Le impazienti, di Djaïli Amadou Amal – Il disvalore della pazienza


“Porta pazienza”, “I maschietti sono più immaturi, sopporta”, “Ti maltratta perché gli piaci”. Sono alcune delle frasi che qualsiasi bambina si sente dire, prima o poi. Nella cultura occidentale questo porta, di solito, a quella invasiva ma piuttosto sottile mentalità misogina per cui la donna sarà costretta a fare da madre al proprio compagno prima ancora che ai propri figli.

Insomma, le donne europee sono proprio fortunate.

Ed esistono ancora molte culture che inculcano questo mantra nelle teste delle giovani donne, fin da piccolissime, in modo ancora più forte, per renderle schiave obbedienti.

Le impazienti di Djaïli Amadou Amal, ci parla di queste donne, nate e cresciute in una parte d’Africa in cui antiche usanze tribali, unite a un islamismo distorto, fanno delle figlie una mera proprietà, paterna prima e del marito poi.

Le impazienti sono donne senza una propria identità personale

Djaïli Amadou Amal parla di realtà che conosce a fondo e che ha vissuto sulla propria pelle: nata nel 1975 nell’estremo nord del Camerun, la scrittrice e attivista femminista è riuscita a sfuggire a ben due matrimoni combinati. Dotata di una straordinaria forza d’animo, riesce a scappare dal secondo marito e a diventare la “voce dei senza voce” nel suo Paese, ottenendo quindi anche l’attenzione delle case editrici europee.

Le impazienti, di Djaii Amadou Amal

(Credits: Solferino)

La parola chiave di questo romanzo è proprio pazienza (munyal, come si dice in fulani) come unico valore per una donna nel matrimonio e nella vita.

Tutta la tradizione della vita femminile è incentrata sull’asservimento a un uomo, come anche quella dei figli. Se infatti la madre venisse ripudiata dal marito, anche i figli di lei ne pagherebbero le conseguenze, diventando dei reietti agli occhi del padre.

Tre protagoniste diversissime tra loro, un unico angosciante destino

Ramla, Hindou e Safira sono le tre voci di Le impazienti, le cui vite si intrecciano loro malgrado.

Ramla è intelligente, si è diplomata al liceo e sogna l’università. Pensa di essere a un passo dalla libertà perché al ragazzo che ama è stata concessa la sua mano, e sa che lui la porterà lontano dalle famiglie opprimenti. I suoi sogni sono destinati a spezzarsi quando un uomo molto più vecchio e influente deciderà di volerla in moglie. Ma Ramla non è destinata a piegarsi.

Hindou è una sorella di Ramla da parte di padre. Docile e dolce, precipita in un incubo quando viene destinata in moglie a un cugino. Il suo futuro marito ha fama di violento e perdigiorno, e già una volta ha tentato di molestarla. La giovane tenta di lottare, cerca aiuto, ma non ha via di scampo in una cultura che mette le donne l’una contro l’altra proprio per evitare ribellioni.

Nessuna via di scampo, se non la sua stessa mente.

La copertina del romanzo di Djailli Amadou Amal, Le impazienti

La copertina del romanzo di Djaïli Amadou Amal, Le impazienti (Credits: Erika Biggio)

Safira non è più giovane coi suoi trentacinque anni, ma è ancora molto bella ed è l’unica moglie del suo sposo in una cultura tradizionalmente poligamica. Finché il marito un giorno non porta a casa la diciassettenne Ramla, bellissima e giovane, da cui viene immediatamente soppiantata. Safira non è disposta ad arrendersi e trama alle spalle della sua “sorella minore”, fino a ordine un complotto per liberarsene.

Ne uscirà vincitrice, senza realizzare di essere lei stessa ingranaggio complice di una cultura che la tiene prigioniera.

Un lavaggio del cervello culturale non lascia scampo alle donne

Queste tre donne sono diverse tra loro, eppure vivono sulla propria pelle la stessa violenza – spesso fisica ma sempre mentale – che le incastra in una gabbia senza vie di fuga.

Più o meno lucidamente consapevoli del destino delle donne nella società a cui appartengono, ognuna ne affronta il significato in maniera differente. Chi non si arrende e sogna la libertà nel nord del mondo, chi pronta a sottomettersi, chi non sa vedere altre possibilità.

La quarta di copertina di Le impazienti

La quarta di copertina di Le impazienti (Credits: Solferino)

Non è sorprendente che sia proprio Ramla, l’unica ad aver continuato gli studi, a non arrendersi alla vita che le è stata imposta.

L’ignoranza in cui vengono volontariamente mantenute molte giovani donne è fondamentale per assicurarne l’asservimento. La totale dipendenza dalla volontà di un uomo le abitua sin dall’infanzia a non ribellarsi, come hanno fatto le loro madri prima di loro, e le madri delle loro madri.

Djaïli Amadou Amal parla della pazienza come strumento di schiavitù mentale

La pazienza che incarnano le rende martiri inconsapevoli nelle loro stesse case. Sono cattive figlie, mogli e madri se non sopportano ogni angheria con il sorriso sulle labbra. Non rispettano i precetti del Corano se sognano di studiare, o anche solo un marito che non le picchi ogni santo giorno. Sono donne malvagie se desiderano esercitare un minimo di controllo sulla propria vita.

Le impazienti sono donne portate all’estremo delle proprie forze mentali, esaurite e sfruttate da una cultura che le considera mere merci di scambio.

Portare pazienza non è una virtù, bensì un modo per assicurarsi che il giogo sia ben saldo sul proprio collo.

Ribellatevi, sorelle, ribellatevi!

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