
Da Mi Basia Mille – Baci nell’antichità e ai giorni nostri
Dato che siamo in Primavera, stagione che ci risveglia i sensi, quale argomento migliore esiste se non parlare di baci, magari anche di baci nell’antichità oltre che di baci al giorno d’oggi? Forse non sapete che non in tutto il mondo si bacia allo stesso modo e che non da sempre il bacio ha lo stesso significato. Infine pare che il bacio sia un’invenzione europea. Curiosi? Adesso vi racconto, se avete pazienza.
Il bacio secondo la scienza
Sicuramente il bacio si verifica nell’esatto istante in cui si prova desiderio o amore verso qualcuno. Baciarsi significa acquisire informazioni sull’altro tramite gusto, tatto, olfatto e grazie ai feromoni che si sprigionano dai due corpi coinvolti.
Durante il bacio i vasi sanguigni si dilatano, il cervello riceve più ossigeno, si dilatano le pupille e il battito cardiaco accelera. Gli impulsi neuronali producono dopamina e serotonina, responsabili del desiderio sessuale la prima e del senso di attaccamento e affetto la seconda.

Una ragazza soffia un bacio nel vento: anche questi erano tipici baci nell’antichità, ne abbiamo esempio in Mesopotamia (Credits: ThetruthPreneur, Pixabay)
I baci di Malinowski e Darwin
A livello antropologico il bacio non è praticato in ogni parte del mondo allo stesso modo. Malinkowski nel 1929 descrive le pratiche erotiche degli indigeni delle isole Trobriand e fa notare che anziché baciarsi sulla bocca, durante il sesso erano soliti mordersi reciprocamente le sopracciglia.
Lo so, Malinowski che osserva indigeni in momenti intimi è un’immagine piuttosto inquietante, ma per la scienza questo ed altro!
Anche Charles Darwin, nel 1872 descrive il “bacio malese” che consiste nello strofinamento del naso sul naso del naso del partner. Questo comportamento è tipico anche di altre popolazioni come gli Inuit della Groenlandia o alcuni popoli polinesiani o ancora, alcune tribù africane. E in Europa?
In Europa baci come si deve anche nell’antichità
Il bacio come noi lo intendiamo, sulle labbra o sulle guance che sia nasce sostanzialmente a Roma. In Grecia abbiamo testimonianza di baci sulle guance e Omero ci ricorda del re troiano Priamo che bacia le ginocchia di Achille per supplicarlo di restituirgli il corpo del figlio Ettore, sconfitto dall’eroe greco.
In Mesopotamia pare esistesse la pratica del “bacio a distanza” quello che ancora oggi fanno i bambini: si usavano due dita per “mandare baci” ad amici e fans -nel caso di attori di teatro-. Il motivo era semplice: si scoraggiava il tentativo di baciare simulacri di dei, per motivi di igiene, pratica ripresa poi anche dai primi cristiani.
A Roma tre tipi di baci nell’antichità
Innanzi tutto è curioso ricordare che a Roma le donne non potevano bere vino, come sanno anche i miei alunni grazie a TikTok. Questo consentiva ai parenti e agli amici del coniuge di baciare le labbra della donna per testarne il gusto e capire se aveva bevuto o meno. Ovviamente questo apriva la strada a stupri e tradimenti, cose molto comuni nella Roma dei tempi – e forse anche nella Roma di oggi.
In generale però nella Capitale dell’Impero esistevano tre tipi di baci: l’osculum, il basium e il savium.

Una coppia si scambia un Savium o un Basium, prima della tarda antichità, un bacio carico di passione ai giorni nostri (Credits: StockSnap, Pixabay)
L’osculum era il bacio lieve, sulle labbra o in viso, il bacio dell’affetto. Letteralmente deriva dalle parole os e culus ovvero bocca e culo, sta a indicare la posizione della bocca quando si schiocca un bacio…oppure i latini erano precursori delle influencer dei giorni nostri e delle loro pose con la bocca a culo di gallina, non saprei. In ogni caso indicava il bacio d’affetto, tra amici o tra mamma e figlio.
Il savium era il bacio che si davano gli amanti, alla francese diremmo noi, quello carico di desiderio che anticipa il sesso.
Il basium inizialmente era sinonimo di savium, ma in epoca tardo antica è diventato il bacio casto e affettuoso tra marito e moglie. Da questa parola è nata la nostra, “bacio”. Il poeta di età repubblicana Catullo rese celebre il termine con il famosissimo carme V, dove implora Lesbia, la sua amante, sposa di un altro uomo di dargli mille baci: “Da mi basia mille, deinde centum, dein mille altera” ovvero “dammi mille baci poi altri cento e infine ancora altri mille” chiaramente non cercava bacetti, ma baci densi di passione. Ovviamente il basium esalta la passione e non il possesso, come invece accade nella storia di Galatea.

Una coppia appena sposata si scambia un basium, bacio d’affetto, sulla fronte (Credits: StockSnap, Pixabay)
Forse quando studiavamo il latino a scuola non ci siamo mai resi conto di quanto passionali fossero gli antichi romani…lo erano così tanto che i loro basia hanno conquistato il mondo, oltre i confini del loro Impero.
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