L’anulare, di Yoko Ogawa
Comincia così il racconto della scrittrice giapponese Yoko Ogawa. La protagonista si taglia l’anulare mentre sta lavorando per un’azienda di bibite. Orripilata dal pensiero del suo pezzetto di carne a forma di conchiglia dentro una gazzosa, decide di licenziarsi.
Trova un impiego come segretaria dal signor Deshimaru, amministratore tecnico ed esperto della conservazione degli esemplari. Il suo lavoro consiste nell’accogliere i clienti, ascoltare la loro peculiare storia, compilare i dati dell’esemplare, ritirare l’esemplare e consegnarlo al signor Deshimaru. Molto semplice. Mai noioso.
Ma cosa sono questi esemplari?
Tutti serbano in cuore qualcosa che non tornerà mai come prima. Qualcosa che ha inciso indelebilmente la propria vita. Episodi penosi, strazianti, imbarazzanti, dolorosi, sgradevoli, spaventosi. E associano l’emozione ad un oggetto concreto. Potrebbero essere dei funghi o delle ossa di padda, ma anche una cicatrice, o la musica contenuta dentro uno spartito. O un anulare. Tali esemplari vengono conservati in contenitori con un liquido speciale che li mantiene immacolati. Infine, vengono riposti nelle stanze del laboratorio – un albergo in disuso.
Chi è l’affascinante signor Deshimaru?
Perché lavora da solo? E perché tutte le sue segretarie sono misteriosamente scomparse? L’ultima si era recata in laboratorio – interdetto a chiunque – e non era mai più tornata. Nonostante ciò, ben presto tra lui e la protagonista inizia una relazione.
E in un momento di passione, la protagonista rivela che vorrebbe un esemplare del suo anulare.
Un giorno, il signor Deshimaru regala alla ragazza un paio di scarpe eleganti da indossare tutti i giorni. Sono bellissime, calde, comode. Un cliente – un lustrascarpe – le nota e ne ammira la fattezza. Gli sovviene di averle già viste: 42 anni prima, un soldato era venuto da lui per farsi lustrare esattamente quelle scarpe. Coincidenze? E le rivela che più vengono calzate, più esse inglobano il piede che avvolgono. Il cliente le consiglia di toglierle per ridare libertà ai piedi. Potrebbe fare un esemplare delle sue scarpe, per poter continuare a conservare l’emozione ad esse legata da persona libera. Ma la ragazza non vuole.
Prende infine una decisione: farà un esemplare del suo anulare.
Prende il modulo che compilano i nuovi clienti, inserisce tutte le informazioni circa il suo anulare e si reca dentro il laboratorio.
Racconto che si legge di un fiato, L’anulare rimane avvolto in un alone di mistero. Scritto in prima persona, non descrive in maniera esaustiva personaggi o situazioni ma accenna, lascia intendere. Ciò offre l’idea di una storia al di là del tempo e dello spazio, paragonabile a una fiaba, o a un mito.
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