La Saga di Paperon de’ Paperoni – Un’opera per tutti, ma soprattutto per millennial in crisi


Ho sempre avuto un amore sconfinato per La Saga di Paperon de’ Paperoni. Da tipico millennial, sono cresciuto con la serie storica di Ducktales prima ancora di poter leggere Topolino, appassionandomi alle avventure di questo vecchio, ricchissimo papero. Così, quando nel luglio del 1995 presi in mano una copia di Zio Paperone rimasi subito conquistato dalla storia con cui si apriva quell’albo.

La testata, fino a quel momento, aveva stampato solo ed esclusivamente le storie di Carl Barks, creatore del personaggio. Esaurite quelle, a partire proprio da quel luglio 1995, aveva cominciato a pubblicare anche le opere dei suoi eredi spirituali. Tra questi, un allora sconosciuto Don Rosa.

Forse capii subito quanto La Saga di Paperon de’ Paperoni sarebbe diventata importante per me. Quello che certamente non potevo sospettare era quanto quella storia, sebbene ambientata fra il 1877 e il 1947, fosse in grado di raccontare tante altre cose. Compresa parte dei guai della mia generazione.

Un momento de La Saga di Paperon de' Paperoni

Un momento della vita della famiglia de’ Paperoni: il padre costruisce un kit da lustrascarpe per il figlio. Nella scena ci sono anche la madre, lo zio e le due sorelle del futuro papero più ricco del mondo (Credits: Disney)

La vita e il tempo di Paperon de’ Paperoni

The life and times of Scrooge McDuck (questo il titolo originale della Saga di Paperon de’ Paperoni) comincia in Scozia con un Paperone bambino, di quasi dieci anni, poco prima che guadagni la sua prima moneta: dieci centesimi di dollaro, completamente inutili nella sua Glasgow ma destinati a diventare la miccia di una storia incredibile.

Attraverso dodici capitoli, Don Rosa raccoglie con una minuzia e un amore senza pari ogni minimo riferimento alla vita di Paperone fatto da Carl Barks nelle sue storie. In sostanza, si tratta di una vera biografia a fumetti del papero più ricco del mondo.

Zio Paperone sulla copertina di una edizione in lingua originale de La Saga di Paperon de' Paperoni

(Credits: Disney)

Una lettura che può essere sconvolgente (in positivo) per un bambino: abituato a personaggi senza tempo e senza genitori, il giovane lettore scopre personaggi che hanno una mamma e un papà, crescono in un’epoca molto precisa e in qualche caso muoiono di morte naturale, quasi sotto i suoi occhi. Una cosa che all’epoca, a memoria, non si era mai vista e che è valsa a Don Rosa un meritatissimo Will Eisner Award nel 1995, uno dei più ambiti riconoscimenti per un fumettista. The life and times of Scrooge McDuck, da quel momento, è diventato uno tra i fumetti migliori di sempre.

La Saga di Paperon de’ Paperoni con gli occhi di un adulto

Letta da adulti, forse la Saga è ancora più bella. Si capisce immediatamente come si tratti di qualcosa dotato di un’infinità di livelli di lettura. È una storia ambientata nel mondo Disney, ma è anche la rilettura umoristica di alcuni eventi storici piuttosto famosi, soprattutto se si è nati dall’altra parte dell’Atlantico; è un romanzo di formazione, ma anche un’opera di puro intrattenimento; soprattutto, ci narra di un ragazzo nato a metà Ottocento, ma ci racconta anche tanto di noi.

I temi di fondo non sono pochi, e neppure bisogna setacciarne le pagine come un cercatore d’oro nello Yukon per trovarli: si parla sacrificio, determinazione e ambizione come delle armi principali per arrivare dove si vuole, senza ignorare però lo spettro del fallimento, vero villain di tutta La Saga di Paperon de’ Paperoni… prima che a diventarlo sia Paperone stesso. Almeno in qualche caso.

Don Rosa ci sprona a restare concentrati sui nostri obiettivi, ma senza rinunciare alla nostra umanità. Perché per quanto possa essere bello sguazzare in una piscina colma di oro, onesto frutto di tanta fatica, non si potrà ignorare per sempre il senso di vuoto nel festeggiare in solitudine.

Il momento de La Saga di Paperon de' Paperoni in cui Paperone guadagna la Numero 1

L’inizio di qualcosa di grandioso (Credits: Disney)

E infine, la lezione più importante: non è mai troppo tardi per fare qualcosa. Che sia ricucire un legame con un nipote e tre pronipotini o ripartire all’avventura a 80 anni suonati. “Molti grandi uomini erano ancora attivi a novant’anni!”, esclama Paperone a un certo punto della storia; “E sapete perché? Perché avevano ancora dei sogni da realizzare!”.

Un pensiero che – in un’epoca dura per tutti, e per noi millennial in particolare – ci invita a non mollare mai.

La Saga di Paperon de’ Paperoni… o dei millennial?

Quella raccontata da Don Rosa è un po’ la storia di tutti quelli che lasciano il posto in cui sono nati, perché costretti dal caso o semplicemente per ambizione.

Il 40% delle persone che ha lasciato l’Italia nel 2018 aveva tra i 18 e i 34 anni. Lo spiega, basandosi su dati Istat, il Rapporto italiani nel mondo 2019 della Fondazione Migrantes. E circa un laureato italiano su cento ha lasciato il nostro Paese per lavorare in un’altra nazione facente parte dell’Ocse – Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.

Ci si sposta anche da una regione all’altra, di solito perché in quella di partenza è difficile lavorare: secondo il Report migrazioni 2018 dell’Istat, nel solo 2017 il Mezzogiorno ha perso poco meno di un milione e 200mila abitanti. La metà di questi aveva all’epoca tra i 15 e i 39 anni.

Non illudiamoci: lo sappiamo che spostarsi non è garanzia di una vita migliore, e che probabilmente non ci sarà una pepita grossa come un uovo d’oca come ricompensa per chi ci prova. Dopotutto, non tutti quelli che hanno rischiato qualcosa hanno avuto successo; ma è pur vero che tutti quelli che hanno avuto successo hanno rischiato qualcosa.

La Saga di Paperon de’ Paperoni parla anche a loro. Perché parla anche di loro.

Consigliatissimo, per tutti

Di edizioni per leggere La Saga di Paperon de’ Paperoni ce ne sono tante. Personalmente consiglio le raccolte che tengono separati i dodici capitoli usciti su Zio Paperone ormai 25 anni fa da quelli “extra” – ovvero da quelle storie complementari, sempre ambientate nel passato di Paperone, che vanno ad ampliare e integrare gli eventi tra un capitolo e l’altro.

Penso che La Saga di Paperon de’ Paperoni sia una lettura fondamentale per chiunque. È perfetta per chi ama i prodotti Disney e vuole riprovare quelle emozioni sperimentate da piccoli, ed è indicatissima per dimostrare come personaggi ritenuti per bambini siano in grado di parlare perfettamente anche agli adulti.

"C'è sempre un altro arcobaleno", dice Paperone in questa scena iconica della sua Saga

(Credits: Disney)

E infine, è consigliatissima per tutti coloro che si stiano trasferendo da qualche parte in cerca di fortuna, che stiano vivendo un brutto periodo lavorativo o i cui sogni stiano vacillando sotto il peso del tempo e dei fallimenti.

Perché mai come oggi hanno bisogno di ricordarsi come cogliere il meglio anche da queste difficoltà.

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