L’amante giapponese di Isabel Allende – l’amore e il potere delle parole


L’amante giapponese” di Isabel Allende (Feltrinelli Ed.) mi è stato regalato. Un magnifico dono fatto per due ragioni: la mia passione per tutto ciò che è anche solo vagamente collegato con il Giappone e la sua cultura, e la passione di chi ha fatto il regalo per gli autori di lingua spagnola.

Pur conoscendo l’autrice da lungo tempo, confesso di non aver mai affrontato i suoi libri e questa è stata l’occasione perfetta per cimentarmi in un’impresa che è stata piacevole fin dalle prime pagine.

l'amante giapponese - copertinaLa storia si snoda in due tempi differenti: il presente e il passato.
Il presente è della giovane Irina – un doloroso passato in Europa dell’Est dal quale sopravvive chiudendosi al mondo – che va a lavorare in una residenza per anziani Lark House, vicino a San Francisco. Il suo cammino incrocia quello dell’altera e misteriosa Alma Belasco, della quale diventa assistente personale, e del giovane nipote di lei, Seth.
Il passato è quello di Alma stessa, bambina in fuga dalla Seconda Guerra mondiale, che ai due giovani deciderà di raccontare la sua storia.

Da questo incontro si dipanano i diversi fili della narrazione: non solo quelli rossi della passione clandestina – e ricambiata – di Alma per il giovane giardiniere di origine giapponese Ichimei Fukuda, ma anche quelli tinti d’affetto per Nathaniel, suo cugino e compagno d’infanzia– e di tristezza per la separazione dalla famiglia e il sentimento di solitudine che prova nella nuova realtà americana.

La storia non è certo evinta dalla Storia. Sullo sfondo, così, si scorge il dramma della deportazione americana dei giapponesi dopo Pearl Harbour, della improvvisa paura statunitense per quei “diversi” che in molti casi erano seconde generazioni di cittadini perfettamente integrati. Questo evento segna profondamente la storia personale dei protagonisti ed è uno spunto – per il lettore curioso – per andare a scoprire di più di questi avvenimenti che sono lasciati all’ombra di tragedie numericamente più grandi.

Al tempo stesso il romanzo è una storia d’amore, dai tratti sognanti e delicati, che vede protagoniste le due donne, divise dalle generazioni ma unite da un legame speciale, fatto di insicurezze e al tempo stesso della forza tipica di chi è costretto a prendere decisioni difficili per sopravvivere.

Questo libro è stato una sorpresa, per alcuni tratti forse un po’ lento ma capace di assorbirti ugualmente nella lettura. La scrittura è agile e fluente anche se a volte si sofferma su particolari a mio avviso trascurabili. Alla fine di tutto “L’amante giapponese” è un libro che ho trovato piacevole da leggere, di certo non un grande classico, ma del tutto godibile.

+ Non ci sono commenti

Aggiungi