Bene e Male: la parola ai Veda


Premetto di non essere affatto superstiziosa, la mattina la prima cose che faccio non è di certo leggere l’oroscopo sui giornali, né lo ascolto alla radio e francamente mi pare anche stupido la presenza di oroscopi infondati e  giornalieri sui mezzi d’informazione. Recentemente, però, la mia attenzione è stata attirata da una “scienza”, un’ “arte” molto diffusa in tutto il mondo orientale (in particolar modo l’India) chiamata Astrologia Vedica (in lingua originale Jyotish, letteralmente “scienza della luce”, madre dello yoga) . Questa si basa sui Veda, antichi testi sacri indiani, ed è stata tramandata per migliaia di anni dai Rishi, saggi veggenti, ritenuti conoscitori dei segreti dell’Universo e i principi ultimi della natura: ciò è la differenza sostanziale che separa le due materie. L’astronomia Vedica non si pone come obiettivo la predizione del futuro, ma (semplificando molto il concetto) studia le reazioni degli uomini agli influssi della “luce”, dei chakra, dei campi di energia naturalmente presenti in ogni cosa (vivente o meno); vuole svelare i meccanismi che si nascondono dietro il Mondo, anzi l’intenzione è quella di riportare alla luce nozioni già presenti nella propria anima, ma dimenticate a causa degli influssi negativi assimilati assieme allo sviluppo e alla modernizzazione.

Di cose da dire ce ne sarebbero davvero tante, troppe, esistono patrimoni inestimabili di libri antichissimi e saggezza popolare in cui immergersi, quindi mi limiterò a riportare un brano tratto dal testo “Le stelle di dentro” di  Claudio Maddaloni . L’argomento è l’origine del male in funzione della legge umana o divina (per intenderci, nella cultura sofistica, la Nomos e la Physis). È molto particolare, ma spero che appassioni anche voi come lo ha fatto con me.

“Nel mondo esiste la legge dell’uomo; a livello sociale, da sempre l’uomo ha posto delle regole, promulgato delle leggi per la convivenza, per il vivere associato di una stabilita comunità. Qualsiasi legge determina una linea di demarcazione tra ciò che è bene o ciò che è male relativamente  a quella stabilita, norma più o meno illuminata; e quindi identifica categoria di buoni e di cattivi, di quelli che mettono in atto questo bene o questo male, che hanno una buona volontà o il malvolere relativamente al rispetto di quella legge. Per male si intende in questo senso l’infrazione della legge.  La rottura deliberata o meno della legge (la legge non ammette ignoranza)è reato. Il reato determina la sanzione (punizione). La punizione determina sofferenza, tanto più quanto non accettata, quanto maggiore è l’identificazione con la cattiva volontà di insistere nel comportamento illegale.

Il primo soggetto legislatore è l’ego, noi siamo identificati con un corpo fisico, una psiche, che tendono a mantenersi stabili, a vivere e non finire. […]Male , dal punto di vista soggettivo sarà così ciò che ci dispiace a livello individuale. La valutazione di ciò che è bene o è male sarà in funzione degli interessi individuali, della legge dell’ego. A questo proposito Jung racconta un aneddoto. Durante il suo viaggio in Africa, egli conversava con un capo tribù africano, e gli chiede che cosa ne pensasse del bene o del male. Il capo risponde con un esempio: gli dice che lui sta cercando da tempo di potersi impossessare della moglie di un capo della tribù vicina; se ci riuscisse sarebbe un bene. Anche il capo vicino sta però cercando di prendere sua moglie. Se ci riuscisse sarebbe male. Ma noi possiamo chiaramente vedere che si tratta sempre della stessa azione, cioè sempre furto di moglie é…

Così, questo tipo di valutazione, di giudizio, dipende dall’attaccamento egoico (alla vita, alla salute fisica, a beni affettivi e materiali…). La legge che si infrange qui è la legge dell’Ego individuale. Un principio di omeostasi regola il sistema, mantiene un principio stabilito, potremmo dire il principio del piacere.

Ognuno ha il proprio karma, il proprio destino, la propria croce; questo dipende dal frutto di azioni in vite precedenti oltre che in questa. Ognuno ha il proprio fazzoletto sporco da lavare. Così, il prezzo da pagare è diverso per ciascuno. La legge quindi, giustamente, è disuguale per tutti. Perché infatti ritenere giusto fare parti uguali tra disuguali?”

5 Comments

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  1. Nekros

    Sono pienamente d’accordo con l’ultima strofa… non la penso allo stesso modo per quanto riguarda la “legge dell’ego”… credo che faccia troppo affidamento su una moralità, che nella società moderna, è praticamente inesistente.

  2. Michi

    Non credo di averne afferrato il vero senso di questa filosofia. E faccio fatica ad immaginare un mondo migliore dove le persone pensano alla loro felità. Ma credo che l’empatia serva anche a questo fine; infondo se vedi una persona triste, lo sei anche tu.

  3. Sara Pasini

    Sono tutte considerazioni oggettive e sensate quelle che avete avanzato, infatti Michi il testo non ipotizza un mondo migliore…Anzi, io penso che l’uomo al giorno d’oggi pensa troppo e troppo spesso di pensare alla propria felicità. Sappiamo cosa è bene ma non lo facciamo, poiché siamo pigri, poiché siamo apatici, poiché è faticoso, a volte. E di conseguenza ci convinciamo che così facendo ci comportiamo nel modo migliore.
    Per riuscire a capire bene il senso dell’Astronomia Vedica bisognerebbe leggere tutti i testi e fare qualche viaggio in India. Non basta studiarla sui libri per capirla, quindi è ancora più difficile accettarla e metterla in pratica!
    Mentre per quanto riguarda Nekros, come ho già detto la moralità al giorno d’oggi c’è, ma (forse anche a causa del relativismo, che ne pensi?) tendiamo ad anestetizzarla fissandoci su fesserie e vacuità… è questo il vero problema. Naturalmente, è solo la mia modesta opinione.

  4. Nekros

    Io credo che, come per ogni cosa, non ci sia un vero e proprio punto di riferimento, un punto zero, perciò ogni cosa è relativa… di conseguenza siamo noi a detenere e modificare il minimo giustificabile. Si, hai ragione, molti tendono ad abbassare questo minimo per innalzare il valore degli oggetti… ma sono anche dell’opignone che l’uomo, come istinto, vanità, invidia, cerca sempre qualcosa che lo porti più in alto dei suoi compagni che sia un oggetto, una caratteristica fisica o qualsiasi altra cosa… l’uomo tenderà, tranne pochi esemplari, ad anteporre se agli altri… Sarò pessimista, ma questo è quel che vedo… solo pochi si discostano da questa descrizione, molto spesso vengono definiti Eroi, altre volte Angeli… Io ne conosco uno e posso testimoniare che sono capaci di cambiarti la vita.

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