
Dragon Ball GT anime comics – La saga dei draghi malvagi in formato manga
Dragon Ball GT venne conosciuto dal grande pubblico italiano su Italia 1 nell’aprile del 2001.
In realtà noi adolescenti nerd di fine millennio ne avevamo fatto la conoscenza un paio di anni prima: nel 1999, infatti, la De Agostini lo pubblicò per la prima volta in Italia in una serie di uscite in edicola in videocassette, chiamata Dragon Ball GT Collection.
Un viaggio, quello di un Goku nuovamente bambino e dei suoi amici, che culmina con l’ultima saga: quella dei draghi malvagi. Una saga che oggi rivive in formato anime comics, ovvero un manga creato con i fotogrammi dell’anime.
Dragon Ball GT nei ricordi di un adolescente dell’epoca
Torniamo alla fine degli anni Novanta. All’epoca c’era una grandissima attesa per questo prodotto che avrebbe dovuto continuare le avventure di Goku e la sua banda anni dopo la fine di Dragon Ball Z. Attesa fremente dovuta al fatto che all’epoca reperire notizie dal Paese del Sol Levante era un’impresa vera e propria.
Qualcuno era riuscito a mettere mano a card d’importazione per cui aveva dovuto spendere il malloppo messo da parte in seguito a cresima e comunione, qualcuno era riuscito a mettere mano a qualche fanzine in cui si parlava di Dragon Ball GT e della mega bufala Dragon Ball AF.

Goku di nuovo bambino in Dragon Ball GT formato manga (Credits: Star comics)
Ma a parte il fatto che avremmo avuto a che fare con un Goku ritornato bambino poco altro si sapeva. Inutile dire quindi che quando, nel 1999, infilammo la cassetta nel videoregistratore il cartone animato che si palesò sui nostri tubi catodici era fin troppo carico di aspettative.
Che vennero puntualmente deluse. Terribile l’adattamento italiano, come quello di Dragon Ball e Dragon Ball Z, troppo infantile l’incipit. La maggior parte di noi smise alla prima videocassetta la raccolta, rimandando a eventuali future trasmissioni televisive la visione.
La genesi di Dragon Ball GT: un anime, prima che un manga
Dragon Ball GT nasce nel 1995, a seguito della conclusione di Dragon Ball Z.
Il mondo delle sfere del drago era una gallina dalle uova d’oro ancora troppo giovane e in forma per essere abbandonato. Fu creato direttamente come anime e l’autore, Akira Toriyama, partecipò solo al character design di alcuni protagonisti ed astronavi, lasciando la trama nelle mani dei suoi collaboratori – il Bird Studio.

Goku, Pan, Trunks e Gil nell’anime di Dragon Ball GT, da cui è tratto il manga di questa recensione (Credits: Bird Studio)
Si occupò anche del titolo, rivelando solo dopo alcuni anni che GT sta per Grand Tour. Il riferimento è alla prima parte dell’anime, in cui un ringiovanito Goku, insieme alla nipotina Pan e all’adolescente Trunks viaggia per lo spazio alla ricerca di nuove sfere del drago. A questi si aggiunge Gil, robot con inglobato il dragon radar alla quale viene affidata la linea comica di Dragon Ball GT.
Esatto: un Nando Martellone cibernetico, che puntualmente fallirà nel suo intento di strappare una risata.
Problemi di target
Dragon Ball GT purtroppo risulterà essere un prodotto un po’ troppo per bambini nella sua prima saga. Su questo ci vedranno lungo gli americani, che decideranno di tagliare i primi 16 episodi della serie, riassumendoli in un unico episodio autoprodotto.

La sconfitta di Super 17 nell’anime comics di Dragon Ball GT (Credits: Star comics)
I fan di Dragon Ball oramai erano cresciuti e l’operazione nostalgia di riportare Goku all’aspetto della prima serie non funzionò granchè. Volevamo le botte, volevamo i cazzotti, volevamo sfere d’energia come se piovessero.
E nelle saghe seguenti, fortunatamente, siamo stati accontentati.
La saga dei draghi malvagi – Cos’è un anime comics?
Dragon Ball GT – La saga dei draghi malvagi, è l’ultimo arco narrativo di questa serie. A mio parere il più divertente: trama semplice ma efficace e tanti combattimenti.
A seguito dell’uso sconsiderato delle sfere terrestri, queste si sono corrotte, rilasciando sette draghi malvagi, uno per ogni desiderio espresso fino a quel momento. Sì, c’è anche quello delle mutandine da donna richieste da Oolong nella prima serie.

La copertina del manga – o meglio: anime comics – di Dragon Ball GT (Credits: Star comics)
Star Comics pubblica l’anime comics in 3 volumetti brossurati di ottima fattura. Se avete avuto tra le mani la color edition di Dragon Ball però non aspettatevi quel tipo di meravigliosa colorazione.
Infatti, essendo un anime comics, è realizzato prendendo i fotogrammi dell’anime originale, con in aggiunta onomatopee e baloon, come in un fotoromanzo. Quindi la colorazione tende a essere un po’ sbiadita ma assolutamente gradevole.
Star Comics realizza il prodotto assolutamente a regola d’arte.
Il manga e l’anime di Dragon Ball GT nel 2021, dopo l’uscita dal canon
Ha senso rileggere o riguardarsi Dragon Ball GT nel 2021?
Dopo l’uscita di Dragon Ball Super nel 2015, Dragon Ball GT è diventato non canonico, ovvero le avventure narrate al suo interno non fanno più parte dell’universo originale di Dragon Ball.
Alla pari dei film, Dragon Ball GT è quindi un grandissimo What If?, una sorta di futuro che sarebbe potuto essere ma che non è stato.
Rimane comunque godibilissimo e devo dire di avere provato un certo piacere nel riprenderlo e rivivere, con un media diverso, la prima parte della saga dei draghi malvagi. Questa mini serie in tre volumetti è sicuramente consigliata a tutti i fan di vecchia data del mondo di Dragon Ball, anche a quelli, me compreso, che preferiscono Super a GT.
Perchè ok, non sarà più canonico… ma quanto era figo il Super Saiyan 4?
+ Non ci sono commenti
Aggiungi