Piranesi – L’enigmatico ritorno di Susanna Clarke, autrice di Jonathan Strange & il signor Norrell


Piranesi di Susanna Clarke è decisamente un ritorno a lungo atteso. Dopo aver folgorato il mondo con il suo strepitoso Jonathan Strange & il signor Norrell, sono passati sedici anni di quasi totale silenzio. Questo da parte di un’autrice che era stata messa dai critici allo stesso livello dei mostri sacri del fantasy inglese, J.R.R. Tolkien e C.S. Lewis.

Non si può dire certo che l’attesa sia stata vana: Piranesi, anche se lontano nella mole dal suo predecessore, è un piccolo gioiello. Del romanzo precedente conserva la voglia di confondere il più possibile il lettore, i riferimenti arguti e la capacità di non far staccare gli occhi dalle pagine.

Un fantasy lontano dagli schemi tradizionali, enigmatico, capace di affascinare e spaventare al tempo stesso.

Piranesi è decisamente un protagonista particolare

La copertina di Piranesi, di Susanna Clarke

La copertina di Piranesi, di Susanna Clarke (Credits: Fazi editore)

Piranesi, il protagonista, è un Figlio della Casa. L’unico altro abitante della casa è, appunto, l’Altro. Piranesi ama la Casa, la conosce come le sue tasche: sa quando stanno per arrivare le pericolosissime Maree, per quanti Saloni e Scaloni si estenda la sua bellissima Casa.

Ne apprezza la benevolenza, sa pescare nel Mare del seminterrato, si prende cura di tutti i Morti che popolano la casa. Parla con gli uccelli che la popolano. E conosce a memoria ognuna delle migliaia di Statue che, silenziose, vivono nelle stanze della Casa.

Confusi? È proprio la sensazione che avvolge chiunque prenda in mano questo libro. Come una narrazione iniziata in medias res, ci si arrovella per capire il mistero di questo protagonista a metà tra la figura del buon selvaggio e del filosofo greco.

Perchè Piranesi ama la Conoscenza e la Ragione, e il suo scopo principale all’interno della Casa è quello di esplorarla per conto dell’Altro. Come un moderno Diogene, Piranesi ama il proprio ascetismo e la continua ricerca di qualcuno che, come lui, abiti gli immensi Saloni della Casa.

Comprendere ogni riferimento non sarà facile

Il simbolismo di questo romanzo è stratificato, partendo dal nome stesso del protagonista. Piranesi fu infatti un incisore veneziano del XVIII secolo, famoso per aver inspirato con le proprie opere labirintiche il celebre Escher. La Casa è una sorta di iperuranio al contrario: è un luogo in cui le idee vanno a morire sotto forma di Statue marmoree.

La scrittura stessa è simbolica: Piranesi, prigioniero senza sapere di esserlo, inventa un calendario totalmente oggettivo e dà un nome proprio a tutto ciò che lo circonda. La Casa è il mondo, Saloni Vestiboli e Scaloni ne sono le regioni.

Tutta questa meraviglia merita l’iniziale maiuscola.

Non lasciatevi ingannare dalla Casa descritta da Susanna Clarke

Ogni tanto la maschera si incrina: come fa il nostro buon selvaggio, nella sua aliena innocenza, a riconoscere l’odore della benzina? La gomma della suola delle scarpe? Il polimero sintetico della rete da pesca che l’Altro gli ha così generosamente donato?

Un dettaglio della copertina del romanzo di Susanna Clarke

Un dettaglio della copertina di Piranesi, di Susanna Clarke (Credits: Fazi editore)

Inizia così un viaggio al contrario, in cui Piranesi sembra esporre i propri dubbi e le proprie paure direttamente al lettore. La mente analitica del protagonista esamina teorie, scarta antiche certezze e ne emerge sempre più confusa: chi è davvero Piranesi?

Come tutte le buone letture, questo libro vi lascerà un senso di profonda soddisfazione. Se state cercando il fantasy in stile cappa e spada, Piranesi non fa per voi. Se invece amate un buon enigma, una storia ben narrata e un finale in divenire, ve lo consiglio spassionatamente.

+ Non ci sono commenti

Aggiungi