Il mare verticale – Il panico e il giudizio della gente che tolgono il respiro


Estate in molti casi coincide con vacanze e per molti le vacanze si passano al mare. Tempo di spiagge, di acque cristalline e di relax con lo sciabordio delle onde in sottofondo. Ma c’è un mare che può far paura e sommergere tutta la nostra esistenza. È la massa d’acqua oscura degli attacchi di panico, raccontata nel graphic novel Il mare verticale.

Brian Freschi e Ilaria Urbinati ci parlano del Dap

Il mare verticale e il luogo a cui si ispira la copertina

(Credits: Enrico Cantarelli)

Slittata l’uscita a luglio, il fumetto pubblicato da Bao Publishing racconta la storia di India, una giovane maestra elementare alle prese con un nemico spesso invisibile, che colpisce quando meno lo si aspetta. Si tratta del Dap, il disturbo da attacchi di panico, una patologia di cui poco si parla, ma che ad oggi è ritenuto il secondo disturbo più diffuso al mondo dopo i problemi cardiovascolari.

La storia è raccontata da Brian Freschi, giovane autore di fumetti legato alle autoproduzioni di Manticora e sceneggiatore di Gli anni che restano, di cui abbiamo parlato nel 2017. Anche se non è mai citato apertamente il luogo in cui si svolge la narrazione, è facile per un romagnolo come me riconoscere la cittadina marittima di Cesenatico, già a partire dalla copertina.

A dare forma, con tratto delicato e leggiadro, alle immagini de Il mare verticale è Ilaria Urbinati, navigata illustratrice di editori italiani e stranieri come Disney, Mondadori, DeAgostini, Il Castoro, Giunti e tanti altri. L’autrice ha lavorato totalmente in digitale con Photoshop, utilizzando degli speciali pennelli per creare l’effetto acquerello, tecnica di cui è maestra anche a mano libera.

Il mare verticale – India e gli attacchi di panico

La vicenda di India, la protagonista, si svolge tra la sua vita privata, l’ambito lavorativo e le sedute dal medico, che gli autori scelgono di non rappresentare mai, quasi a sottolineare l’isolamento che India subisce a causa del suo disturbo.

Il mare verticale - La copertina del fumetto di Brian Freschi e Ilaria Urbinati

(Credits: Bao Publishing)

Gli attacchi di panico influiscono pesantemente sulla sua quotidianità: il suo ragazzo Pier cerca di proteggerla costantemente e la spinge verso una soluzione farmacologica. A scuola le crisi provocano inquietudine sui bambini, che però sanno reagire in maniera costruttiva e si stringono alla loro maestra.

Sono invece i genitori degli alunni che si comportano in maniera poco civile: prima criticano la preside per la scelta di tale insegnante, poi attaccano (anche ferocemente) India e la sua volontà di rimanere in aula a insegnare. La delicata situazione sprigiona tutto il cinismo, l’egoismo e la mancanza di empatia degli adulti nei confronti della protagonista, ormai identificata come un pericolo per i bambini.

Tra realtà e fantasia

Una tavola del fumetto di Freschi e Urbinati

(Credits: Bao Publishing)

Oltre al piano della realtà drammatica di India, in Il mare verticale troviamo anche un ampio spazio dedicato alla fantasia. La protagonista è infatti una appassionata di fantasy, scrive poesie malinconiche e inventa storie ambientate in un mondo fantastico abitato da creature immaginarie.

In questo piano di fantasia esiste un mostro chiamato Kalabibi che divora la luce del mattino e si nasconde in luoghi oscuri. Esso è chiaramente la personificazione del Dap del mondo reale e solo quando l’eroina Hava, dopo l’iniziale sconfitta, sarà riuscita a trovarlo e comprenderlo, potrà liberare il Regno dalle tenebre.

La metafora possente compresa ne Il mare verticale ci insegna che è sempre necessario capire il problema, accettarlo e imparare a conviverci per poterlo in qualche modo superare o renderlo meno pericoloso. Fuggire dagli attacchi di panico o isolarsi dal resto della gente non può portare a risultati positivi e India lo impara con l’esperienza.

Il mare verticale – India e i suoi alleati

Il punto di vista dei bambini è un fattore essenziale di tutta la storia e trova il suo momento più felice nel finale de Il mare verticale. Il calore che gli alunni trasmettono a India è probabilmente l’arma più efficace contro Kalabibi/Dap; è il carburante che permette alla nostra eroina di continuare a combattere la guerra anche dopo essere stata sconfitta in diverse battaglie.

La sensazione è quella di una crescita interiore e di una maggiore forza d’animo attuabile solo con la profonda conoscenza di se stessi.

Il mare verticale - Una tavola

(Credits: Bao Publishing)

Le tavole del graphic novel presentano una varietà impressionante. Si alternano vignette regolari e di piccole dimensioni a riquadri stretti e verticali o orizzontali fino a immagini senza bordi definiti o disegni a pagina intera.

Molto emozionanti sono le tavole che riportano gli appunti scritti da India su come si sente e sui metodi da usare per evitare o combattere gli attacchi di panico. Le sedute dal medico sono invece impersonali e trasmettono un senso di enorme tristezza, mentre la rappresentazione del mondo fantastico, senza colori o luce, rende perfettamente l’angoscia di India in un attacco di panico.

+ Non ci sono commenti

Aggiungi