Il regista di film brutti che vinse il festival di Cannes – Un atto d’amore per il cinema trash


Il regista di film brutti che vinse il festival di Cannes è un fumetto scritto da Davide La Rosa, e non potrebbe portare la firma di nessun altro.

Davide La Rosa è uno che qualche anno fa ha avuto l’intuizione geniale di scrivere sceneggiature come L’autostopAmore crononauta per affidarle all’unico regista e attore in grado di portarle al loro massimo potenziale: Carlo Sortino, “produttore indipendente di cinema quasi-amatoriale e trash”, come si definisce sul suo incredibile canale YouTube.

Film che ho visto e amato, naturalmente.

Il regista di film brutti che vinse il festival di Cannes e le retrospettive

La copertina di Il regista di film brutti che vinse il festival di Cannes, di Davide La Rosa, Chiara Karicola e Pluc

La copertina di Il regista di film brutti che vinse il festival di Cannes, di Davide La Rosa, Chiara Karicola e Pluc (Credits: Shockdom)

Il regista di film brutti che vinse il festival di Cannes prende le mosse da una sorta di Chi l’ha visto?, alla ricerca di Emiliano Speroni, giovane regista vincitore della Palma d’oro al suo terzo lungometraggio.

Vengono intervistati i genitori e l’improbabile cast amatoriale dei suoi film, cercando di capire che fine possa aver fatto Speroni. E, nel farlo, nasce una retrospettiva dei suoi lavori, tutti stroncati fino a quel momento, ma che alla luce dell’importantissimo premio iniziano a venire rivalutati.

Più o meno a ragione.

Questioni di stile: l’amalgama perfetta di Karicola e Pluc

Ma come marcare visivamente la differenza tra i film e tutto il resto? Beh, affidando le matite a due artisti differenti!

Ecco quindi che il programma tv Storie che fustellano l’anima e tutto quello che ci gira intorno assumono i tratti morbidi e pastellati di Chiara Karicola, mentre i film diretti da Speroni hanno i colori decisi e i contorni spessi di Fabrizio “Pluc” Di Nicola.

La premiazione di Emiliano Speroni in Il regista di film brutti che vinse il festival di Cannes

La premiazione di Emiliano Speroni in Il regista di film brutti che vinse il festival di Cannes in una delle tavole di Chiara Karicola (Credits: Shockdom)

Una scelta che rende ancora più piacevole la lettura di Il regista di film brutti che vinse il festival di Cannes, che a una sceneggiatura leggera e spensierata accompagna due tratti così diversi, capaci però di fondersi tanto bene!

Il regista di film brutti che vinse il festival di Cannes e il suo target

Il fumetto del trio La Rosa-Karicola-Pluc non è il miglior fumetto mai realizzato, diciamolo chiaramente. Ma è una lettura molto rilassante… e un regalo perfetto, specie ora che Natale è alle porte.

È perfetto se amate i film brutti, perché non faticherete a riconoscere un sacco di citazioni: Speroni è un tipo decisamente alla Ed Wood, specie nell’uso del budget, e il suo esordio cinematografico (Mani 1) richiama per titolo e trama tanto Manos – The hands of fate quanto Il bosco 1 di Andrea Marfori. E non solo.

I film di Speroni hanno tutto quello che un amante della bruttezza involontaria cerca: errori tecnici, sceneggiature troppo ambiziose in rapporto ai mezzi a disposizione, recitazione scadente, casting sbagliatissimi (vedi gli studenti del college americano in gita in Transilvania interpretati da un gruppo di cinesi dai 50 anni in su che recitano in italiano) e scene rubate da altri film. Spesso letteralmente, alla Bruno Mattei.

Il product placement nei film trash è una cosa sempre molto delicata. E anche le storie d'amore sono sempre poco forzate

Il product placement nei film trash è una cosa sempre molto delicata. E anche le storie d’amore sono sempre poco forzate (Credits: Shockdom)

Ma è anche perfetto se amate i film brutti e volete spiegare un po’ meglio a qualcuno perché vi piacciono così tanto. Perché tutto quello che La Rosa, Karicola e Pluc raccontano come un dietro le quinte, un amante dell’orrido riesce a vederlo tra le righe di ogni scena di The room, di Il sottile fascino del peccato, o persino di Adrian – La serie evento.

Perché lo diceva pure De André che dai diamanti non nasce niente. Dal letame, invece…

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