Qua tutto a posto – Il toccante fumetto di esordio di Luca Berlati


Luca Berlati, in arte Berluca, esordisce con il fumetto Qua tutto a posto, che Shockdom ci ha gentilmente concesso in anteprima.

Copertina di "Qua tutto a posto" di Luca Berlati

(Credits: Shockdom)

In realtà, soprattutto grazie a Instagram, questo esordiente fumettista è già riuscito a farsi conoscere. “Affronta la vita disegnando(la)”, come dice lui stesso, e infatti molti dei suoi lavori sono autobiografici. Offre una visione originale e genuina della vita, passando continuamente dall’introspezione all’autoironia, e dalle riflessioni più profonde alla comicità.

Già dalla copertina di questo fumetto si intuisce l’ironia dell’autore. “Qua tutto a posto”, recita il titolo. Peccato che sia scritto a caratteri cubitali su di un macigno che sta precipitando sopra al protagonista.

Qua tutto a posto? Luca Berlati in viaggio per scoprirlo

Coerentemente con lo stile autobiografico dell’autore, anche Qua tutto a posto vede Luca protagonista (insieme alla sua famiglia) di un viaggio molto particolare. Con il padre e il fratello più giovane sale in macchina alla volta di Roma per far visita alla madre, ma non sarà un semplice tragitto in auto. Sarà un viaggio molto più profondo e introspettivo che ognuno dei personaggi affronterà a modo suo, oppure sceglierà di non affrontare.

Attraverso i ricordi dei personaggi e le riflessioni dell’autore, lo stesso Luca (e il lettore con lui) diventerà sempre più consapevole di come e perché la vita lo abbia portato a quel particolare momento. Infatti la storia si basa su un alternarsi molto fluido, piacevole e intrigante di presente e passato, e di vicissitudini e riflessioni personali. Una semplice parola può innescare una riflessione, un piccolo oggetto può far tornare a galla un ricordo.

I flashback interrompono e danno senso alla narrazione in modo costante e graduale. Mano a mano che il viaggio verso Roma va avanti, quindi, si approfondisce anche il passato dei personaggi fino a capire cosa effettivamente si portano dentro.

Luca Berlati e gli altri protagonisti di "Qua tutto a posto"

(Credits: Shockdom)

L’arte del tirare avanti secondo Berluca

Assieme a tutto questo, si sviluppa poco a poco una riflessione dell’autore, che allo stesso tempo vive e osserva la sua storia. Come una sorta di fil rouge, la metafora del dolore come macigno accompagna tutta la narrazione. Di che natura è il fardello che Luca si porta appresso? E com’è possibile conviverci quando sembra insostenibile?

In Qua tutto a posto, Luca Berlati riflette in modo profondo sulla propria condizione e il proprio dolore, e forse ci capisce anche qualcosa. Ma esprime tutto in modo molto spontaneo, molto umile. Non vuole spacciarsi per il filosofo del secolo (come potrebbe accadere ai giorni nostri) ma parla come farebbe una qualsiasi persona in grado di guardarsi un po’ dentro.

Espone con semplicità ciò che ha imparato dalla vita, il modo di considerare e affrontare la sofferenza e come usarla per migliorarsi sempre di più. Ma lo fa senza la pretesa di trovare chissà quale saggezza.

Un interno del fumetto

(Credits: Shockdom)

Quella che ne viene fuori è una storia molto semplice e senza fronzoli, eppure (o proprio per questo) ricchissima e toccante. In certi punti è davvero difficile trattenere le lacrime, mentre in altri non si può che ridere.

Potrebbe definirsi una storia che insegna l’arte del tirare avanti, o almeno il modo che ha trovato l’autore. Sforzandosi ogni giorno di avere una visione più globale di tutte le cose. Cercando di scorgere il nero, il bianco e anche tutte le sfumature di grigio.

Riuscendo a guardare la vita da ogni lato, e a vedere che, nonostante tutto, qua è tutto a posto.

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