Aldobrando, di Gipi e Luigi Critone – Un cuore da eroe in un corpo da bifolco


C’era una volta Aldobrando.

Aldobrando è un ragazzo ingenuo, con pochissima esperienza nel mondo e con ancora meno interesse nell’esplorarlo. Come può un ragazzotto del genere diventare l’eroe, il condottiero, in una storia di cavalieri, intrighi e principesse?

In fondo, se ci è riuscito Brancaleone da Norcia, perché Aldobrando dovrebbe fallire?

Copertina di Aldobrando

(Credits: Coconino Press)

Aldobrando, più mani per un solo uomo

Aldobrando, edito da Coconino, è una storia raccontata a otto mani, con Gipi alla sceneggiatura, Luigi Critone ai disegni e ai colori Francesco Daniele e Claudia Palescandolo. 

Per la prima volta Gipi, uno degli autori di punta della casa editrice bolognese, affida i disegni a un alto autore per concentrarsi unicamente sulla storia, una favola medievale che racconta un viaggio dell’eroe semplice ma non banale.

Autore sia di opere introspettive che di totale fantasia, Gipi si è anche buttato nel cinema e nel mondo dei giochi da tavolo dando vita a Bruti, un gioco di carte ad ambientazione medievale dove Aldobrando fa la sua prima, timida, comparsa. Gipi ha negli anni dimostrato di essere uno, se non l’autore unico più versatile e importante nel panorama fumettistico italiano.

Luigi Critone, invece, ha un background completamente differente dall’autore pisano. Ha realizzato per la Francia molteplici fumetti storici, un genere ancora poco esplorato in Italia, facendo della ricerca culturale ed estetica il suo punto di forza.

Una storia eroica ma non troppo

Aldobrando è un orfano, figlio di un cavaliere di cui si conosce solo la morte, cresciuto da uno stregone in mezzo alla foresta. Viene subito presentato come un individuo gentile, ingenuo e poco abituato al mondo esterno. Per salvare il suo maestro e padre adottivo da un rito finito male dovrà avventurarsi fuori dalla sua foresta, verso l’ignoto.

Il maestro dice al protagonista di andarsene

(Credits: Coconino Press)

Il suo viaggio proseguirà incontro dopo incontro, capirà come funziona il mondo che lo circonda ma non verrà cambiato. Anzi: sarà la sua dolcezza e innocenza a permettere ai suoi compagni di vedere la realtà sotto una luce nuova.

Il suo buon cuore e altruismo, senza che Aldobrando compia gesti rivoluzionari, lo porteranno alla fine di tutto a guardarsi alle spalle e scoprirsi cresciuto senza però essere del tutto cambiato.

Gipi e Luigi Critone, i due papà di Aldobrando

Quando una storia viene messa su carta da due autori così affermati e da un carattere così deciso, è facile che uno tenda a prevalere sull’altro. L’armonia, nella resa della storia, si ottiene quando il rispetto per il lavoro della controparte è tale da cucire la propria arte su di essa.

I disegni di Luigi Critone sposano perfettamente il mondo pensato da Gipi e già precedentemente descritto in Bruti.  L’ispirazione al mondo del gioco, alle sue atmosfere, ha permesso a Critone di creare un mondo in cui si susseguono personaggi grotteschi, crudi, reali, immersi in scenari dallo squisito realismo storico.

Aldobrando con la principessa

(Credits: Coconino Press)

La ricerca nella realizzazione corretta di borghi medievali o palazzi risulta perfettamente complementare ai personaggi scritti da Gipi. Il mondo di Aldobrando non ha una storia millenaria alle spalle, ma vengono lanciati vari indizi su come funziona quella società e tutto appare coerente.

Sarà poi il lettore stesso, fantasticando con le splendide vedute, a crearsi una sua idea.

Aldobrando, cavaliere (volutamente) senza epica

Nella sua prima prova da sceneggiatore, Gipi mette in scena un colpo sicuro, una storia di rivalsa di un personaggio visto da tutti come debole, privo di qualsiasi caratteristica eroica. Aldobrando riprende nelle sue pagine il topos classico della principessa da salvare, ma spogliata della tipica epicità cavalleresca del genere.

Una scena in cui il protagonista dell'opera di Gipi e Luigi Critone corre nella neve

(Credits: Coconino Press)

Di recente ho avuto modo di leggere e parlare dell’Età dell’oro di Ciryl Pedrosa e delle sue appariscenti scene di guerra e impianto epico. Aldobrando è l’esatto opposto.

Il nostro protagonista è un eroe di campagna, i personaggi che lo circondano come il crudele Boccamarcia, lo scemo di corte, il re e la principessa sono sì re, principessa eccetera, ma risultano estremamente umani, spogliati della patina di regalità e intangibilità. I luoghi attraversati nella storia potrebbero tranquillamente essere paesi del centro Italia, senza alcuna aspirazione a diventare una Minas Tirith da Il signore degli anelli.

Aldobrando è una favola leggera, perfettamente realizzata, che diverte il lettore trascinandolo in questo mondo grezzo e disincantato. Un mondo in cui un uomo mingherlino diventa improvvisamente il condottiero da seguire.

L’uomo che, nonostante tutti gli ridano in faccia, riuscirà a salvare la principessa.

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