Il libro della vita e della morte – Ci siamo sbagliati sul libro di Deborah Harkness


Capita a tutti i bibliofili di entrare in libreria, vedere un 3×2 e acquistare libri a caso pur di approfittare dell’offerta. A me è successo poco tempo fa, e uno dei tomi che mi sono portata a casa è stato il primo volume della All souls trilogy. Caso vuole che proprio quest’anno cada il decennale di quello che è stato a tutti gli effetti uno straordinario successo internazionale per il genere urban fantasy.

A discovery of witches – Il libro della vita e della morte di Deborah Harkness transitava sul mio radar già da un po’, a dire il vero. Avendo infatti intravisto un paio di episodi della serie tv che ne è stata immediatamente tratta, mi chiedevo come fosse il materiale di partenza. La recensione entusiasta che ne avevamo fatto tre anni fa mi faceva ben sperare, in effetti. Quando poi si è fatto trovare in bella mostra e a prezzo ridotto, la decisione è stata immediata. Come scoprirete presto, le mie conclusioni non sono state rosee come quelle della mia amata collega.

Ma partiamo dall’inizio.

Deborah Harkness e un caso letterario studiato a tavolino

Deborah Harkness è prima di tutto una studiosa di storia della scienza e della medicina, che ha sconfinato facilmente nello studio dell’alchimia, della magia e dell’occulto.

La copertina del primo volume della saga scritta da Deborah Harkness

La copertina del primo volume della saga scritta da Deborah Harkness (Credits: Pickwick)

La saga della Trilogia delle anime nasce, a quanto riferisce la stessa autrice, come esperimento. Essendosi resa conto della fascinazione esercitata su di un vasto pubblico di lettori da parte di magia e paranormale, Harkness decise di dosare quasi scientificamente questi ingredienti per creare un caso letterario. Indubbiamente, il suo è stato un esperimento di successo.

La protagonista del romanzo, Diana Bishop, è una diretta discendente della povera Bridget Bishop, che fu la prima vittima dei processi di Salem. Strega di enormi poteri lei stessa, Diana rifiuta di usare la magia che è sua per diritto di nascita per motivi non sempre del tutto chiari. Sicuramente l’essere rimasta orfana dei genitori (due potenti streghe) in giovane età, ha inciso in maniera negativa sulla sua percezione della magia. Diana è quindi diventata una famosa studiosa tra i normali esseri umani, nel campo della storia della scienza e dell’alchimia, proprio come l’autrice.

Il libro della vita e della morte – L’Ashmole 782

Durante un soggiorno studio a Oxford la giovane strega mette per caso le mani su di un manoscritto, l’Ashmole 782, che tutto il mondo magico cerca da secoli. Senza avere la minima idea del caos che ha appena scatenato, Diana rimette a posto il libro una volta finito di consultarlo. E il volume torna irrintracciabile.

La studiosa invece è pienamente visibile a tutti i malintenzionati paranormali d’Inghilterra. Vampiri, demoni e altre streghe iniziano quindi a tormentare Diana per carpirle il segreto dell’Ashmole 782. Peccato che lei non ne abbia la minima idea.

Il libro della vita e della morte

Una copia di Il libro della vita e della morte (Credits: Erika Biggio)

La totale ignoranza di Diana è in effetti il leitmotiv di tutto il romanzo. Proprio per aver deciso di abbandonare la propria eredità magica, la protagonista non conosce assolutamente il mondo a cui in teoria apparterrebbe.

Fortuna vuole che il classico vampiro bel tenebroso dal cuore d’oro e l’anima tormentata decida di innamorarsi di lei. Sì, dott.ssa Harkness, lo abbiamo capito che ha pescato a piene mani in una vasca di cliché, ora può anche bastare.

Ci sono un vampiro, un amore proibitissimo e… fermami se la sai già

Ovviamente lo splendido Matthew Clairmont è un ricchissimo genio (miliardario, playboy, filantropo) che non esita a mettere a rischio tutto quello per cui lavora da secoli, e la sua stessa famiglia, per la giovane strega.

Altrettanto ovviamente, le relazione tra esseri soprannaturali di specie diverse è assolutamente vietata. E la casa avita dei Bishop è piena degli spettri di tutti i membri della famiglia morti fino a quel giorno. E poi viaggiano anche nel tempo. Bene, credo abbiate capito dove sto andando a parare.

Una scena della serie A discovery of witches

Una scena della serie A discovery of witches (Credits: Bad wolf)

Pur essendo una lettrice veloce e tendenzialmente vorace, ho fatto davvero fatica ad arrivare in fondo a questo romanzo. La protagonista passa dall’essere assolutamente piatta al leggermente fastidiosa, con dei picchi da schiaffi a due mani. Matthew è totalmente affascinante nel suo essere decisamente incoerente. Alcuni dei personaggi secondari, principalmente i membri della famiglia di questi due casi “umani”, hanno leggermente più sale in zucca. Ma non alimentate troppe speranze.

Il libro della vita e della morte e le sue 700 pagine di “anche basta”

La narrazione è lentissima per gran parte del romanzo, cosa dovuta soprattutto al dover insegnare a Diana anche ad allacciarsi le scarpe da sola. Salvo poi giga accelerata finale con cliffhanger. Quanto devi essere sicura di te stessa per concludere il primo romanzo che tu abbia mai scritto con un finale sospeso è assolutamente non misurabile. E un filo egomaniacale, ma pazienza.

Ho letto recensioni online di amanti della saga che addirittura consigliano di saltare direttamente al terzo volume perché il secondo sarebbe illeggibile. E hanno già tratto una serie tv da due stagioni da questo immane pastrocchio. Sono sinceramente perplessa nel constatare il successo planetario di questa trilogia, che ha già dato alla luce anche uno spin-off. Probabilmente un uso eccessivo di urban fantasy negli anni passati ha causato una saturazione tale per il genere da essere diventata fin troppo critica.

Vorrei sapere se anche altri lettori di Il libro della vita e della morte hanno trovato le sue più di 700 pagine ardue da navigare, o se davvero sono solo una vecchia brontolona.

Compari recensori illuminatemi, vi prego!

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