
Liberati della brava bambina, di Maura Gancitano e Andrea Colamedici – L’arte di rifiorire
Liberati della brava bambina. Ora. Non aspettare domani, non aspettare il momento giusto, perché non ci sarà mai un buon momento per alzare la testa e reagire. Bisogna farlo adesso, per noi stesse e per tutte le donne.

La copertina di Liberati della brava bambina di Maura Gancitano e Andrea Colamedici (Credits: HarperCollins)
Attraverso otto storie, Maura Gancitano e Andrea Colamedici analizzano la psicologia femminile sino a raggiungere il tanto temuto “problema senza nome” che affligge Lei, e anche tutte noi.
Che cosa hanno in comune Era e Daenerys? O Medea e Malefica? Attraverso il racconto di figure mitologiche oppure protagoniste femminili di fiabe o personaggi biblici gli autori provano a delinearne i punti di forza e le loro debolezze, ma soprattutto portano alla luce il punto nevralgico dell’intero saggio.
Nessuna di loro si è mai arresa. Nessuna di loro ha mai permesso al proprio amato, padre o marito di schiacciarla, di ridurla in cenere annullandone la propria essenza.
L’essere donna vuol dire affermarsi in quanto tale
Liberati della brava bambina, a metà tra un saggio e un romanzo, aiuta la lettrice a focalizzare l’attenzione su diversi atteggiamenti sbagliati che si commettono quasi senza accorgersene in maniera quotidiana.
“Se alzi la voce tutti gli altri, penseranno che sei un maschiaccio e nessuno ti vorrà mai”, oppure “Le bambine non giocano alla lotta, non alzano le mani e non mettono in discussione le decisioni prese”.
Quante volte ci siamo sentite dire certe frasi? Quante volte abbiamo dovuto mettere a tacere una parte di noi per assecondare la società e l’idea che essa ha dell’essere donna? Molte, forse troppe. Abbiamo imparato a mettere da parte un pezzo di noi ogni giorno da quando siamo nate. Abbiamo imparato che per essere accettate dagli altri avremmo dovuto interpretare una parte ben precisa, indossare una maschera e un vestito consono ogni giorno.
Ma essere donna non è questo. Una donna è libera, è forte e potente nella mente e nel corpo.
Liberati della brava bambina e la necessità di rinascere
Otto storie, otto donne, otto lezioni da imparare per ripartire, per scardinare la porta dentro la quale abbiamo rinchiuso una parte di noi. Rinascere come donna è possibile. Un passo alla volta, un giorno dopo l’altro. Troppe volte alla sera ci sentiamo inquiete, arrabbiate e frustrate. Ma da cosa? Avvertiamo dentro di noi una furia che preme, che scava nel nostro intimo, che ci implora di ascoltarla.

Una composizione a tema Liberati della brava bambina, di Gancitano e Colamedici (Credits: Silvia Liotta)
Quella furia vuole parlarci del dolore, della vergogna, della paura. Ma soprattutto dell’incomprensione che ha dentro.
Vuole farci capire quanto grandi siamo, quanti mondi possiamo conquistare se solo ci scrolliamo di dosso quella perenne sensazione di essere inadeguate.
Il dolore che ci portiamo dentro non viene solo ed esclusivamente dalla storia personale del singolo, ma dalla memoria collettiva che va avanti da sempre. Pietra su pietra, mattone su mattone hanno costruito muri, hanno indirizzato il pensiero femminile verso strade predefinite dalle quali è quasi impossibile uscire.
La parola d’ordine è osare
Sogni, desideri, speranze che spesso rimangono dentro un cassetto per paura. Paura non solo di fallire, ma di non potere, di non essere in grado di fare determinate cose. Perché? Perché sì, la storia ci ha insegnato che certe cose non si fanno, non vanno bene, non sono per noi.
Liberati della brava bambina è questo: la chiave per osare. Fare quello che si vuole veramente, nell’angolo più nascosto del nostro cuore. Bisogna liberare noi stesse, bisogna essere quelle che siamo e non quelle che gli altri vogliono da noi. Sempre. Per noi e per il futuro.
E tante donne lo stanno già facendo.
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