Come rubare un Magnus – Davide Toffolo omaggia il maestro fumettista Roberto Raviola


Come rubare un Magnus è un atto di amore e un omaggio sentito dal cuore. Una celebrazione intima e mai pomposa di un maestro incontrastato del fumetto mondiale che risponde al nome di Roberto Raviola, in arte Magnus, a quasi 25 anni dalla morte. Davide Toffolo esprime il suo amore per il grande artista – scomparso prematuramente per un tumore al pancreas nel febbraio 1996, a 57 anni – in questo libro a fumetti uscito a inizio dicembre per la casa editrice di Igort, la Oblomov.

Copertina di Come rubare un Magnus, di Davide Toffolo

Copertina di Come rubare un Magnus, di Davide Toffolo (Credits: Oblomov)

Nelle pagine del graphic novel si respira prepotentemente l’ammirazione che Toffolo ha nei confronti di Magnus, senza mai scadere nell’eccesso. Il legame col fumettista bolognese è profondo e radicato nel tempo: a 14 anni Toffolo vinse un concorso a fumetti per il decennale di Alan Ford – che Magnus contribuì a creare insieme a Max Bunker e che disegnò per 75 numeri – con una tavola che ne ritraeva i personaggi principali. Ammette che fu il suo primo “furto” di un Magnus.

Da qui si è costituito un legame indissolubile tra i due autori, continuato nel tempo e riconoscibile nelle storie e nel segno di Toffolo. Questo libro non è una esaltazione e un racconto della vita di Magnus, ma un sincero ringraziamento per il suo lavoro e per l’influenza che ha avuto sull’artista di Pordenone. Un po’ come Alan Moore ha fatto nei confronti di Lovecraft in Providence.

L’essere umano secondo Davide Toffolo

La figura umana è quasi sempre stata al centro delle storie di Davide Toffolo. Egli ha spesso scelto di raccontare personaggi realmente esistiti o eventi storici. Ricordiamo ad esempio i suoi passati graphic novel come Carnera, Pasolini, L’inverno d’Italia, o Il re bianco, dove il fulcro del libro è un gorilla albino che ha caratteristiche decisamente umane.

Nell’ultimo periodo, Toffolo ha concentrato l’indagine dell’essere umano orientandola verso se stesso, studiando come il tempo e le esperienze abbiano influito su di lui. I due volumi Graphic novel is dead e Graphic novel is back, ai quali sono seguiti originali spettacoli musicali e teatrali, sono una sorta di comica autobiografia, sullo stile di Andy Kaufman.

Il cammino della Cumbia (di cui si attende un seguito) è il racconto della sua esperienza di viaggio attraverso il Sudamerica alla scoperta delle radici di un genere musicale ancestrale.

Biografia, autobiografia e sogno in Come rubare un Magnus

Con Come rubare un Magnus ritorniamo alla struttura narrativa della biografia, sempre seguita da elementi autobiografici. Perché quando racconta storie di personaggi realmente esistiti, Toffolo lo fa in prima persona, mettendo lui come protagonista e motore dell’azione.

È chiaramente un modo per scavare dentro il suo animo e mostrare al suo pubblico le parti nascoste di una persona a suo modo molto riservata. Le scene della vita di Magnus scorrono dunque in parallelo con la vita quotidiana di Davide, tra un mal di schiena da curare e un furto di cui scoprire il colpevole.

Magnus e Bonvi

(Credits: Oblomov)

Ogni riferimento biografico e autobiografico è inserito con precisione chirurgica nel testo, senza mai dare l’impressione di una trattazione noiosa o documentaria. Le incursioni nel mondo onirico e fantastico non mancano in Come rubare un Magnus, così come sono sempre presenti in ogni opera di Davide Toffolo.

I personaggi dei fumetti di Magnus appaiono costantemente durante la tormentata ultima parte dell’esistenza del maestro, alternandosi alla figura di un carismatico drago leggendario abitatore dell’Appenino emiliano-romagnolo. La materia dei sogni è parte fondante di ogni storia di Toffolo e anche qui si mescola senza soluzione di continuità con la narrazione.

La struttura di Come rubare un Magnus di Davide Toffolo

Si parte con il nostro Davide Toffolo che ha un problema alla schiena e si reca da un fisioterapista cieco, che sa molto bene dove mettere le mani ed è piacevolmente loquace. Dal dialogo tra i due parte l’indagine del protagonista sulle sue radici di fumettista.

“Come si diventa uno che fa fumetti?” è la domanda che segna l’incipit del racconto di Toffolo della gioventù di Magnus e di parti salienti della sua vita, perché è questo il punto di rifermento dell’autore di Pordenone. Toffolo si dà anche una risposta che riassume il suo spirito sognatore e creativo: “Per diventare uno che fa fumetti… bisogna credere alle storie”.

In seguito, alternati ai frequenti episodi dedicati a Magnus, si susseguono i fatti che riconducono al titolo. Durante una mostra su Magnus viene rubata una tavola originale del maestro e il protagonista, insieme ad altri personaggi, cerca di risolvere il mistero del furto. Naturalmente questo evento di fantasia è solo un pretesto per investigare ancora più a fondo nell’anima di Magnus e di riflesso nella personalità di Davide Toffolo, che tanto ne ha subito l’influenza.

La regola della mano sinistra in una scena di Come rubare un Magnus, di Davide Toffolo

La regola della mano sinistra secondo Magnus (Credits: Oblomov)

Il libro è diviso in cinque parti, che riassumono la concezione di Magnus della regola della mano sinistra, il modo migliore per scrivere una buona storia. Il testo deve dividersi in prologo, presentazione dei personaggi, azione, finale ed epilogo; ognuna delle parti corrisponde, per spazio e importanza nel fumetto, alla lunghezza delle dita della mano a partire dal pollice e via di seguito.

Un ulteriore omaggio di Toffolo alla sua figura di riferimento, che rende Come rubare un Magnus un’opera perfettamente bilanciata.

Le pillole di storia e l’impianto grafico

Gli aneddoti storici che Davide Toffolo sceglie di presentare nel suo racconto sono evidentemente funzionali a spiegare la figura complessa di Magnus, ma anche a descrivere l’impatto che la sua opera ha avuto su di lui.

Sono comunque parecchi i personaggi storici che compaiono nel fumetto, coloro che hanno incrociato la vita di Magnus rimanendone folgorati: Bonvi, Luigi Bernardi, Luciano Secchi (meglio noto come Max Bunker), Renzo Barbieri, Giovanni Romanini e Sergio Bonelli, solo per citarne alcuni. Ognuno di loro ha una parte essenziale nello svolgimento di Come rubare un Magnus, è un tassello indispensabile per conoscere meglio il maestro.

Un dettaglio della copertina di Copertina di Come rubare un Magnus di Davide Toffolo

(Credits: Oblomov)

Le due sezioni della storia – quella relativa a Toffolo e quella che parla di Magnus – sono distinte da due toni monocromatici differenti. Nella prima l’autore utilizza una tinta grigia che rende l’atmosfera fumosa e gelida, nella seconda invece predomina il calore e la luce pulsante con una tinta di giallo d’altri tempi. Le immagini restano protagoniste: come in ogni fumetto di Toffolo, i dialoghi sono ridotti all’essenziale, incisivi e mai troppo lunghi.

Alla fine dei conti il mistero del furto della tavola originale non avrà più la predominanza nella storia. Riflettendo sull’esistenza di Magnus ci si rende conto che tutta la sua vita è importante per i fumettisti che lo hanno seguito. “La vera opera d’arte del fumetto è proprio l’oggetto riprodotto. Davvero arte multipla. Gli albi, i fumetti, i libri…”.

Per cui ognuno di noi lettori ha un piccolo tesoro di conoscenza negli scaffali delle nostre case.

Parola di Davide Toffolo.

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