La mia prediletta, di Romy Hausmann – A ognuno la sua verità


La mia prediletta è una fortunata opera di Romy Hausmann. In quasi 400 pagine, l’autrice tedesca gioca con grande cura con i punti di vista di persone apparentemente normali.

State per entrare in un romanzo destinato a ossessionarvi, a distruggere le pareti che separano la realtà dalla fantasia. Nessun trucco: solo una perfetta armonia di prospettive, giochi d’ombra emotiva proiettati nel muro del trauma che abita in ogni personaggio.

E sarà impossibile resistere a quella potenza, a quella verità che vi trascinerà sul fondo dove i protagonisti vivono, lontani dalla luce.

La mia prediletta: ma chi è?

Dopo essere stata investita da un’auto sul ciglio di un bosco, una donna viene trasportata in ospedale. Con lei c’era una bambina dalla pelle bianca e gli occhi di ghiaccio. Se non fosse per lei, la donna sarebbe rimasta anonima: incoscente e senza documenti, era la madra della piccola e e si chiamava Lena.

La copertina di La mia prediletta, romanzo di Romy Hausmann

La copertina di La mia prediletta, romanzo di Romy Hausmann (Credits: Giunti)

Arrivati in ospedale, la bambina è costretta a lasciare Lena per essere visitata e interrogata. Si scopre il suo nome, Hannah, ma il cognome le era sconosciuto, così come il nome di suo padre o l’indirizzo di casa sua. Eppure il suo bagaglio culturale era davvero notevole, così come la sua proprietà di linguaggio.

Non è solo il comportamento insolito di Hannah a terrorizzare i medici: con innocenza confessa a un’infermiera che l’intervento della polizia non era necessario: dopotutto c’era già Jonathan, suo fratello, a pulire quelle brutte macchie rosse sul tappeto.

Romy Hausmann narra di una caduta libera verso la follia

Oltre alla sensazione claustrofobica che crea il romanzo, rabbia, angoscia, terrore si alternano in un’altalena di emozioni che, incontrollate, accomunano i personaggi che popolano la storia. A dettarne il ritmo restano imprevedibilità, inquietudine e incertezza, elementi che trasportano il lettore fino a un finale per nulla scontato. Uno in grado di fare la differenza.

Tradotta in 19 Paesi, questa indagine del commissario capo Gerd Brühling ha portato a Romy Hausmann a oltre 250mila copie vendute solo in Germania. Un bel successo di un’altra penna tedesca, dunque, come quello avuto da Wulf Dorn con La psichiatra.

Un dettaglio della copertina del thriller di Romy Hausmann

Un dettaglio della copertina del thriller di Romy Hausmann, La mia prediletta (Credits: Giunti)

La mia prediletta è un thriller psicologico che spaventa per la sua semplicità, ma allo stesso tempo stupisce per gli innumerevoli cambi di prospettiva. Lo stile pulito e preciso di Romy Hausman concede una lettura scorrevole nonostante il cambio repentino di punto di vista. A ogni peronaggio la sua personalità, le sue debolezze e paure. Impossibile non immedesimarsi.

Le pagine de La mia prediletta rivolgono al lettore sprazzi di quotidianità, sporcata dalle difficoltà di un trauma profondo che Romy Hausmann ha sapientemente legato all’evoluzione della trama.

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