia. Non è facile accettare la morte, ma lo è ancora di più quando questa si porta via una parte importante di te stessa.

Ed ecco quindi che l’autrice ci prende dolcemente per mano e ci accompagna in un viaggio verso il dolore, quello più crudo e cattivo. E lo fa attraverso un meraviglioso affresco del rapporto padre-figlia. Alice e Leonard hanno passato innumerevoli pomeriggi a parlare di tutto, dei libri di fantascienza scritti da lui, del mondo e anche di nulla. Sono le parole ad aver reso così intimo e speciale il loro rapporto. Non solo un legame fatto di sangue e carne, ma di parole e momenti.

La nostra composizione con il romanzo di Emma Straub

La nostra composizione con il romanzo di Emma Straub, dal titolo Domani a quest’ora (Credits: Silvia Liotta)

Un fiume di ricordi ci ricopre durante la lettura di Domani a quest’ora: risate, sguardi di intesa e momenti anche fatti di niente che hanno reso la vita di Alice speciale. Attraverso questa scrittura catartica, l’autrice ci ha portato dentro se stessa e i suoi ricordi.

Il punto di svolta di Domani a quest’ora

In ogni storia, in ogni nostro momento, c’è un punto di svolta. Per Alice ci sarà quando capirà che l’unico modo per andare avanti non è tornare indietro sui suoi passi, ma sarà quello di andare avanti, incontro al dolore. Accettare l’assenza.

Un tema che ho già affrontato con la recensione del romanzo Le pianure, di Federico Falco. Domani a quest’ora è un romanzo che ho profondamente sentito mio. Ho perso mio papà senza poterlo salutare, senza essermi resa conto che l’ultima volta che è uscito di casa non sarebbe più rientrato. Non ha mai conosciuto mio figlio. Non mi ha vista diventare madre e lui non ha mai potuto essere nonno.

Cosa mi manca? Tutto di lui, ma soprattutto il potergli parlare e la possibilità di trovare conforto in lui. Non mi sono mai resa conto di quanto fosse importante la sua presenza sino a quando non l’ho perso. Era un papà di poche parole ma di gesti enormi, era capace di leggerti dentro.

E ora? Mi rimane solo la sua grande, gigantesca assenza. Come ad Alice. Come a Emma Straub.

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