Le pianure, di Federico Falco – Un tempo per ogni cosa


La copertina di Le pianure di Federico Falco edito da SUR

La copertina di Le pianure di Federico Falco (Credits: Sur)

Le pianure si estendono a vista d’occhio di fronte al narratore: terra battuta dal sole d’estate, terra infradiciata dalle piogge d’inverno. Dopo aver costruito un nido d’amore, dopo aver passato anni insieme, Federico si ritrova messo alla porta da un giorno all’altro. Smarrito e solo decide di trasferirsi in campagna, di ritornare al passato alle sue estati passate in campagna con i nonni per ritrovarsi.

La fine della storia d’amore con Ciro lo ha distrutto, la terra sotto i suoi piedi ha vacillato e tutte le sue certezze si sono infrante. Come è stato possibile non accorgersi di niente? Quali segnali non ha colto? Inutile rimanere in città, inutile fingere che vada tutto bene. Per Federico il ritorno alla terra è l’unica soluzione per guarire dal vuoto che ha nel cuore.

Il ritorno alle origini in Le pianure, di Federico Falco

Federico è nato nella pampa argentina. Quando tutto era piatto e vuoto, il suo bisnonno italiano ha piantato un seme, ha creato una casa con il fango e un piccolo fuoco. È partito da zero, solo con le sue mani e la sua buona volontà ha creato una vita. Le pianure, da cui trae il titolo il romanzo, lo hanno accolto e ancora una volta hanno accolto Federico tra le loro braccia.

Una composizione a tema Le Pianure di Federico Falco

Una composizione a tema Le pianure, di Federico Falco (Credits: Silvia Liotta)

Tutto attorno a Federico si è sgretolato. Tutte la sua vita e i suoi sogni. Nella terra e nei suoi ritmi ha cercato e trovato conforto. Si è spaccato la schiena, ha aspettato per mesi che dal cielo cadesse una goccia per dare vita alla terra arida in estate, e che l’acqua si asciugasse in inverno quando tutto era una distesa di fango. Ha placato la sua mente lavorando, ha placato i suoi demoni con un ritmo diverso e ha dato di nuovo senso alla sua esistenza.

Il conforto della terra e dei suoi ritmi

In Le pianure, proprio in quelle distese Federico ha trovato una fine, proprio come i semi che non germogliano. Ha cercato e trovato una fine per se stesso, per quello che era; e lì, nelle distese a perdita d’occhio ha sotterrato il suo amore. Il ciclo stesso degli ortaggi seminati gli ha dato pace: tutto nasce, cresce e muore. Senza forzature da parte dell’uomo, che può solo aspettare. Ed è quello di cui Federico aveva bisogno. Di tempo. Per ricrearsi, per ritrovare una forma.

Federico a Buenos Aires era uno scrittore. Adesso non trova il senso nei suoi scritti. Ha perso la parola. Ma piano piano racconta al lettore il suo percorso, la sua nuova vita. Attraverso questo flusso di coscienza Federico capisce, si mette a nudo proprio come un seme e chiede alla terra di accoglierlo per farlo germogliare nuovamente.

Le pianure: una nuova casa, un nuovo tempo

Le pianure possono essere seminate, possono essere arate ma non possono essere comandate dall’uomo che è impotente di fronte a loro.

Con sincerità e umanità, Federico Falco dona al lettore un romanzo autobiografico intimo e disarmante. Attraverso la sua lettura si impara a rallentare, ad ascoltare se stessi. Perché il tempo è quello di cui abbiamo tutti bisogno. Corriamo sempre per prendere un autobus, per andare a un appuntamento e per far incastrare tutti gli impegni.

Ma sappiamo ascoltare? No, raramente ci prendiamo il tempo di guardare un tramonto, di ascoltare il canto degli uccellini in primavera o il silenzio della neve.

Federico ci vuole insegnare questo: il tempo. Per affondare le mani nella terra e ritrovare le nostre radici più profonde.

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