
Stereotipi da romanzi rosa – I topos letterari negli Harmony e altri libri da edicola
Tutti abbiamo un interesse di cui ci vergogniamo, che pensiamo sia immaturo, di cui non parliamo con nessuno. Eppure se qualcosa ci attrae, rilassa o semplicemente piace non è giusto lasciarsi mettere alla berlina!
Che vi piaccia guardare video di brufoli che esplodono, giocare ad “Acchiappa la talpa” o fare jogging, è giunto il momento di riappropriarsi delle proprie passioni. Sono qui per ammettere uno dei miei maggiori guilty pleasures: i romanzi storici. E non sto parlando solo di quei mattoni impegnati che delineano nel dettaglio la vita dei grandi del passato o comunque imbevuti di un certo livello di serietà.
Sto parlando di quelle copertine imbarazzanti, con lei seminuda riversa tra le braccia di lui, muscolosissimo e dallo sguardo adorante, e sullo sfondo un qualsiasi castello medievale di un qualsiasi Paese nordeuropeo. Insomma, la quintessenza degli stereotipi da romanzi rosa.
Ecco, l’ho detto. Per anni, quando ero particolarmente stressata, mi sono fiondata in edicola a comprare quei libri. Vorrei condividere con tutti voi quello che ho imparato a riguardo.

Baci al tramonto e altri stereotipi dei romanzi rosa (Credits: Gabriel Bastelli)
I punti fermi: 5 stereotipi dei romanzi rosa da edicola
Non tutto il male viene per nuocere e la conoscenza va sempre condivisa. Ecco a voi i cinque punti irrinunciabili di questo genere di romanzi.
1. Highlands, brughiere e scogliere scozzesi
La Scozia piace a tutti, o comunque le isole britanniche in generale. Non so se sia dovuto alle origini delle autrici – per la maggior parte americane e anglosassoni – o per l’oggettivo fascino delle terre di Albione, ma il 90% del materiale è ambientato lì.
A favore ci sono sicuramente le verdi brughiere, i castelli, e periodi storici talmente incasinati che uno potrebbe infilarci intere saghe senza che uno storico riesca a smentire dimostrando i fatti. Sicuramente dopo l’uscita della La straniera di Diana Galbadon (Outlander, se seguite la serie tv) e della sua decina di seguiti, il turismo in Scozia credo sia raddoppiato. E anche io possiedo la foto di rito del campo di battaglia di Culloden.
2. Crocerossine, crocerossine ovunque
La sindrome da crocerossina è sempre in auge. Queste tenere fanciulle che vedono un uomo grande e grosso, indurito dalle battaglie della vita (vere e metaforiche) e pensano: “Io ti guarirò”. No, esimia testa di pera, tu finito il periodo da innamoratini rischierai di prendere solo un buon numero di mazzate.
Lo ben so che nell’anno Mille Guglielmo il Conquistatore non aveva attrezzato l’esercito di supporto psicologico, e proprio per questo se il tuo buon papà ti dice “Fuggi da quest’uomo figlia mia”, faresti bene ad alzare la gonna e correre verso il convento più vicino.
3. L’epoca vittoriana
Londra e la campagna inglese la fanno da padrone in questo filone, non troppo sottilmente ispirato a Orgoglio e pregiudizio, le cui trame base sono: lui bello e ricco si innamora di lei zitella insignificante, lei bella e giovane si innamora di lui più vecchio oscuro e tenebroso, matrimonio combinato in cui gli sposi passano dal non sopportarsi all’amarsi follemente e infine il matrimonio causato dall’estrema povertà di una delle due parti, di solito lei.
Se trovate altre trame siete pregati di dirmelo perché ormai la noia mi assale.
4. Il sesso!
Ora, questi romanzi sono per la maggior parte sottilmente erotici. Qualcuno è più esplicito, qualcuno meno. Quello che li rende poco credibili è l’ammontare di orgasmi. Questa tenera fanciulla era vergine fino a un minuto fa, lui è dotato come uno stallone e al terzo colpo lei viene.

Neppure i Simpson si sono tirati fuori dal parodiare le tipiche atmosfere e stereotipi dei romanzi rosa (Credits: Fox)
Qualcuno per cortesia mi spieghi come sia possibile perché probabilmente sto sbagliando tutto io a questo punto. Inoltre, non ci sono mai fluidi vitali scomodi. Mai un punto bagnato, mai una corsa in bagno, mai che si sveglino incollati l’uno all’altra tipo velcro. Non è per essere polemica, ma questi romanzi hanno decisamente creato aspettative irrealizzabili per milioni di giovani donne.
5. Il linguaggio
Da una parte il goffo tentativo di emulare il vocabolario di ere ormai svanite da secoli, di un tempo più nobile e cavalleresco. Dall’altra, la difficoltà di trovare il quindicesimo sinonimo per la parola “pene”. E il trecentesimo per “seno”. E no, i tuoi “rosei picchi carnosi” non “fremono al suo sguardo”. O tutti gli altri millemila topos che rendono queste letture così esilaranti per chi le sfoglia con occhio cinico e così struggenti per gli animi romantici.
Gli stereotipi dei romanzi rosa: Guilty pleasure fantastici e dove trovarli
Mantenendo un minimo di spirito critico, possiamo dire che, come in tutti i generi letterari, ci sono libri scritti meglio e libri scritti peggio. Sicuramente quello del romanzo storico romantico è un genere di secondo piano, deriso e bistrattato, ma sempre presente.

Una copertina qualsiasi presente sullo scaffale dell’autrice. Lui non è a petto nudo, perchè non vogliamo nutrire gli stereotipi (Credits: Erika Biggio)
Edicole, bar della stazione e librerie, non c’è luogo di svago dove non si trovino questi libriccini, perché sono indirizzati a una tipologia di lettore molto precisa. La cosiddetta “casalinga di Voghera”, donne di ceto medio basso, spesso prive di un’istruzione avanzata, che viaggiano con la fantasia grazie a questi romanzi. Praticamente, un pregiudizio dentro al pregiudizio.
Quindi, come detto all’inizio, è giunto il momento di smettere di giudicare le persone per quello che leggono. Non sarebbe meglio che tutti i lettori si unissero e iniziassero a giudicare in massa le persone che non leggono?!
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