Fallimenti


Nel corso della mia vita mi sono sempre appropriata della convinzione che una fine sia sempre un toccasana per la routine. Be’, ora come ora devo ammettere che non è così: i fallimenti, le delusioni, gli epiloghi solitamente fanno bene, ma ci sono occasioni in cui sarebbe meglio per il proprio credo, per il proprio equilibrio psico-fisico evitare tutto questo. Probabilmente dico ciò perché ogni tanto sento bruciare la scottatura ricevuta pochissimi mesi fa, causata dalla fine di una storia che mi ha coinvolta tantissimo sotto ogni punto di vista, o forse a farmi ancora più male è il giorno in cui quella storia è iniziata… fatto sta che ora, nonostante mi dichiari estranea ai miei sentimenti  e ripeta a me stessa che il peggio è passato, non riesco a non pensare “ma forse se avessi fatto così…” oppure “se invece…”.

Sbagliato. E ne sono consapevole.

Ma i fallimenti fanno male. Minacciano l’autostima, mettono in crisi la nostra identità. E tutti siamo in cerca di un’identità, di quel qualcosa che ci faccia sentire adeguati, accettati, amati, al sicuro.

Io, superata una prima fase guidata dall’apatia, mi sono rimessa in discussione, ho iniziato ad osservarmi in maniera critica; la mattina mi alzo e chiedo al mio riflesso nello specchio cosa dovrei fare per sentirmi meglio, cosa voglio veramente, quali sono le mie aspettative.

Sì, perché per un certo momento mi sono odiata, non mi parlavo più. Non c’era più dialogo con me stessa, con il mio lato innamorato, con la mia “versione estiva”.

Ora ho riallacciato i ponti con l’anima, nonostante spesso ci litighi ancora. Sono quasi guarita, o meglio, la mia vera malattia (la poesia) ha preso il sopravvento.

Oggi vi farò dono di una mia “pillola”. Ne affiderò un’altra alle prossime ore.

 

Un Attore.

Tra lo spirito

E la realtà

La morte non è

Che un punto di tangenza.

 

Continuo a riflettermi

Nell’ombra del mio folgorante

Demone:

Replico

Essenze di amori alieni

Recondite sensazioni

E tutte le altre

Fittizie contrazioni

Del cuore.

 

Sopporto le ustioni di cera disciolta

Nei tentativi

Di resurrezione,

Di identificazione:

 

Entro nello specchio

E sono mescolanza.

 

Scarico il mio volto

In qualche fondale:

Incastonata nell’abisso

Di un’orchestra, riecheggia ancora

La sua luminescenza.

2 Comments

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  1. Michi

    Io sto insieme al mio ragazzo da un’anno.
    E’ stato la mia salvezza dal decadimento del mio essere e il marcire del mio cuore.
    So come ci si sente. Sembra caderti il mondo addosso e ogni emozione solo un’illusione. Un tradimento, una delusione.
    Non hai più fiducia in te. Hai solo paura di sbagliare ancora.
    Ma il tempo sistema le cose. Neanche il dolore può essere infinito.

  2. Sara Pasini

    Questo lo so benissimo (rispondo in ritardo a causa di una brutta influenza che mi impedisce di stare a lungo al pc), diciamo che gli ultimi giorni non sono stati troppo “felici”, troppi ricordi! Ora, finalmente, mi sono calmata, mi sono lasciata alle spalle tutta questa malinconia e mi sono concentrata sul raffreddore 😀

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