Via dalla pazza folla – L’amore e i personaggi del libro di Thomas Hardy


Via dalla pazza folla di Thomas Hardy è una storia d’amore scritta nel 1874.

Perché vi propongo una storia d’amore, per di più di epoca vittoriana? Primo: per via dei postumi del Natale (attenuati, quest’anno, ma sempre presenti). Secondo: perché avevo visto da poco il film omonimo del 2015 e, incuriosita perché alcuni alcuni elementi non mi tornavano, ho comprato il libro.

Quindi lo hai letto dopo aver visto il film?
(Sguardi di lettori fissi su di me)
Sì. Ho letto il libro dopo.

L’amore, in tante forme

Via della pazza folla è un libro tradotto per la Garzanti da Piero Jahier e Maj-Lis Rissler Stoneman: nella mia edizione, i nomi erano tradotti “all’italiana” – quindi Gabriele al posto di Gabriel, Batsceba al posto di Bathsheba e Franco al posto di Frank. Non mi capitava da un po’ e la cosa mi ha fatto sorridere. È uno dei libri scritti da Thomas Hardy, quell’autore inglese che si studia a scuola di solito per Tess dei d’Ubervilles e Jude l’oscuro. 

Ma mi ha colpito sul serio, alla fine. E il motivo sta proprio nella frase d’esordio, che ora correggo.

Via dalla pazza folla è una storia di diverse forme di amore.

I primi capitoli di Via dalla pazza folla

Via dalla pazza folla di Thomas Hardy - copertina

Copertina (Credits: Garzanti editore)

Gabriel è un fittavolo, ovvero un affittuario di un terreno agricolo. Ha faticato tanto per raggiungere tale risultato, lui, nato come pastore. In effetti, delle greggi sa tutto e punta su di esse per ricavare una cospicua rendita.

Un giorno, incrocia per strada Bathsheba, una ragazza di otto anni più giovane venuta a vivere con la zia. Nonostante l’età, dimostra fin da subito un carattere forte e caparbio. Gabriel si innamora a prima vista di lei e la chiede in sposa. Lei non accetta: non si vuole sposare. Vuole rimanere una donna indipendente.

Per una serie di circostanze, in breve tempo Gabriel perde il proprio gregge e Bathsheba diventa ereditiera di una tenuta di un lontano zio. I due si ritroveranno nel momento in cui Gabriel inizierà a lavorare per lei. Non facendo mai riferimento al legame passato.

Nella sua nuova condizione di padrona, Bathsheba avrà altri pretendenti. Riuscirà a mantenere fede al suo desiderio di indipendenza? In una società – quella vittoriana – centrata sul matrimonio e sull’uomo?

Se non avete mai letto il libro, vi suggerisco di fermarvi qui. Se invece conoscete già la vicenda, vi invito ad andare oltre, per un’analisi dettagliata dei personaggi.

Bathsheba, protagonista di Via dalla pazza folla 

Bathsheba è una donna giovane ma testarda e piena di sé. Crede sempre di avere ragione e di non aver bisogno di nessuno e di niente, neanche dell’amore. Ama stare al centro dell’attenzione e ama farsi notare ma non ha bisogno di vestiti particolari o di gioielli, anzi! Personaggio forte, prende in gestione la fattoria dello zio e decide di diventare lei stessa fattore, cioè amministratrice delle sue terre. Non si fida di nessuno, se non di se stessa e del suo cuore.

Lei è il personaggio che più cambierà nella storia. Inizialmente, associa la forza di carattere all’autarchia. Col tempo, acquisirà maggiore consapevolezza della società in cui vive, delle persone che le stanno attorno e di sé.

E capirà che la vera forza è ammettere di avere bisogno, accettare l’aiuto degli altri, ed essere responsabile delle proprie scelte, anche se fanno male.

I protagonisti maschili

campagna inglese - pixabay

Campagna inglese (Credits: PublicDomainPictures, Pixabay)

Gabriel è il personaggio più stabile di tutta l’opera. In primo luogo, per il suo amore per Bathsheba, che non diminuirà mai neanche quando lei si comporterà in modo totalmente inappropriato. Sarà sempre sincero con lei, nel bene e nel male. E l’ama e l’amerà sempre esattamente per quello che è.

Non rivendica mai il suo amore, neanche nei momenti di debolezza per entrambi. Il suo unico desiderio è starle vicino il più possibile. Oltre a questo forte sentimento, Gabriel è un uomo maturo che sa ciò che vuole e lavora per ottenerlo. Infatti, ripartito da zero, in breve tempo diventerà il fattore non di una, bensì di due fattorie, quella di Bathsheba e quella del signor Boldwood.

Il signor Boldwood è il fittavolo limitrofo di Bathsheba. Uomo impermeabile ai sentimenti e ai piaceri mondani, per via di alcuni eventi si innamora perdutamente della ragazza. Il suo amore diventa ben presto ossessione e lui perde la ragione.

Il sergente Troy è un giovane poco più grande di Bathsheba: bello, simpatico e di buona compagnia. Affascina lei tanto quanto lei affascina lui. Ma è una persona scostante, che ama il denaro senza accettarne la fatica: non lavora mai alla fattoria, sta fuori casa tutto il giorno, scommette e perde i soldi della moglie.

Bathsheba e il confronto con i personaggi di Jane Austen

La forza del romanzo non sta nella protagonista. Bathsheba non ha nulla delle qualità intramontabili dei personaggi femminili di Jane Austen o delle sorelle Bronte, e neanche di altre donne celebri della letteratura.

Al loro confronto, Bathsheba risulta quasi ridicola – un po’ come Emma di Flaubert. Infatti, l’autore Thomas Hardy si accanisce contro la sua eroina: lei rappresenta tutto quello che non era più possibile né reale in una società vittoriana di fine secolo.

Ma non voglio leggere il romanzo solo come una satira, perché sarebbe riduttivo. La forza di Via dalla pazza folla è la manifestazione di forme diverse di amore, più o meno stabili, più o meno sincere.

Via dalla pazza folla è un intreccio di amori

paesaggio mare tramonto pixabay

(Credits: Analogicus, Pixabay)

La prima forma di amore è quella di Gabriel. Il suo è un amore che nasce come una fiamma – come tutti, è inizialmente colpito dall’indipendenza di questa incredibile giovane donna – ma che col tempo diventa più maturo e incondizionato.

Gabriel ama Bathsheba esattamente per quello che è, per quel suo voler essere forte a ogni costo ma anche per quella sua insicurezza di fondo. Per il suo essere schietta e caparbia ma anche mansueta e gentile. E per la sua splendida voce quando canta. Oltre alla sua capacità di gestire una fattoria da sola composta in larga misura da uomini. Il suo amore è come il mare: alle volte calmo, alle volte in tempesta, ma sempre presente.

Poi, vi è l’amore di Boldwood, che è quell’amore che nasce dall’inganno e dall’ossessione. Un amore che non porta da nessuna parte. Quasi un’idolatria. Quel tipo di sentimento che non vede veramente, che pone l’oggetto del proprio amore sotto una campana di vetro e non accetta suggerimenti di altri. Quell’amore non sano, che mette in difficoltà l’oggetto stesso dell’amore, il quale potrebbe alla fine concedersi ma solo per la difficoltà nel dire di no.

I protagonisti del film tratto dal romanzo di Thomas Hardy, diretto da Thomas Vinterberg

Carey Mulligan e Matthias Schoenaerts, I protagonisti del film diretto da Thomas Vinterberg (Credits: Fox)

Un altro amore ancora è quello di Troy. Il suo amore è un uragano. Arriva all’improvviso, è totalizzante, permea tutto della sua presenza. Ma poi, quando finisce, all’improvviso proprio come è iniziato, bisogna leccarsi le ferite, rimboccarsi le maniche e fare la conta dei danni. Danni che sono immensamente maggiori rispetto alle previsioni e che spesso lasciano segni indelebili, sul corpo e nell’anima.

Via dalla pazza folla, l’ostacolo e la motivazione alla lettura

La difficoltà maggiore del libro sta nello stile. Thomas Hardy è un autore ottocentesco e, in quanto tale, addobba il libro con numerose descrizioni: dei personaggi, dei luoghi, delle situazioni. Spesso fa anche riferimenti o citazioni letterarie non sempre facili da cogliere.

Inoltre, talvolta usa una narrazione corale, come Verga: i personaggi secondari – e sono molti – discutono tra loro su eventi già successi o che devono ancora accadere. In questi spaccati di vita, Hardy fa risaltare l’opinione popolare su tematiche importanti, quali il rispetto per l’altro, per i morti, il codice di comportamento, le idee degli uomini sulle donne – e viceversa. Ma non bisogna fermarsi ai primi capitoli del libro, come in casa d’altri non si sta sulla porta. Dopo la fatica iniziale, il testo regala forti emozioni.

Quindi, perché leggerlo? Perché è interessante seguire l’evoluzione di tutti i personaggi. Nessuno è statico: lo stesso Gabriel ha alti e bassi, a seconda delle circostanze, proprio come nella vita. E perché nonostante tutto la storia – delicata in alcuni momenti e travolgente in altri – parla d’amore.

Anzi, di amori. 

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