Momenti di trascurabile infelicità, di Francesco Piccolo


Infelicità: che parola odiosa.

Ma sapete che i momenti di infelicità sono più comuni di quanto si possa pensare? Non parlo dell’Infelicità con l’iniziale maiuscola. Ma di una trascurabile infelicità. Un’infelicità sfuggevole, assimilabile ad un momentaneo disagio. Che passa più o meno subito ma che sul momento può smorzare anche il sorriso più radioso. Francesco Piccolo ha raccolto alcuni di questi momenti nel suo libro.

QUANDO TI DICONO: TI POTEVI VESTIRE MEGLIO. E IO MI ERO GIA’ VESTITO MEGLIO.

I  TITOLI DI TESTA UN SACCO DI TEMPO DOPO CHE IL FILM E’ COMINCIATO.  E PENSI: MA ALLORA, QUELLO CHE HO VISTO FINORA, COS’ERA?

NELLE ORE SUCCESSIVE A UN LUTTO FAMILIARE, QUINDI IN UN MOMENTO DI INFELICITA’ SERIA PER TUTTI, ANCHE PER LEI, MIA FIGLIA MI HA CHIESTO UN PO’ IMBARAZZATA (MA SOLO UN PO’): PAPA’, MI FARESTI UNA RICARICA?

Per infelicità Francesco Piccolo intende sensazioni differenti.

Così definisce, per esempio, quella particolare sensazione di disagio in cui ci si rende conto di non essere più giovani agli occhi del mondo: quando un ragazzo ti dà del lei o ti cede il passo o peggio ancora il posto sull’autobus. Un misto tra tristezza, presa di coscienza della propria età anagrafica o dei propri capelli bianchi e repulsione involontaria per il ragazzo o la ragazza che hanno sottolineato la distanza anagrafica tra lui e te.

Ma momenti di trascurabile infelicità sono anche quelle domande che ti poni da una vita ma che non hai mai avuto il coraggio di porre o che hai posto ma alle quali è stato risposto con sufficienza.

La luce del frigo si spegnerà quando la porta sarà chiusa? A che diavolo serve la tachipirina? E non rispondete con la parola chiave paracetamolo perché tanto non mi avete risolto il problema. Oppure: vi è mai capitato di ricevere un regalo di cui non capite l’utilità ma avete troppa vergogna di chiedere per non apparire stupidi?

Infelicità condita con un moto di stizza sono le volte in cui in moto si rallenta alla vista di un semaforo rosso sperando di riuscire a non fermarsi del tutto: puntualmente il desiderio non viene esaudito e puntualmente, non appena messo il piede a terra, scatta il verde. Quando si comprano le scarpe nuove ma i lacci sono a parte e bisogna metterseli da soli. E ti chiedi: ma cosa ci voleva a metterli? Quando ti dicono che il libro precedente che hai scritto era peggiore del nuovo. Ma non specificano cosa ci sia di bello nel nuovo: criticano unicamente il precedente.

Poi c’è ancora quella infelicità assimilabile alla tristezza.

Come gli addobbi di Natale dopo il Natale. Oppure come i mendicanti che nonostante tu li veda tutti i giorni (alle volte anche più volte al giorno) sembra che puntualmente si scordino di te e del tuo gesto di aiuto.

Infine, c’è quella infelicità momentanea che però in futuro diventerà una bella storia da raccontareMa solo in futuro.

Come quando Francesco aveva lanciato tutte le banconote rimanenti della vacanza ad un amico che ne aveva bisogno – Francesco sul ponte della nave, l’amico a terra – ma tutte le banconote sono finite in mare perché non aveva calcolato che dei fogli per aria volano e non cadono dove si vuole. O quando tuo figlio ti racconta del suo primo bacio appassionato. A tre anni.

Libro che spazia dalla risata liberatoria a quella umoristica, è molto divertente e ricco di spunti di riflessione. Dello stesso autore è Momenti di trascurabile felicità. 

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