Nei boschi – Le fiabe tenebrose di Emily Carroll che ti faranno perdere la testa


C’è qualcosa di oscuro e ancestrale nei boschi, e infatti è proprio il bosco l’elemento attorno a cui ruotano le cinque storie di Emily Carroll.

Copertina di Nei boschi di Emily Carroll

La copertina di Nei boschi di Emily Carroll (Credits: Tunué)

Nei boschi si annidano le nostre paure più recondite, e la 39enne autrice canadese ci accompagna alla loro scoperta. Si chiama proprio Nei boschi il suo nuovo lavoro, pubblicato in Italia oggi da Tunué – che ci ha permesso di leggerlo per voi in anteprima.

Si tratta di una raccolta di cinque racconti a fumetti, fiabeschi e oscuri come i boschi più fitti, che hanno il potere di intrappolare chi li legge tra le loro pagine.

Nei boschi di Emily Carroll… ci si perde volentieri

O meglio, i lettori si perdono volentieri tra la bellezza dello stile dell’autrice, mentre i protagonisti dei racconti, beh… farebbero meglio a non girare nei boschi di Emily Carroll! Ma per noi, che siamo comodi e al sicuro, questo è un fumetto non solo da leggere, ma da ammirare profondamente.

I disegni e i colori sono qualcosa di spettacolare: fiabeschi, tetri e dolci allo stesso tempo. Catturano con il loro fascino ambiguo, lo stesso che spinge le ragazzine incaute ad addentrarsi nel bosco dopo che gli era stato raccomandato di non farlo.

I titoli dei racconti sono meravigliosi, perché riescono a far risuonare con poche parole la stessa atmosfera sprigionata dai disegni, dai colori e dalle trame. L’esempio migliore? Le mani di una dama sono fredde. Pura poesia!

Ragazza guarda il bosco dalla finestra

(Credits: Tunué)

Nei boschi, tra stilemi classici delle fiabe ed espedienti grafici brillanti

Già da questo si vede come Carroll sia riuscita a intessere ogni singolo elemento di questo fumetto con il fascino oscuro delle fiabe, quelle storie all’apparenza innocenti, ma che nascondono le paure umane più ancestrali.

Le parole sono distribuite nelle vignette in modo così dinamico che sembrano davvero, di volta in volta, un canto, un racconto, una sfuriata o addirittura un silenzio.

L'uso dei fumetti in Nei boschi di Emily Carroll

Le parole sentite di sfuggita fuggono dalle vignette in Il nido (Credits: Tunué)

Mitico, nel racconto Il nido, fare in modo che i discorsi sentiti di sfuggita fuggano effettivamente dalla vignetta! In Le mani di una dama sono fredde, invece, c’è un canto che si sprigiona da punti indefiniti di un castello, e si trasforma visivamente in una scia ammaliatrice di parole. Non si poteva farlo meglio! In A casa del nostro vicino ci sono degli elementi che spariscono, e le parole sottolineano magistralmente il vuoto che viene lasciato.

E si potrebbe andare avanti all’infinito con questi esempi. Meraviglioso!

Maledetti finali aperti!

Se proprio devo trovare un lato negativo di Nei boschi di Emily Carroll, devo passare su un piano molto più personale, dando giudizi che probabilmente in molti possono non condividere.

Quello che mi è piaciuto di meno di tutta la faccenda, sono i finali semiaperti a cui Carroll sembra essere abbonata. Se alcuni finali possono restare più o meno vaghi pur dando senso alla storia e lasciando nel lettore quel pizzicore di mistero, in altri casi non è una scelta così efficace. Per non dire che è anche un po’ crudele nei confronti di noi poveri lettori!

Un po’ come per Gli incubi di Kafka di Peter Kuper o per Piccioni, lumache e tartarughe di Ayako Ozaki, i racconti danno qualcosa, ma non tutto. Aprono al lettore la porta a mondi sconosciuti, ma spesso non danno soluzioni definitive. E per questi esempi poteva andar bene così.

Una scena di un racconto di Nei boschi di Emily Carroll

Una scena di La mia amica Janna (Credits: Tunué)

Ma qui… qui qualcosa manca. Perché i racconti sono troppo belli, le atmosfere troppo affascinanti, le trame troppo coinvolgenti per abbandonare il lettore sul più bello, affidandosi alla sua immaginazione. Infatti la sua fantasia rimasta orfana non sarà in grado di concludere il racconto nel modo magistrale con cui è stato iniziato!

Per Ayako Ozaki andava più che bene ricevere un assaggio e poi far volare l’immaginazione. Ma delle storie di Carroll non mi basta un assaggino: ne voglio fare una bella scorpacciata!

In ogni caso, se vi piacciono le storie di paura, non fatevi frenare da questo. Date una possibilità a Nei boschi.

E, anche solo sfogliandolo, vedrete che ne sarà valsa la pena.

+ Non ci sono commenti

Aggiungi