Agostino, di Alberto Moravia – Essere ancora e non essere più


Agostino, protagonista del romanzo omonimo di Alberto Moravia, è un ragazzo di tredici anni che scopre la sessualità. Ma la scoperta non è piacevole. Il dado è tratto, ormai, e non può più tornare indietro: è condannato ad avere desideri da uomo in un corpo di fanciullo.

Perché proporre oggi questa lettura? Perché un racconto come questo – realistico fino a un certo punto – può dire qualcosa al nostro presente.

Ma andiamo per ordine.

Primo motivo per leggere Agostino di Alberto Moravia

Agostino, dicevamo, è un romanzo di Alberto Moravia, uscito nel 1944. E qui devo inserire una postilla: come tutti gli anni, intorno al 25 aprile, leggo (o rileggo, come direbbe Calvino) un autore del Neorealismo. Lo scorso anno era toccato a Cesare Pavese, quest’anno è toccato ad Alberto Moravia. A ciascuno il suo, per dirla alla Sciascia.

Come sempre, sperando che questo articolo non finisca nelle mani degli [forse meglio “dei miei studenti”?] studenti, conoscevo Alberto Moravia come un nome dell’elenco della spesa del Neorealismo.

Moravia: Gli indifferenti, 1929. (Persino l’anno!)

La copertina di Agostino, di Alberto Moravia

La copertina di Agostino, di Alberto Moravia (Credits: Bompiani)

Così mi sono detta: perché non scoprire sul serio questo autore? E sono partita dalla vita.

Tranquilli, non vi tedierò sui dettagli biografici. Però mi hanno colpito tre elementi, che condivido. Primo elemento: ha avuto un’infanzia difficile e malaticcia, che gli ha impedito di essere “come tutti gli altri”. Per contro, ha trascorso ore e ore a leggere, di tutto, tanto da avere una cultura superiore alla media rispetto ai suoi coetanei. Un nuovo Leopardi?

In secondo luogo: è morto nel 1990. Mi direte: e quindi? Vi risponderò: mi scordo sempre che i classici che la scuola propina possano essere vissuti “poco” prima di noi. 1990! I Millennials [senza la maiuscola e soprattutto senza la S!!!] c’erano già!

Infine, [ho cambiato “uno due e tre” perché fai la stessa cosa dopo e crea confusione] è stato un autore poliedrico, uno scrittore, giornalista, reporter, anche regista e sceneggiatore. Un po’ come il suo amico Pasolini, ma con un carattere del tutto diverso.

Quindi, il primo motivo per leggere Agostino di Alberto Moravia… è perché è un’opera di Alberto Moravia. [modificato per la parola chiave] Uno scrittore che sa essere contemporaneamente coinvolgente e distaccato da ciò che racconta, tanto che i suoi racconti, che vengono coperti dall’ala del Neorealismo, a tratti sembrano paradossali.

Il personaggio principale del romanzo di Alberto Moravia

Il secondo motivo per leggere questo romanzo è proprio la figura di Agostino. Ragazzo di città, figlio unico, vive con la madre ed è abituato al lusso e alle comodità. Non ama i cambiamenti. Timido e impacciato, è fiero di girare con sua madre – una donna ancora molto bella, nonostante l’età. Durante le vacanze al mare, ama pavoneggiarsi con lei e si sente importante. Ama le gite in barca con sua mamma, ama il prendere il sole di lei, ama che la gente si giri per guardarla ma lei ha occhi solo per lui.

Eppure, un giorno sua madre va in gita in barca con un perfetto estraneo, bello e giovane. E fa la civettuola. Agostino non comprende ma sente montare dentro di lui una gelosia malsana. Il giorno dopo, andranno in gita tutti e tre: Agostino guida e resterà sulla barca mentre i due giocheranno nell’acqua e prenderanno il sole nella zona a poppa. E Agostino sente gridolini, suoni, rumori, risate alle sue spalle. E non capisce, o fa finta di non capire.

Un dettaglio della copertina del romanzo di Alberto Moravia

Un dettaglio della copertina del romanzo di Alberto Moravia, tratto dal film Agostino del 1962 (Credits: Bompiani)

Arrabbiato, dopo quella gita si rifugia in cabina. Qui incontra un ragazzo, Berto, che sta giocando a nascondino con altri amici. Agostino giocherà con loro in cambio delle sigarette della madre.

E Berto lo porta in un mondo totalmente diverso rispetto a quello cui era abituato. Il bagno dove giocano i ragazzi è l’ultimo: è povero e spoglio. Tutto sa di abbandono e di periferia, tutto sa di marcio. I ragazzi lavorano per un uomo di dubbia reputazione e lo ammettono ai loro giochi solo perché è diventato il loro capro espiatorio.

Ma i ragazzi non solo svezzano Agostino circa il linguaggio, il gioco, il mangiare, il fumo. Anche sul sesso. Discorsi, solo discorsi, che però potrebbero diventare realtà.

La tragedia di Agostino e la sessualità

Il terzo motivo per cui leggere Agostino di Alberto Moravia è proprio sulla sua iniziazione sessuale. Agostino è un ragazzo ingenuo e puro, che non ha le parole per pensare il sesso: non lo concepisce neanche, tanto che, all’inizio, non percepisce neanche sua madre come donna.

Scopre la sfera della sessualità con l’uomo che va in barca con sua madre, un uomo che lo copre con la sua ombra quando arriva vicino all’ombrellone per chiedere alla madre di fare un’uscita in barca: la virilità di lui copre l’infantilità di Agostino, anche metaforicamente. Agostino intuisce qualcosa quando i due si appartano sulla barca mentre lui guida: non vede niente ma sente, e amplifica questi rumori nella sua fantasia.

Con le parole dei ragazzi, intuisce cosa sia il sesso: ora inizia ad avere anche un linguaggio per parlarne. Poi vede la nudità dei ragazzi mentre fanno il bagno e lui invece si vergogna e non vuole farsi vedere da loro. Giunge quindi a una nuova consapevolezza: quella di essere uomo e di poter soddisfare i suoi desideri.

In questo crescendo cerca, con scarsi risultati, di fare esperienza diretta di ciò che ha udito, immaginato e visto. E la sua tragedia sarà quella di “scoprirsi nudo” come Adamo ed Eva, ovvero la consapevolezza di non essere più un ragazzo ingenuo ma un uomo, che prova forti pulsioni verso l’altro sesso. Ma il suo desiderio continuerà a restare insoddisfatto.

Una scena del film Agostino, del 1962, ispirato al romanzo di Alberto Moravia

Una scena del film Agostino, del 1962, ispirato al romanzo di Alberto Moravia (Credits: Altea Film)

Perché dunque la tragedia di Agostino? Agostino ha acquisito consapevolezza di come si potrebbe provare piacere ma non può, per motivi diversi, ancora dar sfogo ai propri desideri. Come continuerà la sua vicenda? Questo evento ha cambiato il suo modo di vedere il mondo? Ci saranno delle conseguenze? Il libro si interrompe alla fine della vacanza e lascia al lettore una crescente insoddisfazione.

Perché, quindi, leggere Agostino di Alberto Moravia?

Leggere Agostino di Alberto Moravia, oltre a fornire uno spaccato degli anni Venti-Trenta, [trattino, non la barra: non sono alternativi] trasmette un’angoscia e un dolore che perfettamente rispecchia il male di vivere precedente alla guerra, l’insoddisfazione, l’insicurezza di non essere abbastanza e il desiderio di essere adeguatamente riconosciuto.

Desideri proibiti, esclusione dalla vita adulta ma non più bambina, quella perenne via di mezzo che limita la serenità.

Insomma, è una lettura chiave per comprendere il pensiero di Moravia, da quello giovanile di Gli indifferenti [immagino intendessi questo] agli scritti più maturi dopo la guerra.

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