L’amica geniale – Una storia di amicizia raccontata da Elena Ferrante


Secondo Dopoguerra. In un rione della periferia di Napoli vivono due bambine, Lila e Lenù. Si conoscono da sempre, come spesso accade in realtà piccole, ma si accorgono l’una dell’altra solo alle elementari. In un giorno di scuola, Lila ostenta la sua intelligenza, celata fino ad allora dietro il suo arrogante mutismo, e Linù ne rimane affascinata. Da allora, diventano amiche del cuore.

La loro non è un’amicizia idilliaca: sono caparbie, prepotenti, dispettose. Sono egoiste e spesso egocentriche. Si rendono odiose, a se stesse e agli altri abitanti del rione.

Eppure sono inseparabili.

Non immaginiamole sempre insieme: passano molto tempo l’una lontana dall’altra, ma ineluttabilmente si attraggono, come i poli opposti di una calamita. Raramente esprimono direttamente quello che provano l’una per l’altra. Sanno che si vogliono bene, e questo è sufficiente. Ed è proprio la semplicità della loro amicizia che colpisce il lettore.

Quando concludono le elementari, Linù ha la possibilità di frequentare le scuole medie grazie all’aiuto della maestra, che preme la famiglia affinché continui gli studi. Lila si ferma, per motivi economici.

La loro amicizia si incrina.

Diversamente da prima, Lila si sente inferiore a Linù: quest’ultima può studiare mentre Lila, che avrebbe voluto continuare, non ha potuto per via del mestiere di calzolaio del padre, assai poco redditizio in quel momento.

Linù non si ferma: si iscrive alle scuole superiori (il liceo classico) in cui incontrerà il suo primo amore. Lila è profondamente cambiata nei confronti di Linù: è dispettosa, arrogante, volutamente odiosa. Ripicca? Senso di vergogna? Invidia? Linù non lo capirà mai ma questo comportamento le rode.

Poi, quasi inaspettatamente, Lila decide di sposarsi con Stefano, abitante anche lui nel rione.

Per Linù è una doccia fredda. Perderà del tutto l’amicizia di Lila o ci saranno nuovi sviluppi? Il libro si chiude sul matrimonio di Lila, pieno di domande.

Primo di quattro volumi, tutta la vicenda è scritta in prima persona ed è un flashback di Lenù la quale, ormai anziana, ripercorre l’amicizia con Lila.

 

Elena Ferrante ha una scrittura coinvolgente. Descrive in maniera magistrale la Napoli degli anni Cinquanta attraverso le azioni e i discorsi dei personaggi: la vita di periferia, la vita di città, il conflitto tra i vecchi, che hanno visto la guerra, e i giovani, che si adattano in modo incredibilmente veloce al mondo che cambia. E’ un romanzo corale: la Ferrante ha affrescato in poche pennellate la quotidianità e la vivacità di un rione di periferia, che dovrebbe essere nel pieno del boom economico ma che fa fatica a cambiare.

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