Catch 22, l’elogio alla pazzia di Comma 22


Catch 22, o Comma 22, com’è conosciuto più facilmente in Italia, è uno di quei romanzi che è entrato di diritto a far parte dei classici del ‘900 senza che nemmeno ce ne rendessimo conto. Pubblicato nel 1961, il romanzo rispecchia in gran parte l’esperienza di guerra del suo autore, Joseph Heller, stanziato in Italia durante la seconda guerra mondiale, e proprio in Italia è ambientato, vista la confidenza che lo scrittore aveva col territorio. Comma 22 è un romanzo atipico, che si basa sul surreale e sulle gag comiche per trasmettere il messaggio opposto, ovvero la latente sensazione di disperazione che pervade i suoi protagonisti.

John Yossarian, che è voce narrante e sguardo sul mondo per il lettore, è infatti un ventottenne qualunque, che si è arruolato nei cacciabombardieri perchè avevano un addestramento più lungo, con la speranza che la guerra terminasse ben prima. Yossarian è un antieroe, uno che percepisce tutta l’assurdità del patriottismo mentre, seduto nella carlinga di un aereo, ti spara addosso gente che nemmeno conosci, per motivi nebulosi, con l’unica certezza che nemmeno il tuo avversario sappia il perchè delle proprie azioni in quel momento. E difatti il romanzo si apre sulla prima di una lunga serie di situazioni semicomiche che esemplifica chiaramente l’andamento di Comma 22: praticamente l’intero squadrone si sta nascondendo in un ospedale militare, fingendo vari acciacchi totalmente inesistenti, e solo l’arrivo di un malato vero li spingerà a fuggire in massa e a gambe levate dai loro comodi letti.

Comma 22 è il racconto della lenta discesa verso la pazzia di un uomo lucido, della ricerca volontaria dell’assurdo e dell’oblio per allontanare l’ombra della guerra: quando il buon Doc Daneeka spiega a Yossarian cosa sia il Comma 22, ovvero la possibilità di essere esonerato da ulteriori missioni a causa di un’infermità mentale, il nostro protagonista pensa di aver trovato una via d’uscita; peccato che il fatto stesso di richiedere l’applicazione del Comma 22 sia dimostrazione di una perfetta sanità mentale, il cosiddetto “paradosso del Comma 22“. Le azioni di Yossarian iniziano quindi ad essere guidate dalla volontà di essere dichiarato pazzo, e questo giovane codardo sembra essere l’unico (insieme forse all’amico Dunbar) ad avere davvero la consapevolezza di quello che sta succedendo là fuori: c’è una guerra, e non importa da che parte stai, morte dolore e paura ti attendono.

La narrazione stessa è confusa, i capitoli sono in ordine cronologico sparso, cosa che contribuisce a dare al lettore la sensazione di essersi persi in un labirinto senza uscita, un lieve senso di panico nel non vedere chiaramente la fine e la sempre più tangibile disperazione di Yossarian mentre la stupidità della burocrazia militare, che Comma 22 rappresenta appieno, e superiori ottusi continuano a complicargli la vita. Solo verso la fine ci viene svelato l’elemento scatenante delle paure di Yossarian, il momento in cui il roseo velo del patriottismo si è alzato sulla realtà di sangue e morte che è la guerra ed ha traumatizzato per sempre il giovane: tutto il resto, quello che ci è stato narrato prima e quello che verrà dopo, assume improvvisamente un senso, ora che la narrazione ha un punto focale. Yossarian non è solo un soldato che ha paura di combattere, ma è un uomo affetto da PTSD, che in un solo istante ha capito l’assurdità della guerra e la sua inutilità, e ha passato il resto del suo tempo a nascondere con l’umorismo ed un’apparente vigliaccheria un terrore ben più profondo e motivato.

Se la mia recensione vi ha incuriosito ma siete troppo pigri per leggere il romanzo, su Sky Atlantic trovate la nuova miniserie Catch 22 di cui la mia collega ha recensito il pilot. Buona visione!

locandina miniserie catch-22

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