Pista nera, di Antonio Manzini – Rocco Schiavone e la discesa in Purgatorio (e due parole sulla serie tv)


La copertina di Pista Nera di Antonio Manzini (Credits: Sellerio editore)

La copertina di Pista Nera di Antonio Manzini (Credits: Sellerio editore)

Neve, freddo e gelo. Il clima perfetto per chi ama sciare e per chi ama la Valle d’Aosta. Rocco Schiavone però è nato e cresciuto a Roma e questo non è assolutamente il suo habitat naturale, anzi.

Una chiamata arriva dalle piste di Champoluc, una vera e propria Pista nera, dove è stato trovato (e spappolato dal gatto delle nevi) un corpo. Questo per la scala di rotture di coglioni del vicequestore è assolutamente un 10 – avrete modo durante la lettura di conoscere per bene tutta la scala – al quale si aggiunge il dover andare sulle piste di notte con le sue amate Clarks ai piedi.

Rocco Schiavone non è un personaggio consono né tantomeno un personaggio comodo: è un coatto, fuma uno spinello ogni mattina per aprirsi la mente, è un malato di sesso e alza le mani senza farsi troppi problemi. Ma è un uomo con tanti demoni da combattere e tanti fantasmi che lo seguono ovunque.

Possiamo perdonarlo? A voi l’ardua sentenza.

Pista nera e la lunga strada vero il Purgatorio

Il Purgatorio, non l’Inferno. Perché Rocco vive già all’Inferno. Da quando è stato spostato dalla sua Roma e da quando ha visto la fine del baratro nero che l’ha catturato non può scendere più in basso di così – o forse sì?

Antonio Manzini non prova a rendere Rocco Schiavone un personaggio simpatico o buonista. Lo caratterizza per quello che è: un uomo che ha sbagliato, un uomo che ha vissuto nella periferia di Roma e ha imparato a sopravvivere prendendo a pugni la vita.

Come ogni uomo di legge anche lui ha una sua integrità morale, che mette in pratica con delle maniere poco ortodosse… ma efficaci. Pista nera è il primo romanzo che apre la strada al vicequestore, permettendo al lettore di cogliere la sua anima. Un’anima sicuramente nera e offuscata, ma con una sua scintilla forte.

Con cautela, Antonio Manzini lancia al lettore qualche briciola del passato di Rocco Schiavone, ponendo le basi in Pista nera per una conoscenza sommaria. Non aspettatevi dunque di conoscere sin da subito cosa ha portato Rocco in Valle d’Aosta: la conoscenza, si sa, avviene per gradi. Così come la fiducia.

Dovrete proprio conquistarvi Schiavone, e con fatica.

Rocco Schiavone – Libro vs serie tv

Sul grande schermo la storia di Rocco Schiavone porta il volto di Marco Giallini, che riesce a catturare totalmente il suo animo tormentato restituendo al lettore e al telespettatore un personaggio simile a quello cartaceo.

Non sono rimasta molto convinta dalle interpretazioni dei personaggi secondari, che perdono di grinta rispetto alla versione cartacea diventando quasi una caricatura di loro stessi.

La nostra composizione riguardante Pista Nera, di Antonio Manzini

La nostra composizione riguardante Pista Nera, di Antonio Manzini (Credits: Silvia Liotta)

Non è sempre facile trasportare sul grande e/o piccolo schermo un romanzo, come ampiamente discusso in un altro articolo dal titolo Serie tv tratte da libri Vs I romanzi che le hanno ispirate – La sfida.

Marco Giallini è un ottimo interprete e riesce a rendere tridimensionale un personaggio davvero complesso, fatto quasi più di ombre che di luci. La sua interpretazione non fa perdere nulla quindi a chi ancora non ha letto il romanzo. Come mio consiglio personale, però, vi suggerirei di provare prima con i romanzi, proprio per cogliere ancora di più le sfaccettature che lo contraddistinguono.

Schiavone e Montalbano: il confronto impossibile tra antieroe ed eroe

Per quanto la tentazione di paragonare Rocco Schiavone e Salvo Montalbano possa essere forte, un raffronto tra questi due personaggi è impossibile. Soprattutto, è impossibile, per chi ha amato Montalbano, ritrovare in Schiavone un nuovo erede.

In Rocco ci sono angoli acuminati, parolacce e una profonda sfiducia nel genere umano che lo rendono il vero emblema dell’antieroe. Nulla a che vedere con il Montalbano nazionale e il suo personaggio.

Rocco Schiavone incarna una grande fetta dell’Italia: chi ha scelto di essere un perdente, di non seguire la massa, di non lasciarsi sconfiggere dall’ipocrisia e dalla falsità a scapito della perdita di una parte della propria anima.

In conclusione, Rocco Schiavone ha conquistato il mio cuore proprio per il suo essere anticonformista e antieroe: un emblema di veridicità e di ruvidità che con i suoi errori ha deciso di andare avanti per la sua strada.

E fanculo al benestare degli altri.

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