Neve – Maxence Fermine ci regala un inno agli haiku e alla bellezza


Yuko adora la neve: trascorre l’inverno a contemplarla e l’estate a descriverla con i versi leggeri dei suoi haiku. Eppure.. eppure nella sua poesia manca qualcosa. Manca del colore. Paradossale che in poesie bianche manchi del colore.

Ma è proprio il colore che distingue un artista eccellente da un artista artista mediocre . Ecco allora l’intervento provvidenziale di un messo dell’imperatore, che gli suggerisce di andare in cerca del maestro Soseki.

Yuko parte alla ricerca del maestro.

 

Lungo la strada, si imbatte in una donna bellissima, intrappolata nella neve per l’eternità.

Giunto dal maestro, scopre che lui è cieco. Umiliato, ferito, adirato, dubita della maestria di Soseki ma il maestro ha ormai altri strumenti per dipingere: egli percepisce l’amore intorno a sé senza il bisogno di vederlo. È questo ciò che manca a Yuko: solo l’amore colora la vita dell’uomo.

Una sera, mentre stanno conversando, Yuko accenna al maestro della donna intrappolata nel ghiaccio.

 

Soseki allora inizia a raccontare una storia.

Un tempo, il maestro era stato un giovane samurai a servizio dell’imperatore. Un giorno si imbatté in una funambola di una bellezza stravolgente – Neve – e se ne innamorò a prima vista. I due si amarono come mai nessuno prima di loro ed ebbero anche una figlia – Fiocco di Neve. Ma la donna non riusciva a stare lontano dalla sua fune. Un giorno, decise di esibirsi per l’ultima volta. E fu davvero l’ultima volta. La fune si ruppe e lei cadde nel ghiaccio.

Il maestro era disperato. Ogni giorno dipingeva un ritratto dell’amata, cercando di catturare almeno in parte la straordinaria bellezza del volto di lei. Provò e riprovò, provò e riprovò: tanto fece che perdette la vista. Quel giorno dipinse il più bel ritratto mai creato da mano d’uomo di Neve.

Da allora divenne maestro.

 

Soseki e Yuko si recano nel luogo in cui la bellissima Neve era rimasta intrappolata nel ghiaccio. Qui, lasciandosi trasportare dal fiume dei ricordi, Soseki si lasciò morire.

Yuko ritornò a casa.

 

In breve tempo iniziò a produrre i più bei haiku mai prodotti da mano d’uomo. Non era solo: Fiocco di Neve, figlia di Neve e Soseki, era con lui.

 

Romanzo breve, è composto da brevissimi capitoli, per lo più introdotti da haiku. È un inno alla poesia, all’arte, alla bellezza. È anche un romanzo di formazione, perché il personaggio di Yuko matura, sia caratterialmente sia artisticamente. È infine una dolcissima storia d’amore, che può essere paragonata solo alla delicatezza della neve che cade lenta dal cielo e che si depone, garbata ma inesorabile, sul terreno, comprendo tutto con una coltre bianca.

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