21 Dicembre dell’anno che non verrà


[Sempre dalla mia raccolta di poesie sulle tradizioni e sulle leggende celtiche.

Non si sa molto sulla festa di Yule nella tradizione norrena. È certo che la celebrazione avveniva durante il solstizio invernale in epoca precristiana. Nonostante vi siano numerosi riferimenti a Yule nelle saghe islandesi, vi si trovano solo pochi e parziali resoconti circa la natura delle celebrazioni. Si trattava comunque di un periodo di riposo e danze, che in Islanda continuò a essere celebrato per tutto il medioevo, fino all’epoca della Riforma. Si sa anche che durante la festa avveniva il sacrificio di un  maiale in onore del dio norreno Freyr, una tradizione che è rimasta nella cultura scandinava, in cui a Natale si consuma carne di maiale.

Rouche riporta che le confraternite di artigiani del IX secolo (che in seguito divennero gilde), furono denunciate dal clero cattolico per i loro patti di reciproco sostegno, formulati in banchetti annuali che si tenevano il 26 dicembre, “giorno di festa del dio pagano Jul”, in cui venivano evocati demoni e spiriti dei morti. *Fonte*]

Il ghiaccio riluce

splende nel tenero sbocciare

del mattino di Sabbat.

Luce, luce ancora luce,

oggi è Yule, la sacra nascita;

Yule, l’ingorda fame;

Yule, la fredda giornata splendente.

E cantate, danzate, gioite!

Festa, finchè Belanu vorrà.

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