#7 …dalla porta accanto: Carlo Lucarelli


Sicuramente significativo per la scena letteraria e televisiva italiana è Carlo Lucarelli, cinquantaduenne originario di Parma, conduttore e autore della serie Blu Notte (Rai Tre), ma  anche ideatore di programmi e fiction per il piccolo schermo.

Il suo curriculum, però, non si ferma qui : i suoi libri sono arrivati in paesi come Francia, Spagna, Norvegia, Gran Bretagna, Grecia, USA, Giappone e altri ancora, i suoi film sono andati in onda su reti nazionali e può vantare anche molte esperienze cinematografiche  (è stato regista, sceneggiatore). Ha alle spalle una collaborazione con Dario Argento per il film Non ho sonno. 

A partire dal 2007 su Radio Deejay ha gestito un radiodramma a puntate, i cui protagonisti sono personaggi della musica internazionale vittime di omicidi o suicidi, scomparsi inaspettatamente o misteriosamente (più volte nelle interviste ha ribadito il perché ha sempre cercato di evitare le macabre storie di cantanti italiani: il motivo consiste nella paura di urtare la sensibilità e l’attaccamento del “rigido” pubblico del bel paese ai propri beniamini, molto affezionato a figure come, per esempio, Luigi Tenco  nda). Spesso in questa trasmissione  (Dee Giallo) venivano avanzate ipotesi fantasiose e versioni romanzate sulla fine di John Lennon, Kurt Cobain, Sid Vicious, Jim Morrison, Jimi Hendrix, Marilin Monroe e via dicendo.

Avete presente la fortunata serie Dylan Dog? Bene, sappiate che il soggetto del 153° numero, ovvero La Strada verso il Nulla è stato ideato proprio dal nostro Lucarelli.

Cosa volere di più dalla vita? Un vasto elenco di opere di saggistica, numerose finali di concorsi letterari, riconoscimenti internazionali per la sua vocazione Noir e un occhio di riguardo per scrittori giovani e meno giovani appassionati del genere.

Mai sentito parlare del Gruppo 13?  

Essa non è un’associazione, non è un club, non ha particolari statuti o regole. Semplicemente è un agglomerato di scrittori Bolognesi e dintorni, i quali non hanno in comune nemmeno la casa editrice. I dieci fondatori (il cui numero è andato via via crescendo nel corso degli anni) lo hanno pensato per promuovere e condividere la passione per tutti i libri che normalmente troveremmo nella sezione Gialli. 

Queste sono le parole con cui Massimo Moscati ha realizzato la prefazione del volume I delitti del Gruppo 13 

Il dibattito culturale che ruota attorno al giallo italiano risale addirittura al lontano 1929, quando Arnoldo Mondadori decise di fondare una collana di narrativa popolare a sfondo poliziesco: l’intento era di trovare una via nazionale ad un genere letterario da sempre dominato dagli autori anglosassoni. In parte l’esperimento ebbe riscontro positivo.
Con gli anni del dopoguerra il “genere” venne praticamente abbandonato per lasciare spazio a quella che abitualmente viene definita “narrativa tradizionale”. Verso la seconda metà degli anni Sessanta, forse per combattere il forte disamore che il lettore italiano nutriva per la scrittura autoctona, autori (ed editori) decisero di rilanciare nuovamente una “via italiana al giallo”. Anche perché, come è stato notato da Gisella Padovani, l’intreccio poliziesco è … considerato come l’unica struttura romanzesca ancora praticabile al fine di riconciliare gli scrittori italiani, a corto di idee e di contenuti, con il loro pubblico”.
Non per niente, con puntuale analisi, Oreste Del Buono aveva notato: -Non si poteva andare avanti per l’eternità a far leggere i libri di Cassola. Il romanzo giallo deve stabilire la comunicazione. Se la comunicazione è stabilita, non si parla, non si registra nulla. Ora gli editori che non hanno più romanzi italiani da mandare in libreria, cercano romanzi con qualcosa di più, che assicurino per lo meno in partenza ai lettori un minimo di interesse: l’interesse del morto, l’interesse della ricerca, l’interesse su una investigazione della realtà un po’ diversa da quella dei romanzo italiano tradizionale, che è sempre una storia d’amore fallita.
La “nuova via italiana al giallo” era stata inaugurata dal Duca Lamberti di Giorgio Scerbanenco.
E in breve, molti e spesso valenti autori di gialli fecero il loro esordio, a partire dagli anni Settanta.
Pur tuttavia il poliziesco italiano non ha ancora saputo trovare una sua specificità, disattendendo spesso le aspettative per mancanza di una sostanziale solidità e per la costante ingenuità di strutturazione narrativa delle proposte letterarie.
Un problema annoso, perché i giallisti italiani non condividono questo punto di vista, che considerano ingiusto, nonostante trovino proprio nei lettori i loro maggiori nemici.
E’ quindi doppiamente meritorio che a Bologna, città che sembra aver dimenticato la serenità di un tempo, sia sorto il Gruppo 13, un’agguerrita confraternita di narratori di storie gialle, coordinati dal “decano” del gruppo, Loriano Macchiavelli.
Il gruppo è fortemente composito, perché annovera scrittori affermati (oltre al “vecchio” Loriano, naturalmente, sono da citare Pino Cacucci, Carlo Lucarelli, Lorenzo Marzaduri, Gianni Materazzo, Danila Comastri Montanari) e autori più o meno esordienti in cerca della dovuta attenzione, tra i quali anche due illustratori: Mannes Laffi e Claudio Lanzoni, le cui tavole troviamo qui affiancate a quelle dei più importanti nomi del fumetto bolognese.
In parte, l’antologia che presentiamo è già un modo per esaudire, benché in minima parte, le aspirazioni di questi più giovani componenti dei Gruppo 13.
Ora, al di là delle singole posizioni, questo libro di racconti è nato senza pretendere d’individuare tematiche precise, e senza voler assolutamente sancire la nascita di una scuola narrativa.
Ciascun autore esprime i proprio mondo, seguendo stili e tematiche individuali. Per cui il fatto geografico diventa semplicemente motivo di una curiosa segnalazione: attenzione, in Emilia Romagna c’è un ampio serraglio di giallisti (affermati o meno). Riflettiamo su questa coincidenza, e tiriamo le debite conclusioni.

Una curiosità: il termine Giallo per indicare le opere poliziesche è nato con una scelta felice della Mondadori che pensò di realizzare la rilegatura e la copertina dei volumi noir e investigativi proprio di quel colore.

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