…che Dio perdona a tutti, di Pif – Di dolci, religione e amore (e tante risate)


…che Dio perdona a tutti è il titolo di una commedia di Pif (all’anagrafe Pierfrancesco Diliberto) divertente quanto dissacrante, il cui tema centrale è… Dio? No, i cannoli siciliani! Beh, più o meno.

Arturo è il protagonista del romanzo …che Dio perdona a tutti. Uomo mediocre, un agente immobiliare abituato alle mezze verità pur di vendere appartamenti. Non è una persona senza scrupoli ma sta al gioco di chi vende, forzando la verità quando serve. Gioca a calcetto con gli amici (i colleghi), sport nel quale non è particolarmente bravo ma ha chiesto di fare il portiere e gli altri – che non vogliono assolutamente esserlo – sono ben lieti di avere qualcuno che si sia offerto volontario per questo ruolo.

Ha un interesse per le donne ma non eccessivo: ha trentacinque anni e non è fidanzato, e la cosa non gli crea un particolare disagio, anzi.

…che Dio perdona a tutti: Arturo e la passione per i dolci

La copertina di ...che Dio perdona a tutti, il nuovo romanzo di Pif

La copertina di …che Dio perdona a tutti, il nuovo romanzo di Pif (Credits: Feltrinelli)

C’è una cosa che fa andare Arturo fuori di testa: i dolci! Quelli con la ricotta in particolare. Ne parla con chiunque: nelle pasticcerie resta delle ore a conversare con i commessi sulla qualità della ricotta o sulla fragranza della pasta. No, riformulo la frase: nelle pasticcerie resta delle ore a parlare da solo davanti a una vetrina di dolci, sperando che i commessi, visibilmente scocciati per i suoi lunghi tempi di scelta, rispondano alle sue osservazioni.

Anche con gli amici di calcetto parla di dolci. Ne parla dappertutto, anche in bagno. Insomma, ci sarà qualcuno per Arturo con cui conversare amabilmente di dolci senza che la si prenda male?

L’entrata in scena di Flora, la pasticcera… e della religione!

Un giorno, mentre è davanti al solito bancone ammaliato da mille dolci, una donna sconosciuta risponde a tono alle sue affermazioni. Lei! La donna della sua vita!

Dopo qualche falsa partenza (Arturo è pur sempre Arturo, anche se innamorato) inizia la loro relazione, bellissima, appassionante, perfetta. Lei è proprietaria di una pasticceria. Lui è l’assaggiatore ufficioso nel tempo libero. Persino il padre di lei si è invaghito di quest’uomo che non riesce a mangiare un dolce senza avere le lacrime agli occhi!

Flora ha solo un difetto: è fervente cattolica. Non fraintendete: non è che la religione di per sé sia un problema. Flora va regolarmente a messa, conosce molti sacerdoti, fa la volontaria alle mense popolari, aiuta alle feste di beneficenze. Tutto bene, tutto bello. Fino a quando non chiede ad Arturo di accompagnarla. Ma c’è un problema:

Lei mi vuole cattolico praticante. Bene, allora praticherò ogni santo giorno la parola del Signore e seguirò gli insegnamenti dei cinque evangelisti! Ed evidenziai le prime tre settimane. Solo dopo mi ricordai che gli evangelisti erano quattro.

L'illustrazione sulla copertina di ...che Dio perdona a tutti

L’illustrazione sulla copertina del romanzo di Pif (Credits: Feltrinelli)

Cosa succede in quelle tre settimane? Di tutto! Perché in effetti è facile dire di essere cristiani con la convinzione che Dio perdona a tutti. Allora tutto è lecito, tanto Dio perdona a tutti, in un modo o nell’altro. Ma è questo il vero cristianesimo?

Perché leggere …che Dio perdona a tutti

Una commedia esilarante, che porta all’estremo le caratteristiche di un personaggio inetto, per certi aspetti simile a Zeno Cosini. Con la differenza che Arturo metterà in dubbio le proprie certezze prima ancora di quelle degli altri. Un libro che fa innanzitutto ridere a crepapelle per il suo personaggio, che con noi lettori è di una sincerità disarmante mentre cerca di mantenere una parvenza di serietà con gli altri personaggi del libro.

Ma …che Dio perdona a tutti fa anche riflettere sul proprio vivere, e non solo in riferimento alla religione. Quanto è facile dichiararsi in un certo modo, quanto è difficile esserlo veramente. Quanto è facile crearsi le proprie verità, quanto è difficile viverne una sola.

Fondamentale è la libertà di fare ma esiste prima di tutto la libertà di essere. Senza la quale tutto il resto non ha importanza.

+ Non ci sono commenti

Aggiungi