Sortilegi, di Bianca Pitzorno – Paura, amore e superstizione


Sortilegi. Malocchio. Strega. Maledizoni.

Mentre la peste stava sterminando il suo piccolo villaggio, la piccola Caterina rimane orfana. Tutta la sua famiglia è stata spazzata via dal morbo e lei sceglie di rimanere nella sua casa, da sola, nel bosco.

La copertina di Sortilegi, di Bianca Pitzorno

La copertina di Sortilegi, di Bianca Pitzorno (Credits: Bompiani)

Passano gli anni, Caterina cresce e diventa una splendida ragazza: selvaggia come la natura che ha imparato a conoscere e diffidente nei confronti degli abitanti del villaggio. 

La strega è il racconto che apre questo romanzo breve di Bianca PItzorno. Lo stesso titolo, Sortilegi, ci fa capire subito che non sarà una lettura come tutte le altre. La storia di Caterina scatena nel lettore una profonda riflessione su se stesso e sul potere delle parole.

La colpa di essere diverse

Sebbene io non prediliga molto i racconti brevi, ho trovato Sortilegi un romanzo potente e di grandissimo impatto emotivo.

Ho capito subito che Caterina mi sarebbe rimasta addosso come una seconda pelle. Bella, intelligente e soprattutto diversa dal volgo, viene additata come strega, come portatrice di sventure. In fondo come può una bella ragazza vivere da sola? Siamo nel 1600, e coltivare i campi è un compito prettamente maschile, così come occuparsi del bestiame.

Quindi come può una giovane ragazza aver imparato a fare tutto da sola? Si tratta sicuramente di una serie di sortilegi che lei stessa scatenerà sul villaggio.

Una composizione fotografica con protagonista una copia di Sortilegi, l'ultimo libro di Bianca Pitzorno

Una composizione fotografica con protagonista una copia di Sortilegi, l’ultimo libro di Bianca Pitzorno (Credits: Silvia Liotta)

Superstizione appunto. Perché l’unica colpa di Caterina è quella di essere emancipata. Quante di noi si sono sentite stigmatizzate per qualcosa nella loro vita? In fondo una donna “non sarà mai in grado di capire la matematica, la scienza o la chimica“. E non scordiamoci che “donna al volante, pericolo costante”. Queste sono solo alcune dei modi di dire che ancora ora vengono detti.

Ma siamo sicuri che se fossimo nel mondo di Caterina anche noi non saremmo state additate come streghe?

Sortilegi: tre racconti, tre spaccati del nostro passato

Attraverso le altre due storie (Maledizione e Profumo) Bianca Pitzorno ci dona i pezzi mancanti del puzzle che si incastreranno alla perfezione con la storia di Caterina, permettendoci di comprendere il messaggio che lei stessa ha pensato per noi.

Grazie a un’accurata scelta lessicale, la lettura di Sortilegi ci porta indietro nel tempo. La dimensione sembra quella della favola raccontata di fronte al fuoco, una storia tramandata oralmente durante le lunghe notti invernali.

I sortilegi sono il filo conduttore dei tre racconti, insieme all’invidia, alle malelingue e alla solitudine. Tutti i protagonisti sono soli contro un muro fatto di pregiudizi e preconcetti. Soli di fronte al pensiero contorto della gente. Soli di fronte alle malignità.

Paura. Superstizione. Amore. I più grandi Sortilegi

Bianca Pitzorno ancora una volta riesce a cogliere l’animo umano con le sue innumerevoli sfacettature, non sempre positive, e lo trasporta su carta dando a ogni lettore una chiave di lettura personale.

In Sortilegi le chiavi sono molte. Ogni lettore interpreterà la natura crudele dell’uomo in un modo diverso, adattandolo al proprio passato e facendolo diventare proprio.

Alla fine dei tre racconti rimane l’amaro in bocca per le anime marchiate dalle cattiverie di chi avrebbe dovuto proteggerli e amarli. Una lettura intensa, senza eguali.

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