Notte di luna piena


Recentemente il nostro bellissimo firmamento ha sfoggiato per l’ennesima volta il suo bianchissimo sorriso. Nonostante la mia      incessante voglia di vedere una nevicata più che abbondante (voglia anomala, dato che non amo il freddo e l’umidità) mi spinga a guardare sospirando dalla finestra durante tutto il corso della giornata, questa sera sono rimasta senza fiato per un altro tipo di candore: quello della luna piena. Meraviglia pura è quando, nelle giornate invernali, la luna compare verso le cinque del pomeriggio e si lascia accarezzare dalla luce del sole, assumendo un colore ambrato e mi sovvengono i versi di Montale:

“Una colomba bianca m’ha disceso fra stele, sotto cuspidi dove il cielo s’annida.
Albe e luci, sospese; ho amato il sole,il colore del miele,
or chiedo il bruno,chiedo il fuoco che cova,
questa tomba che non vola, il tuo sguardo che la sfida.”

Basta attendere ancora una manciata di minuti e posso ammirare il satellite impallidire, quasi come se avesse paura della notte che sta sopraggiungendo o ancora come se, avendo addosso tutti gli occhi del mondo, sola, persa nel buio, s’incipriasse per apparire ancora più bella. Una dea. La dea Selene.
Ma credo di non essere l’unica se affermassi che tali splendidi paesaggi spesso aumentano la malinconia. Quest’ultima parola non ha forzatamente un’accezione negativa, anzi, come canta Carboni:

“La malinconia ha le onde come il mare, ti fa andare e poi tornare, ti culla dolcemente; la malinconia si balla come un lento, la puoi stringere in silenzio e sentire tutto dentro” .

La notte, nella sua unicità e bellezza, nella sua suggestione e nel suo silenzio può suscitare dei moti interiori tremendi, fa riaffiorare ricordi remoti, dolci e dolorosi allo stesso tempo, perché tutti almeno una volta nella vita ci siamo rivolti al cielo, alle stelle, alla luna. Abbiamo affidato loro i nostri sogni più intimi, i desideri più urgenti, le passioni più ardenti, le lacrime più amare e vergognose, le timidezze più ingombranti. Di notte riusciamo a liberare tutti i demoni che si svegliano dal torpore della nostra anima, usciamo allo scoperto, siamo le nostre debolezze. Ed è di notte che, oltre al nostro lato peggiore, nasce la nostra bellezza e non temiamo di mostrarla alla luna.
“La luna s’apre nei giardini del manicomio,
qualche malato sospira,
mano nella tasca nuda.
La luna chiede tormento
e chiede sangue ai reclusi:
ho visto un malato
morire dissanguato
sotto la luna accesa.”

(A. Merini)
Con il sopraggiungere delle tenebre, noi siamo il nostro essere più vero, siamo l’essenza dell’Io, siamo il nostro subconscio.
E forse è per questo che istintivamente abbiamo paura del buio…

2 Comments

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  1. Nekros

    Anche io mi sono soffermato a guardarla durante la sera in un tiepido giallo… incantato da quei crateri che mi ricordano la mia vita… cosi grandi e vicini da porteci passare sopra le dita… ma ogni volta che allungavo la mano, la luna, sembrava allontanarsi per dispetto e inquietudine.

  2. Sara Pasini

    “La luna è l’anima, è il nostro modo di vivere le emozioni, i desideri, i sogni. La terra è la realtà, il luogo in cui lottare con i rimpianti e le delusioni” è una frase che ho letto ne “La strada si Sin”…

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