La tentazione di essere felici, di Lorenzo Marone


Cesare Annunziata è un uomo sulla settantina. Sta vivendo anni felici: l’età gli offre il pretesto di fare esattamente ciò che vuole. C’è coda per pagare? Finge di essere un poliziotto sotto copertura e supera tutti. Prende il taxi? Tanto dice e tanto fa che riesce a non pagare la corsa. Ha bisogno di andare a letto con una donna? Se la cerca e ci va, senza troppi preamboli. Tanto, che gliene frega?

Abita a Napoli, in un palazzo come tanti altri.

Ha per vicina Eleonora, la gattara, che ogni volta in cui apre la porta perde un gatto. (Gatto che puntualmente Cesare si trova in casa.) Ma fosse solo questo! La sua casa emana un fetore di escrementi e di chiuso da far venire il voltastomaco: nessuno può resistere a tale olezzo; pertanto, nessuno parla con lei. Nessuno tranne Cesare, che alle volte non ha i riflessi pronti per evitarla. E si trova costretto tra convenevoli di cui non gli frega niente con un puzzo terribile. Risultato: gatti e gattara felici, Cesare impuzzolentito.

Al piano di sopra abita Marino, suo carissimo amico, quasi un fratello, che sono anni che non esce dall’appartamento. Letteralmente. Si è barricato dentro, ed è ingrassato talmente tanto che se mai si dovesse muovere gli verrebbe un infarto.

Ha due figli, Cesare.

La primogenita è una rompipalle. Lo stressa continuamente, gli dice cosa può e cosa non può fare. Tipo, gli dice di smettere di andare a donne perché prima o poi gli verrà un infarto. Sembra la madre, da un certo punto di vista. Il figlio invece è gay. O meglio, Cesare ha il forte sospetto che lo sia ma ogni volta in cui lo chiede alla figlia – o lo chiedeva alla moglie – riceve con toni alterati la solita risposta: fatti i fatti tuoi. E lui si fa i fatti propri. Tanto che quando il figlio gli presenta il compagno, lui non capisce che i due stanno insieme. Glielo deve spiegare la figlia, dopo, in macchina.

In conclusione, ha una vita felice. Relativamente felice. Felicemente mediocre.

Trascorre le giornate con gente che mal sopporta; passa la metà del tempo a rimproverare i figli (il figlio, in particolare) e l’altra metà ad insultare chiunque gli capiti sotto mano. Non gli va mai bene niente. E’ burbero e scorbutico. Una sorta di Scrooge. E poi, ama le donne. Le amava anche quando stava con la moglie. All’ultima frequentatrice un po’ si è affezionato, Rossana. Ma non glielo confesserà mai.

Le cose cambiano quando una nuova coppia si trasferisce nel palazzo.

Giovani sposi, sui trent’anni, un po’ timidi, un po’ sulle loro. Talvolta, di notte, Cesare, che non riesce quasi mai a dormire, sente dei tonfi, ed inizia a sospettare che il marito picchi la moglie. I sospetti diventano fondati quando vede i lividi sul volto e sul corpo di lei, Emma. Emma è una creatura indifesa. E’ affettuosa e si affeziona subito a Cesare, tanto che lui la considera la figlia che avrebbe sempre voluto avere, o la figlia di cui ora ha realmente bisogno. Ha gli occhi dolci, è tanto buona. Ha paura del marito ma non vuole lasciarlo, tanto più che ha scoperto da poco di essere incinta. Crede che siano felici insieme, a modo loro.

Cesare si prende cura di lei, le tiene compagnia, la ascolta. Forse gli ricorda qualcosa di sua moglie, forse dei suoi figli, forse di se stesso. O pensa che finalmente la vita gli ha concesso un barlume di felicità. Una sorta di occasione di lavanda gastrica dal suo innati cinismo.

Ma non è sufficiente coccolarla: bisogna agire contro la violenza del marito!

Ecco che allora coinvolge anche gli amici: Eleonora, la gattara, che si scopre essere simpatica e alla mano – anche se ha sempre un fetore insopportabile – e Marino, che impara a scrivere e a stampare su word in tempo record (un paio di settimane) ma soprattutto che esce di casa per andare a trovare Cesare, proprio come ai vecchi tempi!

Il tutto condito dalla cornice.

La scoperta che la figlia ha un amante e la dichiarazione ufficiale dell’omosessualità del figlio. E la consapevolezza che in fondo Rossana è una brava donna, e un po’ innamorata di lui lo è anche lei.

Storia avvincente, divertente, che si legge d’un fiato.

Il personaggio di Cesare è a tutto tondo: è tanto antipatico, burbero, rozzo, idiota, egoista quanto premuroso, affettuoso, gentile, innamorato, altruista. Si è costruito una facciata in cui crede di avere trovato la felicità, il suo ‘quieto-vivere’, ma capirà che la vera felicità è donare e donarsi gratuitamente, senza chiedere nulla in cambio, anche a costo di rimetterci la vita.

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