Pratica di Yoga vs Pratica di Vita – Emmanuel Carrère svela i segreti dello yoga e della meditazione


Che si fa quando si fa parte di un book club (carino e speciale) ma nessuno vuole leggere i libri che ti piacciono? Li leggi da sola! Una scorpacciata di due giorni per innamorarmi di Yoga di Emmanuel Carrère e del suo concetto di meditazione.

Curiosi di saperne di più?

La prosa geniale e lo Yoga geniale

Ho scoperto dell’esistenza di questo libro grazie alla mia amica Nuvole d’Inchiostro, meravigliosa commentatrice di libri e nuove proposte.

La copertina di Yoga, di Emmanuel Carrère

La copertina di Yoga, di Emmanuel Carrère (Credits: Adelphi)

Per me, insegnante di yoga e accanita lettrice, era un’occasione fin troppo ghiotta! Un libro sullo yoga scritto da Emmanuel Carrère, l’autore di Limonov, un testo veramente geniale.

Così, il 24 maggio scorso, data dell’uscita della traduzione italiana del testo, mi precipitai in libreria per farlo mio.

Non sapevo che mi stesse aspettando una riflessione su qualcosa di più che le semplici “asana”, o forse sul loro più profondo significato.

Emmanuel Carrère e lo yoga della Vita

Tanti miei colleghi yogi puristi hanno reputato questo libro troppo “lontano” dal tema dello yoga.

Si parla poco di pratica corporea, di asana, poco di meditazione. Si parla molto di vita, di terrorismo e di terapia psicologica.

Emmanuel Carrère, in questo Yoga, ci invita a interrogarci sul senso assoluto della meditazione e della pratica.

E lo fa portandoci fin da subito a interrogarci sul significato reale della meditazione.

Cosa significa meditare?

Al di là di ciò che impariamo durante i ritiri meditativi – l’autore incomincia il suo racconto presentandoci l’esperienza di un ritiro per la meditazione Vipassana – la meditazione è moltissime cose. Emmanuel Carrère si propone di individuarle, come uomo e non come yogi, e ne elenca alcune.

Ad esempio, ci dice che la meditazione sono tutti i pensieri che affiorano nella tua mente mentre stai cercando di concentrarti sul tuo respiro e non pensare a niente. Da yogini (costituzione Vatha con elementi Pitta, per la precisione) lo capisco benissimo.

Meditare è tentare di stare completamente fermi per più di due minuti consecutivi… e non riuscirci.

Cosa c’entra Yoga con Charlie Hebdo?

In Yoga, Emmanuel Carrère deve interrompere bruscamente il suo ritiro per la meditazione Vipassana a causa degli attentati terroristici a Charlie Hebdo, settimanale satirico francese assaltato da un frangia yemenita di Al-Qaeda il 5 gennaio 2015.

A una prima occhiata potremmo dire che il terrorismo islamico non c’entri nulla con lo yoga.

La copia di Yoga di Francesca Raffaghello

Una copia di Yoga, di Emmanuel Carrère (Credits: Francesca Raffaghello)

Invece no: Carrère ci insegna che l’imprevisto e anche la tragedia fanno parte dell’esperienza della pratica della vita. Non è rimanendo ferma ed insensibile, chiusa nel mio Nirvana meditativo, che applico ciò che lo yoga mi insegna.

Al contrario, permettersi di soffrire o accettare di farlo è un buon modo per meditare.

La malattia psichiatrica e la pratica dello yoga

Emmanuel Carrère si propone di scavare l’animo umano a fondo. Arriva così in profondità che tocca l’ambito psichiatrico oltre che la psicologia. Nelle pagine di Yoga, ammette di essere affetto da depressione e bipolarismo e racconta di Erika, una sua amica conosciuta in un campo profughi a Leros, in Grecia, con l’esperienza di una sorella schizofrenica alle spalle.

Non solo: Erika, qualche anno prima, aveva avuto un ictus. Questo le ha lasciato uno strascico inquietante: alla sua sinistra vede un’ombra che la perseguita e la accompagna, spaventosa ma affettuosa allo stesso tempo.

Ebbene, l’autore riconosce quest’ombra alla sinistra di ognuno di noi. Ciascuno è accompagnato da una o più ombre – ne sanno qualcosa i ragazzi, i profughi, arrivati a Leros pieni di speranze e colmi di tragedie.

Quindi di cosa parla Emmanuel Carrère in Yoga?

Ecco, il tema predominante del testo non si sa quale sia.

Forse tratta dell’ombra alla nostra sinistra, forse della difficoltà di stare perfettamente fermi durante un’asana o durante la meditazione.

Francesca Raffaghello durante una pratica

Francesca Raffaghello durante una pratica (Credits: Thomas Noonan)

Sicuramente parla di noi, di quel che abbiamo dentro e del mondo che ci circonda, con tutte le sue brutture.

Non me ne vogliano i puristi, ma lo yoga è proprio questo: trovare e accettare il proprio posto nel mondo.

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