E così conoscerai l’universo e gli dei – Jesse Jacobs e il suo mito strampalato


E così conoscerai l’universo e gli dei. Già il titolo è un po’ strambo, ma quando si comincia a sfogliare le pagine di questo fumetto si entra nel delirio più totale. O forse nell’intuizione di una mente visionaria?

Jesse Jacobs, l’autore di questo lavoro del 2017, è stato recentemente intervistato al festival internazionale del fumetto Bilbolbul. Tema dell’edizione di quest’anno era il corpo, e in un interessante incontro con l’autore si ripercorre un po’ la sua carriera attraverso molti dei suoi lavori. Sono tanti i suoi fumetti che vengono citati e che Jesse Jacobs spiega con simpatico candore.

Tra questi Crawl space, di cui abbiamo già parlato, e ovviamente E così conoscerai l’universo e gli dei.

Attraverso disegni ipnotici: così conoscerai l’universo e gli dei

Come in tutti i fumetti di Jesse Jacobs, la cosa che immediatamente colpisce e cattura l’occhio del lettore è lo stile originalissimo del disegno. Ci si tuffa in queste tavole piene di cose, nuotando fra dettagli sempre più piccoli, che nascondono sempre nuovi particolari al loro interno.

Copertina di E così conoscerai l'universo e gli dei

(Credits: Eris Edizioni)

La palette di colori è invece estremamente limitata: una scelta ricorrente dell’autore che impreziosisce i suoi disegni così minuziosi. In questo caso, sono il viola e l’azzurro a dominare l’intero libro. Di altri colori proprio non c’era bisogno. Non avrebbero aggiunto nulla di più, anzi, avrebbero svilito i disegni.

 

Ma non è solo per questo che Jesse Jacobs è conosciuto come il fumettista dei contrasti. Anche senza considerare i colori, infatti, si nota subito che i disegni racchiudono in sé due aspetti profondamente contrapposti.

Da una parte abbiamo fantasie e strutture meticolosamente geometriche, davanti alle quali non si può evitare di chiedersi quanto tempo ci sia voluto all’autore per realizzare una singola vignetta. Dall’altra parte, invece, ci sono creature, fantasie, dettagli morbidissimi, sinuosi e vitali, spesso e volentieri anche molto teneri.

Ma insomma, cosa fanno questi dei?

Ok i disegni, ma di cosa parla questo fumetto?

Non è così semplice rispondere. Lo stesso Jesse Jacobs, nell’intervista sopra citata, dichiara due cose interessanti.

La prima è che solitamente sviluppa la storia a partire dai disegni, e non il contrario. In particolare, E così conoscerai l’universo e gli dei gli ha dato l’occasione di disegnare davvero tutto quello che voleva, senza freni, e sperimentare con doodle e scarabocchi.

La seconda cosa che ammette l’autore è che le idee espresse in questo lavoro sono incomplete. Forse ha ragione (l’autore è lui e mica vogliamo contraddirlo), ma questa apparente mancanza non è un difetto. Nel fumetto si propone un’origine di tutto, dell’universo, dell’uomo: se anche le idee sviluppate nel corso della narrazione sono in un certo senso embrionali come tutti gli elementi della storia, questo non fa che rafforzare il concetto di origine di nascita su cui verte il fumetto.

Abbiamo detto, dunque, che si propone una sorta di mito della creazione. Jesse Jacobs offre una visione strampalata ma che non fa una piega. E che anzi, a pensarci bene spiega davvero tutto… o quasi.

Jesse Jacobs e i dinosauri

(Credits: Eris Edizioni)

L’unica cosa che non ci concede è un perché. Di solito capire l’origine di qualcosa (l’universo, ad esempio) si avvicina molto al capire il senso della sua esistenza. Da questa visione di Jesse Jacobs vediamo che effettivamente un senso, un fine nobile, non c’è.

Tutto si riduce a un’assurda sfida fra divinità, piuttosto strane per giunta (poteva essere altrimenti?). E attraverso le loro competizioni, i loro esperimenti e la loro noia, viene a crearsi man mano il mondo, i dinosauri, gli uomini primitivi e la civiltà come la conosciamo oggi.

Divinità annoiate e mortali burattini secondo Jesse Jacobs

Il tutto è visto da questi dei come se fosse un buffo gioco, un piacevole intrattenimento dal valore simile a quello che potrebbe avere un giocattolo preferito.

Dai miti dell’antica Grecia a Death Note, il tema delle divinità che giocano con le vite dei mortali accompagna gli uomini praticamente da sempre. Ma nel lavoro di Jesse Jacobs è trattato in modo ancora più grottesco. La creazione stessa del mondo è un passatempo; anzi, è quasi un compito in classe con cui si spera di fare bella figura davanti ai compagni.

Il salto logico che viene spontaneo è che la vita degli esseri terrestri (e tra questi ci stanno a cuore specialmente gli umani) non vale poi molto. Eppure i primi uomini, che si trovano catapultati in questo mondo inospitale, continuano a lottare per la loro sopravvivenza.

Una scena di E così conoscerai l'universo e gli dei, di Jesse Jacobs

(Credits: Eris Edizioni)

Diventa interessante, quindi, vedere lo scontro tra come viene valutata la vita umana dagli dei e dagli uomini stessi. La situazione ricorda un po’ un gruppo di bambini che si imbatte in un formicaio. Ci saranno quelli che lo guardano incuriositi, quasi con tenerezza, ma ci sarà anche quello che si diverte a schiacciare le formiche sghignazzando soddisfatto.

Sembra una visione un tantino svilente nei confronti dell’umanità, eppure ha anche il suo lato positivo. Essere al centro dell’universo è una grande responsabilità. Se noi ci facciamo grandi, gonfiamo anche i nostri problemi e le nostre sofferenze. Ma se capiamo di essere una briciola nel mondo, nell’universo e nella storia, di cosa ci preoccupiamo a fare?

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