Le trame del male di Luigi Colli


Le trame del male di Luigi Colli

Ritenere di comprendere come il sangue di tantissimi uomini ha scritto intere pagine di secoli di storia del mondo è audace; solo ciò che rimane di queste vite spezzate può testimoniare l’orrore che si cela dietro un colpo di spada inferto ad un nemico, niente potrà raccontare con  l’ultimo sguardo dato attraverso un bunker sotto i bombardamenti. L’atrocità dell’uomo moderno però giace dentro di lui, un’eredità maledetta che lo trattiene dall’evoluzione, che lo rende cieco innanzi agli sbagli passati, anzi il perseverare maledetto domina le menti complice del terrorismo mediatico.

Nere sono le pagine della storia contemporanea, del nostro paese, colma sia di genio che d’inganno, di arte e di mafia. Nonostante ciò, alcune sfumature di speranza colorano tragici avvenimenti, dipinti da uomini e donne che credevano nella pace. Non è rilevante la loro provenienza, la loro religione o il loro orientamento sessuale: erano uomini.

Persone dunque che hanno tracciato tra le pagine della vita messaggi di speranza e di coraggio, in terre diverse, tra culture diverse. Un esempio moderno prende forma in un racconto, che seppur fantasioso ribadisce che al male non è sempre concesso spazio nel cuore dell’uomo. Il romanzo  in questione è di Luigi Colli, scrittore già noto ed apprezzato per i suoi romanzi storici che, con un nuovo e travolgente manoscritto, ha scelto di dedicarsi alla scrittura di un avvincente thriller. La mia terra, la Liguria, è uno dei principali palcoscenici de Le trame del male, regione che ospita una feroce lotta tra il bene e il male.

Alessio e Mauro, due ragazzi savonesi, sono i protagonisti del racconto solcandone da subito le pagine. Un gesto azzardato messo in atto dai due giovani mette in moto i meccanismi della guerra, una battaglia contro un male che inquina da tempo il nostro paese, la mafia. La loro impresa conferirà una vittoria a chi ha deciso di non piegarsi alla camorra, ma che costringerà i due ragazzi a dover seppellire un’altra persona a loro cara. L’operato di Alessio e Mauro però non scuote solo l’animo della malavita: un nuovo eroe di giustizia brandirà la bandiera della libertà, divulgando la speranza.

Le trame del male, illustrazione di Giulia Repetto

Le trame del male, illustrazione di Giulia Repetto

Nella corsa per la conquista del potere però non è in gara solo la mafia: un male che in segreto ha perdurato è pronto a risorgere oscurando con la sua svastica i popoli liberi.

Ad opporsi al progetto Auferstehung, la Resurrezione, non vi è solo il Mossad, l’Intelligence israeliana: schierati per difendere la libertà sono civili, travolti da cruenti atti di terrorismo, ma anche testimoni di audaci azioni di comando. Ogni uomo o donna della nuova resistenza dovrà servirsi di ogni risorsa che possiede per poter affrontare la minaccia del Terzo Reich, la follia del regime nazista; inconsapevole il lettore si troverà catapultato in un viaggio introspettivo che sarà costretto ad intraprendere per godersi appieno il romanzo.

Colli ci accompagna nel suo 2013 attraverso molteplici paesaggi, coma la Francia, il Giappone, Israele, l’Italia, ma in particolar modo la Liguria: assaporando Le trame del male con una magnifica descrizione dell’autore, il lettore sarà in grado di tuffarsi nel panorama del Righi, sentire la salsedine portata dal vento, vedere la maestosa Lanterna, firma di fantastico quadro naturale. Il lato pittoresco tuttavia non sostituisce però la tensione e l’adrenalina che il thriller offre, lasciando incapace il lettore di abbandonare Alessio e Mauro e la loro lotta.

Presente nelle maggiori librerie liguri, Le trame del male, edito da Satyo s. Publisher, conferisce a Luigi Colli un posto d’onore all’interno dell’ampio scenario del genere thriller, nonostante l’autore si sia già affermato come autore di romanzi storici, come Liguri e Stirpe di Eroi.

Anche le persone ritenute comuni possono cambiare il corso del futuro, compiendo semplici atti di gentilezza l’un l’altro, il sogno del nostro settimo Presidente della Repubblica. Roma, 31 dicembre 1978, Sandro Pertini condivideva con il suo popolo un messaggio di speranza: “Lo ripeto qui a voi, quello che ebbi a dire innanzi al Parlamento quando sono stato insediato come Presidente della Repubblica: si svuotino gli arsenali di guerra, sorgente di morte, si colmino i granai, sorgente di vita per milioni di creature umane che stanno lottando contro la fame. E’ con quest’animo, giovani, che mi rivolgo a voi; ascoltatemi vi prego. Non armate la vostra mano, armate il vostro animo.”

+ Non ci sono commenti

Aggiungi