Auf wiedersehen, Pulcinella! – Una storia vera di amore e immigrazione da Formola e Caputo


Auf wiedersehen, Pulcinella”.

È il 1975, Giulia si prepara a partire per la Germania insieme al marito e ai due figli in cerca di fortuna. Infelice e rassegnata, decide di salutare così la marionetta napoletana tanto cara e familiare. In realtà, insieme alla bambola, sta salutando la sua casa, la sua famiglia e tutto il mondo di cui si sente parte.

Ed è proprio questo saluto a dare il nome al fumetto di cui parliamo oggi. Attraverso i disegni di Antonio Caputo, Luigi Formola racconta una storia vera: quella della sua famiglia.

Auf wiedersehen, Pulcinella. Ci vediamo in Germania

Copertina di Auf wiedersehen Pulcinella

(Credits: Shockdom)

La trama, nella sua semplicità, dipinge con molto calore uno spaccato della vita dei protagonisti. Una famiglia italiana immigrata nella fredda Germania, in cui tutti, i grandi quanto i piccoli, troveranno tante difficoltà. Una cosa però non verrà mai a mancare: l’affetto che li unisce.

Gli autori sono stati in grado di costruire un’atmosfera suggestiva e avvolgente, resa molto reale grazie a tanti curatissimi dettagli. Si trovano spesso, ad esempio, frasi all’apparenza banali, costruite invece ad arte per trasmettere sentimenti ben precisi.

In una chiamata fatta all’alba nel freddo del nevoso inverno tedesco, la mamma risponde dall’altra parte della cornetta, in Italia, e annuncia di dover preparare il ragù per tutta la famiglia.

Questo è solo un esempio di tante piccole cose che compaiono tra le vignette quasi di soppiatto, ma che costruiscono quell’immagine di italianità così importante in questa storia.

Interno di Auf wiedersehen Pulcinella, Paolo prende il caffè

(Credits: Shockdom)

La caffettiera sul fuoco, la statuina di san Nicola da Bari, la Fiat, i modi di dire… e ovviamente la marionetta di Pulcinella che, silenziosa, accompagna tutta la storia, come un appiglio sicuro in mezzo allo scorrere disordinato degli eventi.

E, sempre grazie a dettagli strategici, si sente molto anche l’epoca in cui è ambientato il fumetto. Un calendario appeso, la copertina di un vinile, una canzone particolare, la citazione di un film… tutto continua a ricordarci che siamo negli anni 70.

Per Antonio Caputo, Auf wiedersehen, Pulcinella è il fumetto d’esordio. I suoi disegni cartooneschi e certe scelte di sceneggiatura rendono il graphic novel, in un certo senso, cinematografico.

Interno di Auf wiersehen Pulcinella: la marionetta

(Credits: Shockdom)

A un certo punto, attraverso il testo di una canzone, compare addirittura una colonna sonora (rigorosamente anni 70)…

Consigliatissimo ascoltarla mentre si legge la parte in questione!

Luigi Formola e Antonio Caputo ci raccontano di sogni più grandi dei dolori

In poco più di un centinaio di pagine viene raccontato molto bene e attraverso diverse sfumature il dramma di una famiglia costretta a trasferirsi lontano da casa. Padre, madre e bambini: ognuno ha i suoi sogni e le sue sofferenze. Tutti loro si trovano in un Paese tante volte ostile, in tanti modi diversi.

Possono essere le persone che ti disprezzano (a proposito, qui un interessante spunto sul razzismo), oppure il clima freddo e inospitale, o i soldi, che mancano sempre… Non si sentono a casa, ma in un posto completamente diverso che, oltre la scritta di benvenuto Willkommen in Offenbach, non sembra accogliente per nulla.

Per Giulia e suo marito non c’è respiro: bisogna sempre lavorare. “Questa è la cosa importante”, dicono i parenti dall’Italia, “siete lontani da casa per questo motivo”.

Teresa del fumetto di Luigi Formola e Andrea Caputo

(Credits: Shockdom)

Ma ci sarà un po’ di tempo per essere felici? Ci si potrà sentire a casa pur avendo il cuore da un’altra parte?

Auf wiedersehen, Pulcinella non è una favoletta. Racconta di sacrifici e di dolori… ma certamente non finisce qui. È una storia di coraggio e di speranza. Infatti perché soffrire, lavorare, vivere lontano da casa… se non per un sogno?

È vero, ci sono volte in cui sembra di venire inghiottiti dal mondo. Ma non si deve dimenticare la cosa più importante: per cosa sto vivendo? Qual è il motore delle mie azioni?

I genitori protagonisti del fumetto di Luigi Formola e Antonio Caputo

(Credits: Shockdom)

Per Giulia e la sua famiglia è certamente l’amore. La possibilità di stare tutti insieme, al sicuro e in pace è il motivo che li ha spinti lontani da casa e l’obiettivo verso cui si dirigono un giorno dopo l’altro, un passo alla volta. Ognuno con le sue battaglie personali, , ma tutti sempre uniti. È questo che fa la differenza.

E a proposito, l’anno scorso abbiamo intervistato una ragazza che è finita ad abitare proprio a Offenbach, ma per passione. Qui la sua storia.

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