
The Witcher – La saga di Geralt di Rivia nei libri di Andrzej Sapkowski
Per gli appassionati di giochi di ruolo, The Witcher 3 è stato probabilmente uno dei migliori capitoli di un videogame degli ultimi dieci anni. Netflix ci ha poi messo lo zampino con la serie tv dedicata a Geralt di Rivia e il film di animazione incentrato su uno dei personaggi secondari della saga, il buon vecchio Vesemir. Praticamente chiunque sa che tutto ciò è stato tratto da una serie di libri scritta da Andrzej Sapkowski, autore fantasy polacco. Ma in quanti davvero hanno letto i libri di The Witcher, da cui sono nate queste vicende?
La difficile vita dei libri di The Witcher di Andrzej Sapkowski
La Saga di Geralt di Rivia, o Saga dello strigo in polacco, è composta al momento da due raccolte e sei romanzi. La pubblicazione in patria inizia nel 1990, ovvero sul finire del periodo di maggior splendore del fantasy, gli anni 80. Nei successivi nove anni è stata completato l’arco narrativo principale, mentre solo nel 2013 è uscito l’ultimo romanzo, La stagione delle tempeste, che narra di avvenimenti compresi tra la prima raccolta di racconti, Il guardiano degli innocenti, e gli altri libri della saga.

La copertina di Il guardiano degli innocenti, uno dei libri della saga di The Witcher scritti da Andrzej Sapkowski (Credits: Nord)
Le case editrici di tutto il mondo hanno cercato di rimediare al pastrocchio di racconti iniziale racchiudendoli in raccolte in ordine cronologico. Tra le curiosità della traduzione c’è anche la richiesta da parte di Andrzej Sapkowski che il tutto venga tradotto direttamente dal polacco, senza usare l’inglese come intermediario.
Ecco perché il termine witcher non appare in nessun libro della serie, se non in copertina.
Il nostro Geralt è quindi uno strigo.
Un mondo complesso e al tempo stesso descritto vagamente
Cosa possiamo dire a qualcuno che non conosce questo strano universo per descriverglielo?
In un mondo non ben specificato, su di un continente altrettanto anonimo, vive per nulla pacificamente un’accozzaglia di razze umanoidi. Uomini, nani, elfi e mezzuomini insieme a gnomi, folletti, driadi e vampiri. Sono sicuramente più le razze che dimentico di quelle che mi sono ricordata. La maggior parte delle razze presenti nella saga è un mix di tradizione fantasy e mitologia, soprattutto polacca, il che rende il tutto ancora più affascinante.
La presenza di così tante creature viene spiegata con l’arrivo degli esseri umani in un periodo relativamente recente, il che non ha impedito alla razza umana di prendere il sopravvento sul territorio.
Uno degli ostacoli maggiori che l’umanità ha incontrato sul proprio cammino di conquista è stata la presenza di numerose creature mostruose. Per combatterle i maghi umani idearono un mix di erbe, funghi, pozioni e magia che aveva il potere di trasformare un uomo in uno strigo.

Il celeberrimo ciondolo di Geralt di Rivia nei libri, nella serie e nei videogiochi di The Witcher (Credits: Nord)
Gli strighi sono dotati di forza soprannaturale e sensi acutissimi, oltre che di una resistenza e agilità fisica fuori dal comune.
The Witcher in persona: Geralt di Rivia, il motore narrativo della storia
Geralt di Rivia, il protagonista dei libri di The Witcher, è tutto tranne che fortunato.
Diventa infatti uno strigo nel momento in cui il numero dei mostri è drasticamente diminuito e il suo ordine si avvia al tramonto. Silenzioso e burbero ma dal cuore di panna (non diteglielo in faccia: vi sgozza), si fa sempre coinvolgere nelle peggiori situazioni, da cui di solito esce vincitore grazie alla propria abilità di spadaccino. I suoi amici sono strighi come lui, cantastorie rompiscatole e subdole maghe.
L’unica persona che lo ama senza un secondo fine è la sua figlia adottiva, che però ha il potere di distruggere il mondo. Ed è inseguita dalla Caccia Selvaggia, che in ogni sua rappresentazione nel folclore europeo significa sventura e morte.

La Caccia selvaggia nella visione del pittore norvegese Peter Nicolai Arbo, datata 1872 ed esposta alla Galleria nazionale di Oslo. In The Witcher cambiano i protagonisti della cavalcata sovrannaturale, ma non il terrore che genera (Pubblico dominio)
Chiunque conosca il mondo di Geralt sa quanto sia azzeccata e al tempo stesso fuorviante la descrizione che vi ho appena dato.
L’ambientazione medievale, il carisma dei diversi personaggi e la narrazione stessa sono perfettamente equilibrati. Andrzej Sapkowski sa spiegare interi avvenimenti in poche frasi, raramente è prolisso e le sue storie sono sempre piene d’azione.
Il punto di vista della storia passa da un personaggio all’altro, dando al lettore indizi fondamentali sugli avvenimenti che circondano lo strigo, e immergendolo nella psiche dei protagonisti.
Essere obiettivi con i libri di The Witcher è difficile
Aver letto i libri dopo aver giocato a The Witcher e aver visto la serie di Netflix con Henry Cavill ha sicuramente influenzato il mio punto di vista.
Alcune situazioni e personaggi vengono rispecchiati così fedelmente su questi media che è facile sovrapporli alle parole dell’autore. Posso quindi ammettere di amare in maniera viscerale questo universo, pur non essendo in grado di distinguere le fonti di questo amore.
Credo quindi che mi limiterò a godere appieno di tutto ciò che varrà pubblicato sul nostro Geralt, senza farmi troppe domande.
Voi cosa ne pensate?
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