
Galatea – L’amore e il possesso secondo Madeline Miller
Galatea giace in un letto di ospedale: la sua pelle diafana è fredda e lei è immobile, proprio come una statua. I medici e le infermiere si affannano per compiacere il marito, Pigmalione, oliando e frizionando la sua pelle per mantenerla calda e morbida e dandole delle tisane per farla rinsavire. Nessuno capisce però la vera natura di Galatea. Soprattutto Pigmalione.

La copertina di Galatea, di Madeline Miller (Credits: Sonzogno)
Il suo corpo tanto ammirato dagli uomini è perfetto, plasmato dalle sapienti mani del marito, e in lei giace il soffio della vita donatole da Afrodite. Pigmalione l’ha amata con tutto il suo cuore forse nei primissimi momenti, ma adesso per lei prova solo ossessione e possesso.
Galatea sa che questa non è vita. Nonostante sia una statua, nonostante sia nata da pochi anni, sa che quella che Pigmalione vuole per lei e per la loro figlia Pafo non è vita.
Galatea e la forza della dualità
Madeline Miller– conosciuta in tutto il mondo per il suo romanzo di esordio DEL 2011 La canzone di Achille – decide di regalare al pubblico un romanzo che si rifà agli antichi miti greci, donando con esso un messaggio quanto mai attuale. Sotto gli occhi del lettore, Galatea prende vita grazie anche alle bellissime illustrazioni di Ambra Garlaschelli: la sua dolcezza quando cerca di calmare il marito si contrappone con forza quando ci apre il suo cuore raccontando le oscurità del suo mondo e della sua prigionia.
Questa dualità si riflette nelle illustrazioni in nero e in rosa di Garlaschelli, che riescono a dare vita a un personaggio tutt’altro che statico. Galatea è una donna, una moglie e una madre. Ma soprattutto è un essere vivente pensante, con un cuore che batte e una testa per vedere le oscurità del mondo in cui cammina.
L’animo umano: Madeline Miller racconta luci e ombre
In poche pagine, Madeline Miller in questo Galatea ci consegna uno spaccato di vita quotidiana in cui le donne spesso sono vittime della cronaca nera. La volontà di possessione di Pigmalione lo porta a picchiare la moglie per poi violentarla subito dopo, trasformandola in un corpo dentro il quale sfogare i suoi più biechi istinti sessuali.

La composizione con protagonista una copia di Galatea, di Madeline Miller (Credits: Silvia Liotta)
Galatea subisce passivamente, ma dentro di sé la rabbia e la frustrazione ribollono come lava incandescente. Giorno dopo giorno la consapevolezza che quello che la unisce al marito non sia amore prende campo sino all’epilogo finale. Da lei Pigmalione vuole che sia brava, buona e soprattutto silenziosa: che il suo corpo sia lì pronto ad accoglierlo quando ne ha voglia e che nessuno possa bramarla al di fuori di lui.
Galatea e il mito del padre/padrone
Il racconto di Galatea rivisita in chiave moderna l’antico mito del padre/padrone: lei stessa è l’oggetto per antonomasia, non è un essere vivo e pensante capace di ribellarsi invece che sottomettersi. Un racconto breve e intenso quello che Madeline Miller ci regala, un monito che vuole mettere in guardia da ogni forma di amore malato e un inno verso la libertà e il coraggio di recidere ogni catena.
Per approfondire il tema della violenza maschile sulle donne vi consiglio di leggere il nostro articolo La pericolosità di #NotAllMen quando si parla di violenza sulle donne e il fumetto di Sted Questo non è amore – L’amore non uccide.
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